Salve,
per la quarta volta ho cominciato un percorso psicologico con una terapeuta. È da settembre che ci vediamo tra alti e bassi. Nelle ultime sedute mi sono resa conto di provare dei sentimenti contrastanti verso di lei. Mi da fastidio vederla rendersi disponibile verso altri pazienti, il modo in cui li accoglie, gli sorride…nell’ultima seduta stavo parlando quando d’improvviso bussa il campanello e lei si volta per guardare il cellulare così mi sono bloccata nel parlare e non ho più voluto dire nulla nonostante (a detta sua) mancasse ancora un po' alla fine della mia seduta. Io, rancorosa quale sono, le ho rinfacciato che la seduta precedente mi aveva fatto notare che ci eravamo trattenute più del solito e fatto aspettare una paziente. Questi miei sentimenti si tramutano in scatti di rabbia in cui la tratto male, la insulto, le ripeto che non ci lega niente e che non me ne frega niente, sbatto la porta e non saluto. Non lo faccio apposta o forse sì, lo faccio per vedere fino a che punto uno possa tenerci o cerco la scusa per far si che gli altri mi deludano non so lo, so solo che viene fuori il peggio di me nonostante faccio di tutto per contenermi (pensa se non mi trattenessi cosa sarei capace di dire e/o fare), poi durante la strada del ritorno mi prende una paura che lei possa non volermi più. Ho anche notato nel suo modo di guardarmi, che qualcosa è cambiato: all’inizio era più dolce, attenta verso di me adesso sembra che avendo saputo delle cose provasse disgusto, arriccia il naso mi dà l’impressione come se non avesse mai voluto sentire quello che le ho detto. So che forse si tratta di transfert sto proiettando su di lei tutti i sentimenti che durante l’infanzia ho probabilmente vissuto con la figura di attaccamento, e nonostante lo so mi comporto così. Poi mi chiedo come sia possibile tutto questo cioè io mi mantengo alla larga, evito di guardarla, non mi avvicino mai, non le scrivo nei momenti di crisi eppure sento che qualcosa ci lega e io non voglio. Perché deve essere così? Le accennai qualcosa circa questi miei sentimenti verso di lei, ma non abbiamo avuto modo di approfondire perché io non sono pronta, ho delle forti resistenze. Ma mi chiedo quando sarò mai pronta? Quando e se ne verrò fuori…scusate lo sfogo.
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19 NOV 2021
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Salve Hanuta, perché non si concede di essere autentica piuttosto che giocare a nascondino per vedere se qualcuno la cerca? Guadagnerebbe molto di più!
A disposizione
Dott.ssa Fabiana Marra
22 NOV 2021
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Buonasera.
Grazie per aver condiviso questa esperienza così intensa. Negli Anni Cinquanta, un grande psicoanalista inglese, Donald Winnicott diceva che occorre, da parte del terapeuta, far comprendere al paziente che l'analista non può essere distrutto dal paziente stesso. Nelle altre relazioni, invece, non funziona così: se si tira troppo la corda, prima o poi l'altro se ne andrà. Tutto ciò, non vale per lo psicoterapeuta, ed è un grandissimo punto di forza del trattamento.
Come dice giustamente lei, è il transfert ad entrare in campo nel suo esempio. Lei non riesce a tollerare che anche altre persone, sue pari, possano trarre beneficio da una persona che le sta facendo molto bene. Sarebbe sicuramente interessante andare ad indagare l'eventuale rapporto che ha tra sua madre e i suoi eventuali fratelli e sorelle.
Tuttavia, la voglio tranquillizzare da almeno un punto di vista: il terapeuta non solo è perfettamente in grado di tollerare questi urti e queste frustrazioni, ma soprattutto è assolutamente in grado di cogliere i messaggi di bisogno che questi comportamenti sottendono, per fare in modo di incanalarli verso una maggior consapevolezza della sua persona.
Il consiglio più grande che le potrei dare è davvero di una semplicità unica: esordisca, un giorno, spiegandole esplicitamente il problema. Le racconti dell'odio che prova quando risponde con un sorriso ad un altro paziente, o di quanto vorrebbe "distruggerla" con parole forti e pesanti. Le racconti anche che ha richiesto anche un consulto telematico su un sito specializzato.
Quando vi soffermerete ad indagare insieme questi elementi, dedicandovi il tempo opportuno, allora riuscirete a digerire le frustrazioni reciproche e a far passare la vostra relazione terapeutica ad un livello superiore.
I miei saluti.
21 NOV 2021
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Gentile Hanuta,
è rilevante il fatto che lei più volte inizia una psicoterapia senza portarla avanti magari perchè non risponde alle sue aspettative.
E' verosimile che ciò rispecchi bisogni profondi insoddisfatti sicchè il suo modo di relazionarsi agli altri con richieste implicite di attenzione esclusiva comporti inevitabilmente delusione/frustrazione.
Penso che lei dovrebbe sforzarsi di vincere le sue resistenze e approfondire questi temi con la sua terapeuta per poterli elaborare e guarire da probabili vecchie ferite.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
19 NOV 2021
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Buongiorno Hanuta,
La sua terapeuta probabilmente è consapevole di ciò che le sta accadendo. Può parlarne con lei cercando di capire insieme come superare questa situazione insieme.
