Scegliere il mio lavoro o rinunciare alla felicità per mio marito?

Inviata da Gio · 31 ago 2021

Buonasera, scusate la lunghezza... io e mio marito viviamo lontani per lavoro. Lo scorso autunno l'ho tradito (unica volta, mai avrei creduto di farlo) con un collega, con cui è durata pochi mesi molto intensi, di cui mi sono innamorata e che poi ha voluto fermarsi quando la relazione stava prendendo una piega seria per entrambi (ma io solo avevo marito e figli).

La situazione familiare che stavo vivendo da anni non era semplice, l'attività di mio marito portava problemi e grandi sacrifici per tutti. Ho dovuto, oltre al mio lavoro che amo tanto e per cui ho speso tante energie, adoperarmi anche per l'attività: preoccupazioni, complicazioni, difficoltà economiche e ore libere, ferie e festivi assorbiti per anni dal lavoro presso l'attività di mio marito, tanto che il mio lavoro era diventata la via di fuga dove "mi rilassavo". La situazione continua anche ora, nonostante in diverse occasioni ho detto a mio marito che non è vita per me questa.

Il mio tradimento ha radici forse anche dall'ansia, fatica e preoccupazioni derivanti dall'attività: da quando il mio ex amante mi ha lasciata, la situazione è ancora più dura da sopportare e io sento di non amare più mio marito e la vita che mi offre, anche se mi dispiace tanto... Sto provando a recuperare il rapporto ultimamente, mentre cerco di dimenticare il mio ex amante...

Ora, però, mio marito, che ha avvertito il mio distacco iniziato con il tradimento e che ha nutrito sospetti che avessi avuto un amante, mi chiede di lasciare il lavoro che amo e dedicarmi con lui alla sua attività in toto tornando a vivere nella città dove ha sede. Gli ho detto che mi chiede un sacrificio enorme, che non sarei una donna felice, rinunciando alla mia carriera e ambizioni. Lui dice che è per le esigenze e le necessità oggettive subentrate ora, che dovrei guadagnare il doppio col mio lavoro perchè valesse la pena tenerlo, che nostra figlia (che vive con me) si riadatterà, anzi saremo insieme tutti i mesi dell'anno e non un po' qui e un po' lì, che l'attività è di famiglia ed ero d'accordo anch'io quando si è deciso di aprirla (anche se è una cosa che doveva gestire solo lui in principio) e che non posso ragionare come una sedicenne viziata, fare quello che voglio come se vivessi da sola, devo pensare al bene della famiglia...

A me viene la nausea a pensare di tornare lì in pianta stabile. Non mi piace quel lavoro, lui lo sa, ma per dovere e per la famiglia mi sono sempre adoperata. Avevo chiesto di essere sollevata da queste responsabilità pratiche lo scorso anno, mesi prima del tradimento, avevo lanciato un allarme a mio marito... e ora? Ora che è tutto ancora più insopportabile, dopo aver vissuto l'esperienza travolgente con il mio ex amante che ancora mi manca da morire, lui mi chiede di sacrificare completamente la mia felicità (già difficile da riscostruire da quando è finita col mio amante). Io non posso pensare di passare lì tutta la mia vita, rinunciare al mio lavoro che nei prossimi anni mi offrirà opportunità di crescita importanti. Ho già rinunciato per lui a tante cose in passato, ho già lasciato per i suoi casini un lavoro e una città, e ora mi chiede di nuovo di rinunciare alle mie ambizioni per le sue, anche se lui dice che è per il bene della famiglia, visto che è l'attività "di famiglia" e non possiamo rischiare un fallimento, meglio che lascio io il lavoro mio, dove non sono la proprietaria di nulla...

Oltre alle difficoltà oggettive, penso che mio marito abbia paura di perdermi o ha paura di avermi già perso e cerchi ora di riprendermi perchè so che lui mi ama ancora moltissimo: mi sente distante, dice che da quando ho questo lavoro sono cambiata, assente, un'altra persona, che forse ho avuto un amante o, se non ce l'ho, lo troverò a breve. In tutto questo, ho paura di trascurare mia figlia, che ora ha bisogno di me, del mio tempo, perché sento che lo chiede.

Se lascio il mio lavoro per stare a fianco a mio marito, entro in una prigione a vita, così mi sento ora, e l'attività è salva (ma il mio matrimonio?).

Se decido di tenere il mio lavoro, l'attività di mio marito rischia il fallimento e perdipiù mio marito mi addosserà tutte le colpe per le eventuali conseguenze se mio marito non troverà autonomamente una soluzione ai problemi: lui disoccupato, difficoltà economiche per la famiglia, perdita delle proprietà, ecc. 

In ogni caso, forse dovrei ragionare seriamente alla possibilità di una separazione... sono cambiate le cose che vogliamo, le nostre vite si sono già separate...

Cosa dovrei fare? La sua attività (o è lui?) è come un buco nero che ha inghiottito tutto: tempo, anni, vita in famiglia, spensieratezza, vacanze, tempo libero, attenzioni a nostra figlia, salute in certi casi. Il mio amore...

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Miglior risposta 6 SET 2021

Carissima Gio,
quanti dubbi, domande e se...eppure tra queste righe mi sembra che qualche risposta ci sia.
Se chiudi gli occhi e ti immagini il tuo futuro, quello che tu vorresti per te, di cui senti il bisogno in questo momento, dove ti vedi?

Quello che percepisco dalle tue parole, è un forte senso di responsabilità nei confronti di ciò che tuo marito prova e nei confronti della sua attività...che è sua.
"A me viene la nausea a pensare di tornare lì in pianta stabile. Non mi piace quel lavoro, lui lo sa, ma per dovere e per la famiglia mi sono sempre adoperata". In queste parole e in ciò scrivi, ci leggo tanti "lui vuole".
Ma tu?

Nessuno può dirti cosa fare.
Ascoltati, quello che provi ha un valore, senti in che direzione ti porta.
E andare nella direzione che vuoi, può essere difficile, complicato...ma non sbagliato.

E ne senti il bisogno, un supporto può aiutarti a superare questo passaggio così delicato e a vedere con maggiore chiarezza con desideri per te ed affrontare la situazione.
Un grande in bocca al lupo,
Melania

Dott.ssa Melania Rivalta - Psicologa

Dott.ssa Melania Rivalta Psicologo a Ravenna

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