L'uomo che studia impiedi
Salve. Sono un adulto e a suo tempo non terminai il percorso scolastico. Nella scorsa stagione mi sono re-iscritto alla scuola pubblica serale, un triennio per conseguimento della maturità. Con tutte le difficoltà che mi sono trovato ad affrontare, ce n'è una un po' particolare, mi accorgo di non riuscire a stare a sedere per studiare, cerco di sfuggire a quella situazione-posizione in tutti i modi, certo si anche per svogliatezza e stanchezza.
Quando mi ritrovo all'ultimo giorno con un compito alle porte e devo correre ai ripari ,finisco dalla scrivania a dover passare in cucina, cambiando posizione, seduto ginocchia al petto come gli Indù, di sbieco ho intervallato la lettura con mille piccole attività, per poi, stringendosi i tempi, mettermi a leggere scrivere ecc. in piedi.
Intimamente ciò posso ricondurlo ad un'esperienza traumatica avvenuta ,nei primi anni delle elementari .
I miei genitori: stanchi di sentirsi dire che non facevo i compiti per casa, decisero di intervenire e lo fecero per come erano e con i mezzi che avevano. Mi obbligarono alla scrivania per un pomeriggio intero fino a sera imponendomi di fare tutti i compiti, quelli in corso la cui consegna sarebbe stata all'indomani, tutti quelli segnati per le settimane precedenti che trovarono, e gli altri impegni che sarebbero stati per le settimane a venire.
Certo non avevano i mezzi per aiutarmi in quell'impegno, lo strumento fu quello di brutalizzarmi, grida e percosse per tutto un pomeriggio. Immagino che leggendo quanto detto chiunque possa fare in collegamento tra i due fatti, eppure per me il collegamento non è stato cosi immediato. E mi chiedo quanto il fatto di cui sopra possa ostacolare il mio intento.