Restituzione psicodiagnostica
Buongiorno,
sono stata in terapia per circa due anni presso uno psichiatra. Nei primi mesi della terapia lo psicoterapeuta ha avuto alcuni atteggiamenti 'ambigui' nei miei confronti (abbracci, carezze...). Non ho colto subito la situazione, ma con il tempo mi sono sentita confusa e, non avendo il 'coraggio' di parlarne apertamente, ho scritto i miei pensieri e li ho consegnati allo psicoterapeuta. Da quel momento non mi ha più avvicinata fisicamente e il mio disagio è aumentato, anche perché non abbiamo mai 'parlato' di quanto gli avevo scritto. Dopo qualche mese, faticando a portare avanti la psicoterapia con lui, ho bruscamente interrotto le sedute. Ora sono in cura con un altro psicologo, per fortuna, e mi trovo molto bene e a mio agio.
Il motivo per cui vi scrivo è che una settimana dopo aver interrotto le sedute, lo psicoterapeuta mi ha inviato via mail una "restituzione" in cui riassumeva per sommi capi il mio percorso terapeutico ma, soprattutto, dedicava pagine e pagine al mio rapporto con lui, dipingendomi come una 'bambina' in cerca di affetto e di attenzioni e facendomi sentire una stupida totale. Ci sono stata malissimo ma pian piano ho superato la cosa e ho ricominciato a fidarmi di uno psicologo. Io vorrei sapere se è eticamente corretto inviare una restituzione diagnostica via mail a un paziente, senza farsi poi più sentire.
Grazie per la risposta che vorrete inviarmi.