paure che si avverano

Inviata da Tia · 21 set 2023 Autorealizzazione e orientamento personale

Buongiorno, ho 36 anni, un figlio di anni 6 e sposata con mio marito da 12 anni.
Insieme, abbiamo deciso di aprire un'azienda di rivendita e posa serramenti (settore nel quale mio marito ha trentennale esperienza). Da qualche mese, questo lavoro inizia a farmi star male, provocando nervosismo e insofferenza. Sono arrivata al punto di non rispondere più alle telefonate (solo email) perchè ogni persona che mi contatta ha atteggiamenti che mi fanno saltare i nervi. Tutti ormai pretendono la perfezione senza contare che spesso sono loro che sono insoddisfatti e chiedono l'impossibile.

Come se non bastasse, mesi fa', abbiamo assunto personale incompetente a casusa del troppo lavoro. Solamente mio marito non riusciva a coprire tutti i lavori. La colpa è senza dubbio nostra. Errori di valutazione che sono costati cari in termini economici e di immagine, oltre che danni per i quali saremo costretti a pagare.

Fortunatamente siamo riusciti ad ottenere la fiducia (io e mio marito) da parte di una grande azienda che garantisce lavoro per la durata di un anno. In seguito, è arrivata da parte mia la proposta di "spogliare" i panni dell'amministratore e passare al cantiere. Così. parto da casa alle 7 di mattina con mio marito e rientriamo verso sera.
E' pesante fisicamente, ma è un sacrificio che faccio volentieri per salvare la nostra azienda. Purtoppo però, questa scelta, ricade su nostro figlio. Quest' anno ha iniziato la prima elementare e ho dovuto contattare delle babysitter (gente anche in questo caso improvvisata) che lo accompagnino e lo vadano a prendere all'uscita. Questa era una delle paure che avevo: non potermi occupare di mio figlio come fatto fino a pochi mesi fa'. Di aiuti da parte della mia famiglia non ce ne sono. Siamo soli e lo abbiamo capito ormai da tempo. Inoltre, se vogliamo che una cosa venga fatta bene , dobbiamo contare solo su noi stessi. Però spesso è dura e ci rende vulnerabili e nervosi, anche tra di noi.

Un'altra paura, che in parte si è avverata, è stata la colica renale di mio marito; non tanto per quanto accaduto, ma lo stop che abbiamo subìto lavorativamente. Senza di lui , da sola, non mi è possibile andare in cantiere perchè non sono in grado di sollevare pesi. (viceversa, mio marito sarebbe in grado di lavorare da solo pur con limiti di tempo)

Il fatto poi che abbia 18 anni più di me, più passa il tempo, più mi spaventa. Temo sempre che gli capiti qualcosa e, al di là della perdita che rappresenterebbe per me e mio figlio, non immagino come potrei fare con tutto il resto.
L'amore c'è, anzi. Non mi vedo al fianco di nessun altro. Ma dipendere completamente da un'altra persona , anche per questioni economiche, mi toglie il fiato.

Questo stop lavorativo ha comportato un mancato guadagno che, viste le difficoltà economiche derivate da errori nostri (come sempre), ha inciso su una situazione economica già debole perchè, nonostante lavoriamo tutti i giorni , nonostante i tagli al personale ed il mio impegno in cantiere, alcuni debiti ancora non siamo riusciti ad esinguerli e , la mia paura (un'altra) è quella di lasciare a mio figlio, un domani, gravi ripercussioni. Lo dico a ragion di veduta in quanto, mio marito, sta già pagando lo scotto della sua precedente attività e, qualora capitasse anche a me, per mio figlio sarebbe un grave problema che non merita.

Nella testa risuonano sempre le parole di mio papà che mi ripetava, da giovane, quanto fosse importante il posto fisso. Ogni scelta che ho fatto mi sta presentando il conto e , per quanto cerchi di resistere ai colpi, di sera, vengo assalita da tutte le paure e mi sento senza via d'uscita.

La mia incapità, in questi anni, di trasformare l'attività in qualcosa di livello superiore, oppure di trovare un'alternativa quando si presentano degli imprevisti, mi fa sentire inutile.
Osservo ed invidio molto ragazze più giovani di me lavorano nell'azienda di famiglia, portando novità e ulteriori guadagni che alla fine si traducono in soddisfazioni personali.

Temo sempre di dover tornare nelle agenzie interinali in cerca di lavoro...Lavoro che probabilmente sarebbe in fabbrica (come fatto uscita dalla scuola) e questo comporteberre un ulteriore problema in termini di tempo da dedicare a mio figlio e svalutazione di quanto imparato fino ad oggi.

Non ho un'idea precisa di quello che voglio fare. Ho sempre sognato un'azienda familiare, magari da lasciare a mio figlio, che garantisse serenità economica. Serenità che non ho mai avuto dopo gli studi. Mi pento di non aver proseguito con la scuola e di non aver approfondito nulla.

Al contrario di mio marito che , dopo la morte del padre, ha dovuto andare a lavorare a soli 14 anni nonostante i suoi insegnanti spingessero perchè continuasse a studiare vista la sua bravura.

Guardo le mie coetanee. Hanno tutte un posto fisso che garantisce loro la possibilità di uscire una volta in più a cena senza sentirsi troppo in colpa. Ma soprattuto hanno la possibilità di fare progetti e tra questi anche un altro figlio , cosa che, ormai , temo per noi non sarà più possibile. Un altro sogno infranto per colpa mia.
Ho fallito su tutti i fronti. E' giusto pagare le conseguenze delle proprie scelte, ci mancherebbe. Così mi è stato insegnato... Ma forse sto pagando troppo e tutto in una volta sola. Se non avessi mio figlio non so come farei, dico la verità. Tempo fa potevo avvalermi del consulto della psicologa del consultorio. Finite le dieci sedute, provai a cercare un altro professionista ma, considerando i costi, chiesi a chi mi aveva seguito se potevano proseguire i colloqui in forma privata. Non ho mai ricevuto risposta, nonostante lei stessa mi disse che , qualora avessi avuto bisogno, avrei potuto contattarla. Sarebbe bastata una semplice risposta, eppure...
Quest' ulteriore delusione mi fa desistere dal cercare qualcun altro. Oltre a tempo, non avrei la possibilità economica e poi, l'idea di ripartire da zero, mi pesa molto.

Perdonate se mi sono dilungata troppo. Un cordiale saluto

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