Non so più studiare

Inviata da Angelica · 16 dic 2020

Buongiorno. Ringrazio anticipatamente il/i dottore/i che vorrà/vorranno rispondermi.
Ho 21 anni e frequento il secondo anno di un corso di laurea che non era la mia prima scelta, ma che mi piace molto lo stesso, anzi forse di più: questa strada, seppure inedita nelle mie previsioni, mi soddisfa e mi pensare con felicità al mio futuro.
Sin dalla scuola materna, sono stata la prima della classe: la più svelta, riflessiva, talentuosa e il mio motto è sempre stato quello di cercare di eccellere soprattutto nelle materie dove mi sentivo più debole, perchè sarebbe stato troppo semplice puntare solo sui miei cavalli di battaglia. Insomma, con grande determinazione e voglia di migliorarmi, sono arrivata in quinta liceo classico con il massimo dei voti. Ho sempre studiato tanto, ma a metà del liceo mi sono accorta che anche studiando poco ottenevo comunque risultati brillanti, perchè agli occhi dei miei professori ero sempre il massimo, anche se la mia prestazione non era perfetta o era deficitaria. Io sapevo che lo era perchè avevo studiato poco e non benissimo, ma loro mi hanno sempre giustificata e, sempre di più, innalzata. Il problema è stato che arrivata all'Università i miei professori non c'erano più e ho capito che la ragazza perfetta e brillante in tutto era sparita con loro: ora, se voglio ottenere il massimo, devo dare il massimo anche nello studio e farlo con impegno, intensità e regolarità. I professori universitari non mi conoscono e non mi scuseranno: se valgo 18 mi daranno 18. Ecco, dall'inizio dell'Università sono bloccata in questo limbo senza via d'uscita: non riesco a studiare, so qual è il bandolo della matassa, so il motivo (e cioè che mi sono disabituata, abituandomi invece a ottenere tutto facendo il minimo), ma il mio blocco inizia qui ed è qui che ho bisogno d'aiuto: non a capire perchè, ma come. Come posso ricominciare a studiare bene e con metodo, cosa devo fare? Ogni sera mi faccio un programma di studio per il giorno dopo, ma il giorno dopo puntualmente non faccio nulla, i libri non vengono aperti, non vengono sottolineati e me ne sto lì, pensando che una soluzione la troverò perchè almeno so qual è il problema. Ad aggravare la situazione c'è il fatto che alcuni esami sono un fallimento, in altri me la scampo con voti anche molto alti, perchè in tutti questi anni ho imparato a studiare all'ultimo minuto, ho la parlantina e molto spesso riesco a spuntarla. E questo mi rallenta ancora e sempre di più nel cercare una vera soluzione al problema. Ma questa soluzione non arriva mai.

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Miglior risposta 17 DIC 2020

Cara Francesca,
la ringrazio di aver scritto questa lettera. Innanzitutto mi chiedo se la facoltà che ha scelto sia davvero in linea con quello che è e con quello che vorrebbe essere in futuro. Questo sarebbe determinante per comprendere la natura di questo blocco...
Comunque, nella mia esperienza clinica, ho spesso osservato come la sua età sia sempre di più un momento critico di vita. Certamente ciò ha a che fare col passaggio all'università, ma soprattutto con il senso di identità.
Posso notare, da quello che ci scrive, che in questi anni la sua identità e l'immagine che ha di se stessa e che le viene rimandata dagli altri erano molto affini e che sono andate (quasi) in una unica direzione... mentre devo dirle che l'essere umano è costituito da molte parti (talora conflittuali). Questo non vuol dire che tutto quello che ha costruito di Francesca non valga più, ma che forse ella vada aiutata a crescere e ad evolversi integrandola con nuovi aspetti di sé adesso emergenti.
Inoltre ci tengo a dirle che "la brillante studentessa" non se n'è affatto andata coi professori del liceo! È lei che la vive così! Credo che dovrebbe solo ritrovarla e darle, lei per prima, valore.
A mio avviso potrebbe valere la pena contattare un/a collega che la possa aiutare a ritrovarsi e magari ad arricchire la sua personalità.
Le auguro di essere presto serena.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori informazioni in merito e la saluto cordialmente.
Dott.ssa Verusca Giuntini

Dott.ssa Verusca Giuntini Psicologo a Firenze

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17 DIC 2020

Cara Francesca, non ci si dimentica come si studia e non si passa di punto in bianco dal l'avete un metodo di studio al non averlo. Il punto sembra piuttosto che Lei si è sempre mantenuta sulla performance e sull'apprezzamento relativo. Ha sempre imparato che ha le capacità per fare tutto, ma adesso si scontra con la necessità di mettere alla prova questo e di confrontarsi con una realtà in cui il rischio del fallimento è molto più elevato. Inoltre c'è una tendenza alla procrastinazione, che può essere da un lato spiegata e dall'altro affrontata con alcune tecniche semplici. Ma alla base di tutto c'è un senso che Lei pensa di aver trovato ma che, evidentemente, da solo non basta a sbloccare il problema. Va allora inquadrato in una traiettoria molto più ampia: non si tratta di metodo, si tratta di modalità di mantenimento del senso di sè alla luce di una storia e di un progetto. Quale sia questo progetto, dal Suo messaggio appare tutt'altro che chiaro e definito. Il "come", nel Suo caso, potrebbe ben corrispondere all'intraprendere un percorso. Valuti di contattare un terapeuta. Cordialmente, DP

