Fallimento totale: cosa fare nella vita?

Inviata da failure · 8 giu 2020 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve.
Scrivo qui perché sono giunto ad un punto nella vita in cui non so più quel che fare.
Ho 26 anni e nella vita ho fallito completamente. Sono nato in una famiglia disagiata mio malgrado con padre violento e madre vittima di abusi d'ogni genere. All'età di 3-4 anni io e mia sorella siamo stati allontanati da casa e affidati ad un istituto per minori. Poco prima di compiere i 6 anni siamo stati trasferiti presso una famiglia affidataria violenta e coinvolta in un giro mafioso nascosto dietro all'apparente intento caritatevole di una Onlus, il cui presidente (prete) era un pedofilo. Dopo 6 di inferno, all'età di 12 anni, nell'estate 2006, siamo tornati a casa dalla madre che nel frattempo aveva trovato un nuovo compagno, una brava persona che vive con noi. Passata l'estate ho iniziato la seconda media nella nuova scuola e l'anno successivo ho ottenuto la licenza media. In questi due anni sono stato sospeso un paio di volte, se ricordo bene, e così l'assistente mi aveva assegnato un educatore. Terminate le scuole medie con un distinto e una tesina sulla fisica nucleare, mi sono iscritto ad un ITIS ad indirizzo Chimico dove è iniziato il peggio. I primi due anni, tra svariati richiami, forse una sospensione e un calcio nel sedere, li ho completati riparando i debiti a settembre. L'insegnante di Matematica e quella di Lettere, sempre dispiaciuta del mio atteggiamento, mi avevano avvisato che l'anno successivo non sarebbe andato bene se avessi continuato in quel modo. Infatti in terza superiore, stavolta ad indirizzo informatico, fui bocciato due volte consecutive: la prima a causa delle numerose insufficienze, la seconda per le insufficienze nelle materie umanistiche (tranne inglese) ed Elettronica, e per la sospensione che mi venne inflitta in seguito ad un episodio di sfida nei conformi di una professoressa.
Nel lontano 2012 non me ne feci un cruccio e incominciai a cercare lavoro anche su insistenza dei miei genitori. Ora invece se solo potessi tornare indietro e prendere a coltellate il me stesso del 2012 lo farei subito! Non c'è giorno che non rimpiango di aver abbandonato la scuola e di essermi condannato ad una vita di stenti e miseria.
Comunque, dopo alcuni tentativi vani di trovare lavoro, nell'estate 2015 iniziai un percorso al CPS per presunta ansia e decisi poco dopo di iscrivermi alla scuola serale per recuperare gli anni persi. Tra alti e bassi e la paura di non farcela , riuscii a strappare il mio pezzetto di carta con una valutazione vergognosamente gonfiata. Scelsi di interrompere la terapia pochi mesi prima di diplomarmi affermando che "la psicologia non è falsificabile ed ergo è inutile". Durante l'ultima seduta dissi la verità su ciò che pensavo della terapia e mi venne detto che il motivo per cui dovevo fare quel percorso non riguardava l'ansia (il medico di base sosteneva che avessi problemi di somatizzazione) bensì il supporto allo studio e al percorso scolastico. In quell'occasione dissi che, non essendo la psicologia falsificabile, non vi era modo di sapere se effettivamente la terapia fosse stata utile per raggiungere il mio obiettivo di diplomarmi. La dottoressa mi salutò dispiaciuta sicuramente certa che avrei fallito senza supporto, com'è poi accaduto (questa è una mia considerazione a posteriori). Durante l'estate 2018 mi iscrissi al corso di Laurea di Matematica felice come una pasqua di iniziare un nuovo percorso all'università. Purtroppo sin da subito subii una sonora sconfitta personale quando fallii miseramente il primo esamino propedeutico a causa della scarsa preparazione sui fondamentali della matematica di base. Essendo estremamente facile alla rinuncia ed estremamente sensibile al fallimento, passai praticamente il primo anno (2018/2019) alternando periodi di entusiasmo a periodi di profonda infelicità nei quali tentavo, senza crederci troppo, di rimediare alle lacune dovute al passato. Smisi di frequentare verso metà novembre proprio per rimettermi in pari. Oltre a studiare quanto dovevo recuperare dalle superiori, provavo anche a preparare gli esami veri e propri del corso, ma quando si avvicinava la data dell'esame annullavo l'iscrizione all'appello perché non mi sentivo sicuro. Finivo sostanzialmente col rimandare gli esami e continuavo a cambiare l'esame da preparare ad ogni piccola difficoltà. Mi fu consigliato dal servizio di ascolto di preparare un esame alla volta e di organizzare meglio lo studio ed eventualmente di cambiare percorso di studi nel caso in cui non fossi riuscito a dare almeno un esame nella sessione estiva.
Puntualmente non diedi alcun esame l'anno scorso (2019) e tra una crisi e l'altra scelsi di darmi un'altra possibilità. Sempre tra un "non ce la faccio, meglio che mi sparo" e "si può fare", ho superato il famoso esamino propedeutico poco prima della pausa natalizia. Dopo è arrivato Gennaio e dal lavorare in nero solo nel weekend (sto con i miei, ma non prendo un centesimo e a loro non frega dell'università) sono passato a lavorare quasi a tempo pieno nel centro scommesse (lavoro che odio con tutte le forze) ed è così arrivato Febbraio, quando si è venuti a conoscenza del Covid 19. Nel frattempo al mio amato gatto è stato diagnosticato un grave tumore che gli impediva di mangiare e così ho speso buona parte della borsa di studi dell'anno passato per cercare di aiutarlo. Sfortunatamente è morto di fame esattamente 4 mesi fa. Un'altra scelta, quella di non operarlo, che rimpiango parecchio. Poco dopo scopro di dover restituire la borsa di studio. A marzo la dal giochi è stata costretta a chiudere ed io sono rimasto a casa senza soldi, con gli esami del primo semestre da dare e nessun amico dell'università con cui studiare. Inizia un altro periodo di sconforto in cui alterno entusiasmo per gli esami e pessimismo nero. Arriva Giugno e mi rendo conto che non riuscirò mai a pagare entro il 30 la quota richiesta. Nonostante i programmi di dare 3 esami, mi vedo costretto ad abbandonare gli studi. Ora che sono vecchio, a ben 26, mi ritrovo con un diploma che non vale nulla, senza avere nessuna esperienza o competenza, con al più la possibilità di trovare un lavoro ripetitivo, inutile e adatto alle scimmie che presto verrà svolto dalle macchine. Io a questo punto non so che fare, farei bene a spararmi o lanciarmi giù da un ponte ma sfortunatamente non me la sento perché sono troppo codardo. Ho fallito miseramente, ho sbagliato ogni cosa possibile e ho aggiunto alle statistiche sfavorevoli (figli di ignoranti saranno ignoranti, le matricole più grandi hanno più probabilità di fallite, QI basso etc) i miei errori. Vorrei solo poter premere Reset e ricominciare daccapo, o non cominciare affatto. Purtroppo non si può, mi toccherà sopravvivere finché mi riesce.

