Mi sento persa e confusa. Forse è colpa dei miei genitori

Inviata da Claudia · 27 dic 2019

Buonasera a tutti e Buon Natale. Mi ritrovo qui a scrivere perché sono profondamente infelice e insoddisfatta. Sono una donna di 34 anni, avvocato, lavoro presso uno studio legale presso il quale percepisco uno "stipendio" di Euro 1000 lordi mensili, lavorando tutti i gg dalle 9.00 circa alle 19.00, con 0 tempo per dedicarmi a hobby e alla mia vita privata. Premetto che sin da piccola non sono mai stata la classica bambina che sognava il matrimonio ma la carriera, di trovare un lavoro che mi portasse all'indipendenza economica e sono sempre stata molto sognatrice, molto idealista, mi è sempre piaciuto aiutare gli atri. In questo però ho sempre trovato l'opposizione dei miei genitori, i quali hanno una mentalità molto chiusa, non viaggiano, non vanno mai fuori, per loro esiste solo il lavoro con un'esistenza "normale", senza ideali, senza sogni, una volta ho provato anche a collaborare con un'associazione per la difesa degli animali ma mia madre un pomeriggio mi tempestò di telefonate urlando al telefono che ero fuori dal pomeriggio e cosa dovevo fare? secondo lei andare in giro a dare da mangiare ai cani come quella matta della socia dell'associazione??? Purtroppo il lavoro che ho non mi permette di andare via di casa, quindi per un motivo o l'altro devo dare di conto ai miei di tutto, se ho una telefonata spesso devo chiudermi in qualche stanza o rifiutare la chiamata perché mi ritrovo sempre tra le scatole loro o mia sorella che mi fanno il terzo grado su chi fosse. anche per questo motivo in tutte le mie cose parto in quinta ma poi piano piano mi demoralizzo fino a perdere interesse perché so già che verrò ostacolata. rapporto con gli uomini idem...per loro non esiste frequentazione...per loro se esco con qualcuno sembra già che mi sia fidanzata. Questa situazione me la stavo facendo andare bene , avevo iniziato addirittura a frequentare ragazzi secondo i gusti dei miei, così sarebbero stati contenti e soddisfatti di me e avrebbero fatto bella figura con gli altri fino ad agosto scorso. Realizzo uno dei miei sogni: parto per l'Africa con le mie amiche. anche qui prima di partire non vi dico...secondo mio padre stavo andando in guerra ed ha iniziato a caricarmi di ansia. Vado in africa e succede quello che mai avrei pensato...mi prendo una sbandata per un ragazzo del posto...senza che fosse successo niente di fisico, ma mi sembra davvero una persona che conosco da una vita. Conosco le dinamiche tra masai e turiste ma lui mi è sembrato diverso, ho notato la differenza tra lui e gli altri. La cosa mi sconvolge al punto che torno in italia e inizio a soffrire di attacchi di ansia e a piangere tutti i gg, perché sentivo di aver deluso i miei solo per il fatto di provare qualcosa per un ragazzo che non sarebbe l'ideale per un genitore. dopo 2 mesi di malessere scrivo una lettera a mia madre dove le dico che con lui avevo chiuso brutalmente tanto che lui ci era rimasto male e che avevo chiuso solo per loro, non per me. Lei fa tutta la comprensiva dicendo "vabbè tanto hai chiuso no?! io ti accetto così come sei, per me vai bene"ecc...finchè non le dico che in realtà anche se avevo chiuso il sentimento non si era spento. non vi dico la reazione...mi ha proibito di tornare li, che mio padre non avrebbe approvato, che io non posso mantenere nessuno ecc....volevo farle vedere na foto di lui ma lei con la faccia quasi schifata mi ha risposto "non voglio vedere la foto di nessuno!". lì ho capito che non avrebbero mai accettato la mia relazione con uno straniero...che da un lato mia madre aveva ragione per quanto riguarda il mantenerlo, ma dall'altro avevo anche provato a spiegarle che ci sono altri masai qui che sono sposati e lavorano regolarmente (suo fratello ad es.). ho di nuovo chiuso con lui provando a trattarlo male, ma o lui o io passavano 2 gg e riprendevamo a scriverci. addirittura un sabato notte dopo 3gg di silenzioricevo un suo mese. con scritto "quando mi chiami?"e al mio cosa c'è ? lui ha risposto "niente". questo per dire che la voglia di sentirci si faceva sempre sentire, che non riusciamo a chiudere. in questi giorni sto mandando c.v. ovunque per poter andare via di casa e avere una totale indipendenza, ma forse sono troppo vecchia per il mondo del lavoro. ieri ho colto l'occasione del natale per dire ai miei che ho adottato un bambino a distanza di quella località e che ho intenzione ad agosto di tornare e andarlo a trovare, l'associazione è gestita da italiani quindi sto tranquilla e ieri sembravano d'accordo, oggi mia madre appena le ho fatto una battuta sul dover andare via per amore mi ha fulminata dicendo "non vai via. evi stare qui". io un viaggio sola non l'ho mai fatto, infatti sono terrorizzata dal dover fare un volto oltreoceano senza conoscere nessuno, ma ho anche pensato che se non inizio a fare qualcosa non taglierò mai il cordone. il problema è che mi assale l'ansia, la paura di essere cacciata di casa, la paura di perdere la mia famiglia e i sensi di colpa. dall'altro lato mi dico anche che ormai viviamo in una società aperta in cui si viaggia, non è detto che debba fidanzarmi per forza con un mio compaesano...ci sono tante coppie che si formano così...e non vorrei precludere la possibilità di tornare li e capire meglio. non lo so forse sono io che ho qualche disturbo mentale...grazie per avermi letto.

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Miglior risposta 28 DIC 2019

Gentile Claudia, nonostante le parole siano scritte, arriva comunque il suo calore. La situazione che lei descrive, oltre ad essere comprensibile, è molto delicata, in particolare sembra che in ballo ci sia una sensazione di ambivalenza tra il dover-voler rimanere fedele alla sua famiglia e l'esplorare la vita ricercando nuovi stimoli personali. Le auguro di inseguire e raggiungere i suoi obiettivi, spesso ci si trova incagliati nel dubbio, per andare oltre o sentirsi più sicuri o meno soli un percorso supportivo potrebbe essere una buona spinta.
Buon lavoro.
Giulia Bondone

Dott.ssa Giulia Bondone Psicologo a Novi Ligure

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30 DIC 2019

Gentile Claudia,

Un conto è metterla dal punto di vista del "disturbo mentale" e pensare di essere una persona in qualche modo sbagliata, un conto è che lei possa concedersi di pensare di avere delle difficoltà che la fanno stare male e di avere bisogno di qualcuno che la aiuti a stare meglio.

Lei ha scritto delle paure che la assalgono all'idea di lasciare casa: in parte sono paure legate agli aspetti pratici e in parte sono, come sottolinea, legate alla paura di compromettere il rapporto con la sua famiglia di origine.
Mi sembra che siano cose di sé che riconosce di voler cambiare: si faccia aiutare a farlo.
Cari auguri di Buone Feste,

Dott. Matteo Albertinelli

Dott. Albertinelli - TuoPsicologo Psicologo a Selvazzano Dentro

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