Dott. Daniel Michael Portolani Psicologo a Brescia

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17 DIC 2020

Gentile Francesca18,
leggo con piacere che ha una buona capacità di riflettere sul suo mondo interno che la rende consapevole e conscia delle possibili motivazioni che non la fanno progredire nello studio; potrebbero però esserci altre motivazioni, meno fruibili, che potrebbero essere messe in luce tramite un'analisi più approfondita del suo funzionamento. Probabilmente il blocco che riferisce è funzionale in quanto potrebbe essere volto a confermare l'idea che ha di sè mentre il superamento dello stesso potrebbe portarla verso l'ignoto e potrebbe anche esporla al rischio di non farcela. Infatti, il meccanismo che lamenta viene comunque riproposto perchè, come dice lei stessa, è frutto dell'abitudine, iper appreso, immediato e inoltre le permette ugualmente di portare a casa il risultato; invece cambiare metodo d'azione richiederebbe un grande sforzo cognitivo e motivazionale, che forse non è disposta ad affrontare.
Rendendomi disponibile per un ulteriore approfondimento, la saluto e le faccio un in bocca al lupo per la sua carriera universitaria.
Cordialmente,
Dott.ssa Carucci.

Dott.ssa Elena Carucci Psicologo a Torino

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17 DIC 2020

Cara Francesca18, nel leggere la sua risposta sento molto dolore, ma allo stesso tempo mi arriva la sua voglia di uscirne. Il suo bisogno di trovare un modo adeguato per studiare ed essere preparata mi arriva chiaramente, tuttavia mi rimangono dei dubbi aperti, per esempio: qual è l'immagine che lei ha di sé, cosa comporta per lei un fallimento, se questa difficoltà a impegnare le sue energie in qualcosa le capita solo nello studio, oppure anche in altri ambiti della sua vita, ecc...Credo che un percorso psicologico, anche online, la potrebbe aiutare a fare chiarezza su questi punti e la potrebbe sostenere nel trovare nuove energie e modalità più funzionali per confrontarsi con il suo ambiente. Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco

Dott.ssa Marinella Balocco Psicologo a Rivalta di Torino

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17 DIC 2020

Gentile Francesca,
pare che quel che provava a fare (smettere di allenarsi, vivendo di rendita) alle superiori, non funzioni più. Un'altra soluzione che prova a mettere in atto è cercare razionalmente una soluzione. Sembra quasi la situazione di un atleta che non ottiene più gli stessi tempi in pista dopo aver smesso di allenarsi e, invece di ricominciare l'allenamento, aspetta una soluzione per tornare a vivere di rendita degli allenamenti passati, di nuovo senza doversi allenare.
Provi delle nuove linee d'azione nello studio anche senza prima razionalizzarle, e se lo ritiene potrebbe essere utile qualche colloquio di orientamento che la aiuti non tanto a colmare mancanze, che non ci sono nel suo caso, ma piuttosto a ritrovare le sue potenti risorse che in passato ha usato con successo, anche se questo può significare provare nuove strategie pratiche. In tal senso, Heinz von Foerster diceva: "Se vuoi vedere, impara ad agire".
Un cordiale saluto
dott. Giovanni Iacoviello

Dott. Giovanni Iacoviello Psicologo a Bergamo

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16 DIC 2020

Buonasera Francesca,
quello che scrive mi sembra molto importante e la sento molto determinata nel cercare una soluzione.

Dice anche che, nonostante un piano di studio ben strutturato, la difficoltà è riuscire ad andare avanti e a volte anche solo iniziare. Purtroppo, mediante questa piattaforma non è possibile fornirle delle risposte esaustive e operative, per cui servirebbe una conoscenza più approfondita di lei e della situazione .

Provi però a fare questo esercizio e porsi queste domande nel momento in cui si trova di fronte al libro da studiare: cosa mi passa per la mente? cosa mi dico a me stessa che mi porta a non aprire quel libro? come mi sento? cosa penso di me in quel momento? provi a darsi una risposta a queste domande e vedrà che forse non è solo una questione di abitudine. Se vuole mi faccia sapere.

Io rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa De Paola





Dott.ssa Catia De Paola Psicologo a Roma

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16 DIC 2020

Buongiorno Francesca,
ha vissuto "di rendita" negli ultimi anni delle superiori. Veniva riconosciuto il suo valore e le sue capacità e ciò alimentava la sua autostima. Una situazione apparentemente perfetta, se non fosse che si è seduta in una "comfort zone", dove con poco o minor studio otteneva risultati positivi, dalla quale ovviamente per uscire deve faticare.
Provi a studiare online con altri studenti, provi a ripetere ad alta voce, si crei dei plan dove indaca cosa e come studiare, una "to do1 giornaliera, settimanale, cerchi la sua tecnica. Un passo alla volta si ritroverà a lavorare e faticare. E a coglierne i frutti.
A disposizione

Dott.ssa Cinzia Moleri Psicologo a Sarnico

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