Le auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi
19 NOV 2021
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salve. ho letto il suo sfogo e credo di poterle dare qualche spunto interessante. Sono una psicoterapeuta ma non so quale sia il metodo della collega dalla quale è seguita, sembrerebbe da ciò che sta accadendo nella vostra relazione, che la collega abbia un orientamento dinamico-relazionale . Ciò che lei descrive è per l'appunto definito transfert, ma questo termine non è esaustivo. Come tutte le definizioni, una cosa è viverle e un'altra è leggerle sui manuali....
Credo che ciò che sta accadendo tra lei e la sua terapeuta sia in qualche modo la riedizione di una relazione o una serie di relazioni di attaccamento della sua vita. Peraltro mi sembra che in qualche modo lei ne sia consapevole... sentirsi rifiutati, non messi al primo posto, non avere l'attenzione esclusiva dell'altro, amato, sentirsi poco meritevoli e poco speciali per meritare l'amore dell'altro, ect.
Tutte queste emozioni spiacevoli si sono riproposte nella relazione con la sua terapeuta, poiché la vostra dovrebbe essere una relazione terapeutica e pertanto lo strumento principale per arrivare a sanare tutto il suo malessere.
Per questo credo lei debba insistere nel portare in seduta tutti questi suoi stati d'animo, dico a parlarne, non ad agirli con delle azioni di tipo vendicativo, ma piuttosto a parlarne! Al fine di guardarli insieme e sanare le ferite riconducibili alle relazioni passate. La relazione con il terapeuta per questo si dice essere terapeutica, perché attraverso la riedizione di questi complessi relazionali. in un ambiente protetto (lo studio dello psicoterapeuta), il paziente possa risperimentare quegli schemi relazionali affettivi disadattivi e attraverso il contributo del terapeuta, elaborarli e trovare modalità diverse, più adattive di stare con l'altro.
19 NOV 2021
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Buongiorno,
Da quello che ho letto non credo che sia il caso di scrivere qui le mie riflessioni.
Il consiglio spassionato che le do è quello di parlarne con la sua terapeuta. Solo mettendo a servizio questo suoi sentimenti e pensieri potrà sbloccarsi, e con il tempo fare passi avanti con la terapia.
Mi sembra che il suo percorso possa fare dei grandi passi in avanti se lo farà!
Buona giornata e prenda in considerazione queste parole.
Dott.ssa Maria Silvia Cassarà
19 NOV 2021
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Salve Hanuta,
da ciò che descrive percepisco che lei è molto coinvolta e vive un intenso rapporto affettivo con la sua psicoterapeuta. Lei è assai gelosa e la terapeuta contribuisce a intensificare questo sentimento lasciando il cellulare acceso durante la seduta. Lo fa per vedere l'ora? Sarebbe meglio usare un orologio....A mio vedere un terapeuta deve mantenere il setting in modo che il paziente abbia durante la seduta tutta la sua attenzione con lo spazio nella seduta preservato tanto quanto possibile. In ogni modo ci sarà sempre un segnale o una interferenza improvvisa a indicare che ci sono altri nella vita o nella professione del terapeuta. Tale percezione colpisce la sua sensibilità toccando una antica
ferita. Tutto questo è un ottimo materiale per essere trattato in terapia! Sempre che il paziente e il terapeuta sopportino tale intensità emozionale e riescano a utilizzare queste situazioni a favore della terapia. Buona giornata.
19 NOV 2021
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Cara, intanto non scusarti dello sfogo, anzi, queste tue parole potrebbero essere un prezioso spunto riflessivo. Rileggile con calma, soffermandoti su ogni virgola e ti accorgerai di quanto questo materiale, portato in seduta e condiviso con la tua terapeuta, potrebbe aprire la porta ad una svolta nel tuo percorso psicologico. Essenzialmente offriresti un codice di lettura dei tuoi silenzi, della chiusura, opposizione e resistenze che spesso in analisi senti di dover alzare con la terapeuta. Vorrei comunque tranquillizzarti circa il timore che hai di sviscerare argomenti o aspetti di te che potrebbero allontanare la tua analista. Non è così, anzi, quanto più le mostri le sfaccettature di te, quanto più le permetti di accedere alla dimensione più autentica di te.. tanto più la relazione terapeutica crea una connessione profonda ed efficace. Condividi in seduta tutte queste tue impressioni.
Un caro saluto.
Dott.ssa Guercioni Clarissa
19 NOV 2021
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Buongiorno Anuta,
le consiglierei di approfondire con la sua terapeuta ciò che espone anche questo fa parte della terapia.
Se non dovesse trovare feeling ed empatia può sempre cambiare terapeuta.
Resto disponibile su eventuali dubbi.
Cordiali saluti.
19 NOV 2021
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Cara Hanuta, sicuramente è un lavoro lungo e delicato, come un archeologo che scava piano piano con delicatezza antichi reperti. Sei molto coraggiosa a prenderti cura di questi aspetti di te e continuare questo percorso con la tua terapeuta, non mollare questa volta, continua ad indagare questi sentimenti contrastanti e dare loro un significato più profondo che come hai notato sono di origine antica ma non per questo devi subirli in eterno.
Ti faccio i miei migliori auguri
19 NOV 2021
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Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive poiché comprendo il disagio espresso. Ritengo opportuno che lei possa sentirsi libera di parlare di ciò che sta provando in terapia con la sua attuale terapeuta non tanto per soffermarsi sui contenuti bensì per cercare di trarne qualche informazione per lei significativa ad esempio cercare di capire in maniera più profonda Che cosa questi atteggiamenti provochino in lei e soprattutto cercare di cogliere e identificare quelli che sono i pensieri alla base di queste valutazioni ossia il modo con cui lei li valuta.
Cordialmente, dott FDL