Mi sento persa e fallita e ho paura di rovinare la mia relazione
Buongiorno, sono una ragazza di 26 anni. Qualche anno fa, terminata la maturità ho iniziato a soffrire di attacchi di panico, non uscivo più di casa e mi sentivo persa, incapace di scegliere e capire cosa fare "da grande". Ho intrapreso un percorso di psicoterapia e iniziato a scrivere. La scrittura e la psicologa mi hanno aiutata e rafforzata, e nonostante qualche momento di oscillazione, sono diventata una giornalista.
Pensavo di aver superato tutto, invece, il peggio doveva ancora arrivare. Da tre anni sto con un ragazzo e so, sento, di amarlo molto. Il primo anno è stato idilliaco, per me era tutto nuovo e stupendo e le cose andavano alla grande. Poi ho avuto una brutta labirintite per due mesi e da lì è andato tutto male. Ho iniziato a piangere di continuo, a sentirmi smarrita e mi ero convinta che il mio ragazzo avrebbe dovuto lasciarmi. L'anno scorso la situazione è ulteriormente peggiorata. Vedendo che lui non mi lasciava, ho iniziato a pensare che forse ero io a doverlo lasciare, innescando un circolo di pensieri (che io chiamo "vocine") del tipo lo ami o no? E se lo ami, allora perché pensi questo? Se pensi questo è perché non lo ami e forse non l'hai mai amato, ma in realtà non vuoi perderlo. Insomma, un circolo vizioso difficilissimo da spezzare. Non mangiavo più e passavo il tempo a piangere, ad mille sensi di colpa per i pensieri che facevo, a sentirmi inadatta e fallita, ad avere ansia e correre in bagno ogni tre secondi. Su consiglio del mio medico, ho iniziato a prendere la sertralina e non ho mai interrotto la terapia con la psicologa. Ho alternato momenti di alti e bassi, ma alla fine sono riuscita a riprendermi e a capire che io amo davvero il mio ragazzo e che ho solo paura di perderlo.
Il problema, però, si sta ripresentando in questi giorni. Stando bene, due mesi fa ho sospeso la sertralina (a poco a poco e dopo un anno e mezzo) ma da lì le cose sono andate male... al lavoro ho sibito insulti e umiliazioni, e la scorsa settimana, a casa del mio fidanzato c'è stata una brutta lite tra lui e i suoi genitori (entrambi siamo precari e viviamo ancora con le famiglie) dove il padre ha fatto capire che io non sono sempre gradita. In questi giorni sto malissimo. Piango tutto il giorno, non mangio e ho paura di tutto. Del futuro, della routine, del cambiamento. Temo di dover lasciar andare il mio amore in modo che lui possa avere un buon rapporto con la sua famiglia. E così sono tornate a galla tutte le vocine e questa volta faccio ancora più fatica a non ascoltarle e a non cedere. Alterno momenti in cui vorrei stare da sola ad altri in cui vorrei stare solo con lui... solo che anche quando siamo insieme, il senso di colpa per i miei pensieri mi tormenta e allora inizio a piangere. In più, tornare a casa sua mi agita non poco, anche se i suoi gli hanno detto che non ce l'hanno con me e che è stata solo una sfuriata. Non dormo, e se dormo mi sveglio di colpo con tachicardia e bisogno di correre in bagno. E piango, piango, piango. Mi sento una persona inutile, una delusione per i miei genitori e per il mio ragazzo. Penso di continuo al futuro, al fatto che prima o poi perderò tutto. I miei genitori stanno invecchiando e sapere che non ci saranno per sempre mi distrugge. E allo stesso tempo anche pensare al futuro con il mio ragazzo mi spaventa... perché stare con lui significa avere a che fare con la sua famiglia e lasciare la mia... sono confusa, vivo di sensi di colpa e arrivo a pensare che se non ci fossi, sarebbe molto meglio. Nemmeno parlarne con la mia psicologa aiuta... e la mia dottoressa mi ha consigliato di riprendere la sertralina, ma io mi sento in colpa anche per il fatto di dover prendere un antidepressivo. Non so più che fare...ho letto in molti form che chi è depresso per prima cosa tende ad allontanare tutti, e per questo tende a rovinare anche la propria relazione. Io ho come l'impressione di essere condannata a vivere per sempre così, in mezzo alla tempesta e tra le lacrime...