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Miglior risposta 9 GIU 2020

Caro Failure,
mentre leggevo il tuo scritto mi è arrivato forte il tuo non arrenderti e portare a casa dei gran successi come il diploma, il superamento dell'esame propedeutico, il trovarti un lavoro, nonostante il passato che di certo non ti è stato d'aiuto, ma al contrario poteva esserti solo d'ostacolo. Si evince anche che sei un ragazzo molto sensibile che ha usato i suoi risparmi per le cure del proprio gatto. Poi certo ci sono gli eventi della vita che non possiamo controllare, come la pandemia, la chiusura del luogo di lavoro, la morte del gatto. Ed è più che normale, dopo quello che hai passato, sentirti perso. Ci sono anche quei momenti della vita in cui dobbiamo fermarci un attimo per curarci le ferite e rialzarci. Lo hai fatto tante volte tu. Ma so anche che ogni volta è faticoso farlo e talvolta abbiamo bisogno che sia qualcuno altro ad aiutarci a risollevarci. Non sei per niente un fallito. E spero che se hai scritto questa richiesta d'aiuto avrai cambiato opinione sull'utilità del percorso terapeutico, che in questo momento potrebbe fungere da quella stampella che ti può sostenere in questo periodo tanto difficile. Tieni duro!

Cari saluti
Dott.ssa Alessandra Xaxa

Anonimo-162687 Psicologo a Vittoria

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12 GIU 2020

Salve "Failure", intanto come prima cosa mi sento di farle i complimenti per i successi che ha ottenuto fin'ora e che fa fatica a vedere...sicuramente le sarà costato molto emotivamente raggiungere i suoi risultati! Quello che io vedo è un giovane ragazzo che ha avuto tanti momenti in cui superare le avversità era molto difficile. Credo sia giustificato a sentirsi sopraffatto dagli eventi della vita e a sentire questa sofferenza. Purtroppo a volte non possiamo scegliere alcune vicende che capitano malgrado uno si impegni per fare del suo meglio. Penso che lei abbia fatto già tanto nella vita e che debba vedersi, vedere quello che è riuscito a fare e fermarsi un attimo a capire di cosa ha bisogno in questo momento della sua vita. E' un ragazzo giovane e con tutto il futuro davanti, quello che però dovrebbe fare è fermarsi un attimo a capirsi, a guardarsi dentro davvero, perchè altrimenti le sarà difficile andare avanti senza trascinarsi delle dinamiche non risolte del passato. Lei ha fatto già tanto ma ora è arrivato il tempo di ripartire con calma e con consapevolezza. Le consiglio di iniziare un percorso che la possa aiutare perchè lei può permettersi di vivere una vita serena e se lo merita, però si deve sentire lei per primo meritevole di questa vita e del cambiamento che solo lei, insieme al sostegno di un professionista, può iniziare a fare. Lei è il soggetto della sua vita e si merita questa comprensione da sé stesso. Saluti da Roma, Dott.ssa Melis Deborah.

Studio Dott.ssa Deborah Melis Psicologo a Roma

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12 GIU 2020

Caro Failure, ho letto fino in fondo la sua lunghissima lettera. Intanto la invito apresentarsi con altro nome, il suo nome non è Failure! non può identificarsi con il Fallimento, continuando ad aspettarsi di fallire non farà che fallire. Occorre il coraggio di immaginare per sè un altro futuro. Non solo, lei racconta in breve i suoi primi anni di vita, purtroppo carichi di eventi molto pesanti. La domanda è quanto lei sia riuscito ad digerirli e superarli davvero. Dati i suoi vissuti è comprensibile che lei si senta già "vecchio", ma ha soltanto 26 anni e dunque tutto il tempo di riprendere in mano la sua vita e orientarsi meglio. Il mio suggerimento è di farsi aiutare da uno psicoterapeuta ad uscire dalla confusione e dalle convinzioni squalificanti radicate nella sua storia. Forse potrebbe valere la pena di cercare qualunque lavoro che le consenta di permettersi una psicoterapia, così da poter lavorare sui traumi del passato e scoprire le sue risorse per valorizzarle e metterle a frutto. Lotti per poter vivere, non sopravvivere.
In bocca al lupo "Possibilità"!
Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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