Separarsi ncinta

Inviata da Matrix · 19 mar 2024 Terapia di coppia

Buongiorno a tutti, mi trovo nella difficile situazione di avere la compagna incinta ma essere in crisi di coppia.
Io 46 anni lei 39, abbiamo iniziato una convivenza 3 anni fa, abitando lontani dopo il covid abbiamo affrettato i tempi per andare a convivere altrimenti non riuscivamo a vederci come volevamo e da lí sono iniziati i problemi.
Lei non aveva mai convissuto, figlia unica come me, abbiamo iniziato a convivere a casa mia dove al piano terra vive mio babbo anziano con demenza senile non autosufficiente, di cui min prendo cura con l'aiuto di una badante ad ore.
La mia compagna si è sempre adagiata sugli allori, non ha mai cucinato, saltuariamente pulisce (poco) solo il bagno che usa lei e la camera, mal sopporta che ci sia mio babbo e per dividere le spese sta sempre a guardare il centesimo, io ho messo a disposizione della coppia un appartamento che prima affittavo.
Non usiamo niente di suo e poco mi aiuta nel ménage della casa che lei dice di non sentire sua... però io sono finito con lo scoppiare, mi sento sobbarcato di impegni in questa convivenza, mi sembra di avere un'ospite, torna dal lavoro poco più tardi di me e io mi metto all'opera per la cena, lei trova pronto, si siede, sta al telefono, dice di essere sempre stanca ( lo sono pure io che faccio il pendolare e sto fuori casa 12 ore).
Per dividere le spese di casa molte volte abbiamo discusso perché sembra quasi che vivendo a casa mia lei non dovesse partecipare alle spese, ad esempio le bollette...
L'attaccamento ai suoi genitori poi è stato motivo di discordia più volte, figlia unica e genitori iperprotettivi, lei si è trasferita da me col patto che pure i suoi si trasferissero al più presto, cosa che hanno fatto, comprato casa e venuti subito per averla vicina.
L'accompagnano ovunque, si sentono continuamente, si scambiano cuoricini in chat e prima di trasferirsi "doveva" fare una videochiamata ogni giorno, ogni spostamento controllato.
Io sono scoppiato, non mi sento famiglia, sono fuori dal cerchio della fiducia, un gradino sotto, ci sono loro ed io che sono il terzo incomodo, trovo solo rinunce e doveri in questa relazione, mi sento solo dire quello che "devo" fare, anche da parte dei genitori, mentre lei sembra sempre la vittima innocente visto che si è trasferita per me e quindi io sarò sempre in debito verso tutti loro.
Tutto questo mi ha fatto perdere fiducia.
Io non reggo più, sono arrivato ad avere attacchi di panico ed ansia e adesso che è incinta ho toccato il fondo, nuovi doveri e rinunce perché ci sarà un bimbo e lei che già mette le mani avanti dicendo che dovrò essere ancora più presente che lei sarà stanca (lo è stata da sempre) e di trovare una soluzione definitiva per mio babbo in modo che io sia libero da altri impegni.
Mio babbo ha 95 anni, non autosufficiente con demenza senile, lunedì l'ho messo in RSA ma conto di riportarlo a casa al più presto.
Sono figlio unico, mia mamma è morta per un'infezione presa in ospedale 8 anni fa... io sto male, tutto questo mi logora.
Ho ansia, attacchi di panico, insonnia, sembra ricadere ogni cosa sopra di me e lei (la mia compagna) non mi aiuta, non mi sostiene, vede solo i suoi problemi, le mie travi sono sempre nulla a confronto delle sue pagliuzze.
Le ho chiesto di andare a stare per un periodo dai suoi e l'ha presa malissimo, non vuole più vedermi.
Come posso fare per stare un pò sereno e rifiatare? Mi sento soffocare, vorrei che la distanza l'aiutasse a capire che pure io sono fragile, ho le mie paure, ho bisogno di aiuto, vicinanza, comprensione, supporto, a volte sono forte ma in questo momento non riesco più ad andare avanti ed il fatto che lei sia incinta mi terrorizza.
L'attaccamento morboso dei suoi genitori mi soffoca, avrei voluto diventare "famiglia" con lei ma mi sento usato e manipolato, mi sento una pedina funzionale ai loro desideri, darle un figlio, un nipotino ai genitori.
Vorrei essere amato e capito.
Sono caduto in depressione fino ad avere pensieri autolesionistici.

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