Psicoterapia lampo

Buon pomeriggio Margherita, ho letto le difficoltà che ha avuto suo figlio, e che nonostante ciò sia riuscito a dare degli esami all’Università, anche se parziali, ma tutti con voto 30 e lode. Il periodo precedente è stato difficile per tutti, e forse per lui di più. Da quello che racconta, ha attraversato un periodo di crisi, ma che ha superato rivolgendosi ad un terapeuta. Il risultato non è legato al tempo ma alla risoluzione del problema. Deve quindi lasciare libertà a suo figlio di esprimersi al meglio. Solo lui può sapere se tale periodo si concluso o no. Spero di essere stata utile, comunque resto a sua disposizione.
Cordialmente
Dr.ssa Maria Meledandri

Il timore di una "ricaduta", soprattutto per un genitore verso i figli, è sempre presente, come lo è pure la sensazione di vuoto quando realizzo che forse mio figlio non necessita più di tutto questo mio prendersi cura di lui (e che alle volte ci fa dubitare se stia veramente bene).
Ma altrettanto vero è che ora suo figlio è sicuramente una persona più consapevole e che, anche grazie al vostro aiuto, in caso avesse la tanto temuta "ricaduta", ora saprebbe cosa fare e a chi rivolgersi quando necessita di aiuto.
In pratica ha acquisito quell'autonomia che modifica progressivamente le dinamiche da genitori/figlio verso quelle adulti/adulto, che è proprio il lavoro che i genitori fanno per aiutare i loro figli a costruirsi la miglior vita possibile.
Buona vita

Cara Margherita, grazie per aver condiviso con noi le sue preoccupazioni.
Mi sento di dirle che non esiste un modello specifico che prevedere la cadenza o il numero degli incontri di una psicoterapia, affinchè questa sia efficace. Evidentemente il collega ha ritenuto opportuno proporre a suo figlio colloqui mensili e, notando effettivi miglioramenti, ha lasciato nelle sue mani il da farsi. Ritengo che il collega sia stato molto onesto e che se anche lei nota dei cambiamenti positivi nel ragazzo, può stare assolutamente tranquilla.
Nel caso in cui si dovesse nuovamente ripetere un episodio di vulnerabilità di suo figlio, potrete ricontattare lo psicologo che lo ha seguito - così come suggerito da lui stesso - che sarà lui a dirvi come proseguire.
Se, invece, sarà suo figlio a manifestare la volontà di fare riferimento ad un altro professionista, potrete muovervi in tal senso.
Spero di esserle stata di supporto e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Cara Margherita, mi sento di rassicurarla. Seppur apparentemente breve, il confronto di suo figlio con la psicologa ha portato i suoi benefici. Ciò significa che il bisogno di suo figlio non era poi così pervasivo e invalidante da richiedere un percorso più lungo e continuo. Il lasciare a lui la libertà di fissare un ulteriore appuntamento è per dimostrarsi un valido punto di riferimento per suo figlio, per prevenire eventuali ricadute e per dare a lui la scelta di approfondire eventuali altre tematiche, qualora lui ne sentisse la necessità.
Resto a disposizione.
Un caro saluto, dott.ssa Alessia Di Pancrazio

Cara Margherita,

probabilmente la terapia intrapresa da suo figlio e' la psicoterapa breve-strategica: tuttavia, solo il tempo potra' stabilirne la tenuta e l'efficacia. Nel caso riscontrasse delle difficolta' in particolare, rimango a sua completa disposizione.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Buongiorno signora
Di solito gli appuntamenti li concordiamo insieme al paziente. Però si può responsabilizzare il paziente a scegliere se continuare o meno.
Di solito un percorso di psicoterapia dura diverso tempo. ora Sta a suo figlio decidere se continuare o meno . In base a come si sente.
può cambiare terapeuta se lo ritiene utile.
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Buongiorno Margherita,
Posso comprendere come si sente nell’incertezza del non sapere. Una mamma desidera che il proprio figlio sia sereno. Credo che sia suo figlio, che è maggiorenne, a dover comprendere come si sente. Pensa di avere fatto chiarezza sul suo vissuto interno? Ha già concluso il percorso?
Mi rendo disponibile anche per una consulenza online
Un caro saluto
Dottoressa Chiuselli

Buongiorno Margherita, grazie per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Immagino che da genitori non deve essere stato facile accompagnare vostro figlio in questo momento di crisi. Il Covid ha rappresentato per tutti noi un momento critico che ha scatenato in noi paure, emozioni e vissuti con cui non abbiamo mai fatto i conti e che probabilmente ancora abbiamo bisogno di elaborare. Sono felice che suo figlio abbia deciso di chiedere aiuto. Basandomi sulle informazioni che ha condiviso, sento di rimandarle che non esiste una “durata standard” di un percorso di psicoterapia/sostegno psicologico, ogni persona richiede un suo tempo perché ha dei bisogni, delle necessità e degli obiettivi che sono solo suoi e che si riferiscono al periodo che la persona stessa sta attraversando. Non esiste quindi una regola in questo senso.
Se suo figlio è riuscito a raggiungere un equilibrio e una serenità (che anche voi percepite), probabilmente quegli incontri hanno soddisfatto la sua necessità in quel momento e di comune accordo con il collega ha preso questa decisione. Dal momento in cui suo figlio sentirà nuovamente la necessità di lavorare su altri aspetti o di mettersi nuovamente in gioco, saranno la sua motivazione e il suo bisogno a permettergli di riprendere un appuntamento e cercare un nuovo equilibrio.
Spero di esserle stata utile, rimango a disposizione, una buona giornata.

Gentile Margherita, la durata della terapia dipende da molti fattori tra cui la struttura della personalità del paziente, dalla consapevolezza, motivazione e resistenza (difese) alla terapia. Se suo figlio sta bene ed il/la collega ha ritenuto di dare il potere/responsabilità a suo figlio per gli appuntamenti successivi significa che lo ritiene in grado di prendersi cura di sé. Un caro saluto, Maria dr. Zaupa