Ci siamo trasferiti da meno di un anno, nella nuova locazione mio figlio di 10 anni ha conosciuto un gruppo di ragazzi di età compresa tra i 9 e 14 anni che frequentano lo stesso parco giochi. Solo oggi mio figlio ha confidato a mia moglie che circa 6 mesi fa uno di questi di circa 13 anni l'ha costretto psicologicamente a praticargli una masturbazione. Dopo questa sua confessione capiamo il motivo di vari cambiamenti caratteriali e non (non vuole più andare al parco, ha paura del buio e ha ricominciato a fare la pipì a letto). Lui ha detto alla mamma che quando è successo erano soli, ma gli altri del gruppo ora lo chiamano gay. Cosa devo fare e cosa posso fare? Grazie.
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10 AGO 2016
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Eviti qualsiasi contatto tra suo figlio e questa gang minorile.
Qualora i bambino chieda cosa vuol dire gay, gli dica chiaramente che questa parola indica una categoria di persone a cui lui non appartiene e gli viene detta solo perche' questi ragazzini sono cattivi.
Gli ricordi che i "cattivi" sono pochi, e la maggioranza dei bambini sono "buoni", non permetta che il bambino generalizzi
19 AGO 2016
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Vincenzo
è una situazione delicata e comprendo bene la sua apprensione.
Oltre a dare informazioni chiare a suo figlio, forse sarebbe il caso di farlo seguire in un percorso, anche breve, di psicoterapia in ambito adolescenziale per dargli la possibilità di elaborare questo trauma.
La gang di ragazzi andrebbe segnalata in quanto mi sembra di capire che procede indisturbata e fuori controllo.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta
10 AGO 2016
· Questa risposta è stata utile per 5 persone
Gentile Vincenzo,
come ha potuto verificare, ciò che è successo a suo figlio non va considerata "una sciocchezza" senza conseguenze ma un trauma psicologico importante che tra l'altro si configura anche come reato perseguibile in sede legale per il quale sono responsabili i genitori del minore abusante secondo l'art. 2048 c.c..
Premesso però che esiste una spiegazione se il bambino si è confidato solo adesso, dopo 6 mesi, con la mamma e che è auspicabile una maggiore cautela riguardo alle frequentazioni amicali dei propri figli minori, in casi come questo e come i più comuni atti di bullismo, a mio parere, la querela va fatta sia per l'eventuale risarcimento del danno esistenziale procurato sia per un migliore recupero psicologico dell'abusato contemporaneamente ad un percorso di psicoterapia infantile per elaborare il trauma vissuto.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
9 AGO 2016
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Gentile Vincenzo,
il racconto di suo figlio è relativo ad un fatto potenzialmente molto grave. Quando anche si trattasse, nella mente del gruppo, di una "bravata", è chiaro che suo figlio abbia sofferto di questa imposizione, e delle sue conseguenze. Le consiglierei di rivolgersi ad un terapeuta infantile, per poter aiutare suo figlio ad elaborare i vissuti emotivi connessi con questo evento, e superarne così al meglio gli aspetti traumatici. Se non vuole andare al parco non lo forzi, trovate un altro parco, ed altri amici.
Mi contatti pure in privato se ritiene necessario.
Un caloroso saluto,
Dott.ssa Valentina Cicalese, psicologa psicoterapeuta, Civitanova Marche