Salve, sono un Infermiere laureato da poco e dopo poco tempo ho ottenuto un contratto a tempo indeterminato in una clinica privata molto famosa. Inizialmente ho tanto desiderato voler lavorare in questo posto avendone un'idea quasi idealizzata del luogo di lavoro ma dopo che ho cominciato a lavorarci mi sono reso conto che non è tutto oro quello che luccica . L'ospedale va avanti grazie ai doppi e tripli turni che ci costringono a fare, le ferie le vedi col cannocchiale e ti mettono pure l'ansia che durante il periodo di ferie te le possano revocare , la vita privata ne risente soprattutto quando sei costretto a fare due notti di seguito e poi non avere neanche il giorno libero . E' molto frustrante dover lavorare con questi ritmi , l'ambiente di lavoro è oppressivo : Ci sono infermieri pagati per controllare quello che fai e come lo fai , che ti osservano in continuo e ti richiamano se non fai la cosa secondo protocollo . C'è gente pagata per vedere se ti siedi o perdi più tempo davanti alla macchina del caffè durante una breve pausa. Il carico di lavoro è molto pesante e tutto questo per 1600 euro al mese. Io ho intenzione di lasciare questo tempo indeterminato ma ho la mia famiglia che mi dice che sarebbe lo sbaglio più grande della mia vita, tutta mi va contro e a 25 anni mi sento costretto a lavorare in un posto che non mi da tregua penso di essere in burnout. Ho pianificato di lavorare da un altra parte fuori dal sistema dei turni ossia nelle scuole come infermiere e ho buone possibilità che mi chiamino ma fuori dalla mia città e ciò comprenderebbe quindi costi di affitto con contratti almeno per i primi 3 anni a tempo determinato ,stipendio molto più basso circa 1300,e al termine di questi 3 anni vorrei tornare nella mia città avendo magari maturato un punteggio alto per poter essere chiamato nella mia stessa città e sperare quindi poi nella stabilizzazione.Il problema è che i posti da Infermiere scolastico nella mia città sono soltanto due e che quindi dopo i 3 anni maturati fuori per fare punteggio (la stessa odissea che passano i docenti )tornerei nella mia città e dovrei comunque lavorare di nuovo in un ospedale o clinica in attesa che i due posti si liberino(Pensione dei titolare del posto?) Morale della favola : lasciare il sicuro per l'insicuro o trovare un progetto che mi dia più soddisfazione lavorativa? L'altra mia scelta era usare l'infermieristica per pagarmi un'altra Laurea... che cosa posso fare?
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9 APR 2021
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Caro Leonardo
un ambiente di lavoro opprimente come quello che hai descritto, a lungo andare, può influire negativamente sulla tua salute fisica (attacchi di panico, disturbi del sonno) e sulla tua motivazione intrinseca (voglio lavorare in un ambiente sano e che mi permetta un buon equilibrio con la mia vita privata) che andranno poi ad influenzare negativamente il tuo rendimento sul lavoro. Sono tante le persone che incontro che come te hanno paura di lasciare il certo per l'incerto, spesso spinti anche dai familiari che in questo periodo pensano che un lavoro pesante sia meglio che stare senza lavoro, ma tutti quelli che alla fine hanno deciso di cambiare non si sono mai pentiti, anzi si sono rammaricati di non averlo fatto prima e di aver assorbito tutta quella negatività. Un cambiamento guidato da un professionista con la valutazione di costi e benefici e la definizione di quello che sarà il tuo obiettivo, è molto più facile e fa meno paura.
Contattami se pure se vuoi approfondire
Un caro saluto
Dott.ssa Mariagrazia Stabile (Salerno e online)
12 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Leonardo, ho letto attentamente quanto scrive e a 25 anni sentirsi così stressato al lavoro tanto da temere di essere già in burnout mi colpisce molto. Visto che, al di là dei dubbi che esprime, mi pare di comprendere che è più orientato per un cambiamento, mi chiedo se sia convinto del percorso di studi che ha intrapreso, se si sente 'la vocazione' a fare l'infermiere, seppure con il desiderio di insegnare. In questo caso potrebbe fare domande per un altro contesto lavorativo in cui pur facendo i turni, il ritmo di lavoro è sostenibile, avviene secondo la norma e permessi e ferie sono diritti e non miraggi sudati. Se sta così male in questo lavoro faccia capire alla sua famiglia che ha bisogno di sostegno emotivo, di incoraggiamento e non di sentirsi la paura di cambiare. Farsi aiutare da uno psicoterapeuta in questa scelta delicata può essere ora la cosa giusta da fare perché la sua salute (fisica, mentale, emotiva) è importante.
Inoltre forse al memento per lei potrebbe essere utile abbassare il livello di stress accumulato anche attraverso pratiche di Mindfulness (meditazione di consapevolezza) che aiutano proprio a vivere meglio il presente nella quotidianità.
Se vuole io sono a disposizione, anche online. In bocca al lupo.
Dott.ssa Raffaella Ramazzotti
psicologa psicoterapeuta sistemico-relazionale
istruttrice di interventi basati sulla Mindfulness
10 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Leonardo,
il lavoro che gli infermieri e anche i medici svolgono in ambito sanitario è sicuramente impegnativo e faticoso ma si dà per scontato che chi decide di fare questo lavoro è sostenuto da una motivazione forte.
Dunque è importante innanzitutto considerare se vi è una adeguata motivazione per svolgere questa attività lavorativa per cui lascia un pò perplessi la sua idea di poter usare l'infermieristica per pagarsi un'altra laurea.
Personalmente sono d'accordo con i suoi familiari che considerano un errore lasciare il suo lavoro a tempo indeterminato specialmente in tempi difficili come quelli attuali.
Ritengo pertanto che lei potrebbe affrontare diversamente lo stress ed il rischio della sindrome da burnout lavorando su se stesso e potenziando le sue risorse psicofisiche tramite un percorso di psicoterapia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
10 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Leonardo, il Burn-out ospedaliero tra gli infermieri è molto diffuso.
Ho lavorato in oncologia diversi anni e conosco... I ritmi sono serrati, la fatica e le responsabilità enormi... ma è vero che la passione che vi muove verso questa scelta e questo mestiere è di solito una missione....
Quanto pesa? Quanto bisogno hai di far chiarezza e comprendere se ci sono altri modi di porsi nei confronti della situazione attuale e che ti consentirebbero di viverla in modalità meno pesante? Ci sono....
Affidati a un collega per un percorso. Meglio se un collega che abbia conoscenza dell'ambito ospedaliero.
Ti aiuterà a comprendere che a volte puoi cambiare tutto dentro di te senza cambiare nulla fuori.
O che cambiando una piccola cosa dentro di te, le situazioni poi si muovono da sole....
Per qualsiasi esigenza sono qui.
Cinzia Moleri
Psicologia, Psicoterapeuta, Psiso-Oncologa
Naturopata
9 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Gentile Leonardo,
capisco la situazione di incertezza determinata da tutte le variabili in campo, che ha ben descritto, e che non la facilitano, in questo momento, nel prendere una decisione. Le parlo da psicologa del lavoro, oltre che da psicoterapeuta, per dirle che la motivazione intrinseca/interna è un aspetto fondamentale nel lavoro, così come nella vita di tutti i giorni: è ciò che ci spinge a fare bene, a prescindere dalle variabili del contesto. Dunque le rispondo per farla riflettere sul fatto che è giovane per sentirsi "intrappolato" in una situazione lavorativa che non la fa stare bene, che la causa probabilmente frustrazione e che non le fa percepire un rapporto vita privata-vita lavorativa equilibrato. Con razionalità e ponderazione, senza fare scelte affrettate, potrebbe essere utile vagliare alternative possibili, come già sta facendo, e valutare se davvero vale la pena lasciare questo posto sicuro (e in che tempi farlo) oppure se, soppesando pro e contro, la situazione può essere per lei "tollerabile".
Rimango a disposizione, anche online, qualora volesse approfondire, e le faccio i miei auguri.
9 APR 2021
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Caro Leonardo, per dare risposta ai Suoi dubbi é bene poter entrare in contatto con i Suoi vissuti e i Suoi pensieri per capire cosa fare e come agire, per il Suo benessere. Credo sia necessario farsi supportare psicologicamente in questo periodo delicato e frustrante, affinché ciò che prova e vive non invalidi la Sua vita e le Sue scelte, lavorando anche sullo sviluppo di risorse per affrontare adeguatamente il tutto
Buona fortuna.
Dr.ssa Amanda D'Ambra