L'Eritrofobia mi ha rovinato la vita
Salve, ho 20 anni e soffro di eritrofobia, alla quale, col tempo, si sono aggiunti tanti altri problemi. Sarà la seconda volta che ne parlo in tutta la mia vita, tutti credono che sia un ragazzo normale, solo molto pigro. Non studio, non lavoro e questo mi mette molto più a disagio con le persone in quanto non so mai cosa rispondere alla domanda: "cosa fai nella vita?". Sono bloccato, combatto ogni giorno con la mia testa e ogni scelta che compio e ho compiuto fin quì è/è stata condizionata dalla mia malattia. Da piccolo ero molto estroverso(dal poco che ricordo poichè la mia memoria peggiora sempre di più) solo a scuola ero molto inibito in presenza delle maestre e mi capitava di diventare rosso quando venivo interrogato ; un anno ho avuto anche mia zia come maestra e ricordo che rimase colpita dal fatto che il mio comportamento fosse totalmente opposto a casa; fino alla fine delle scuole medie il problema però era ancora sopportabile e non così invalidante. I miei amici mi rispettavano e, essendo quello "forte" del gruppo mi capitava spesso di prendere in giro e umiliare gli altri tuttavia da un momento all'altro ho iniziato a pentirmi di questi miei comportamenti e a chiedere scusa ma l'effetto è stato devastante: iniziavo ad essere io quello preso in giro, avevo perso la capacità di difendermi e venivo ignorato.
A scuola ero molto bravo, finchè non sono arrivato al liceo in cui ho rischiato più volte la bocciatura. Nello sport ero molto bravo, il mio sogno era di diventare un calciatore professionista, tutti credevano in me, mio padre, gli allenatori che ho avuto, ma a un certo punto della mia vita ho mollato tutto, avevo perso la capacità di giocare, non riuscivo a controllare la palla, passarla, ero lento nei movimenti e nel ragionare... l'insicurezza e la paura avevano invaso anche quella parte della mia vita. Non ho mai avuto mai una ragazza seppur da ragazzino, essendo abbastanza carismatico e carino, ho avuto diverse occasioni non sfruttate poichè molto selettivo; ora invece non riesco a guardare una ragazza negli occhi per più di mezzo secondo e parlarci senza balbettare o dire idiozie. Non mi fido delle persone, per questo non parlo mai dei miei problemi, sento amici che diffondono come nulla fosse segreti di altri amici.
Questo maledetto rossore mi ha rovinato la vita, non so perchè io stia scrivendo, non so nemmeno se avrò il coraggio di leggere eventuali risposte, me ne vergogno, qualche anno fa ho fatto una seduta da uno psicologo, ma dopo avergli spiegato una volta il mio problema, da lui non compreso e semplificato, ho deciso di non andare più. Parlare di tutto ciò mi fa male, provo vergogna, è un problema che non ho mai voluto davvero accettare. Oramai mi sento me stesso solo quando mi ubriaco e, scherzo del destino, faccio una fatica immensa a bere perchè solo l'odore dell'alcool mi provoca nausea, ma il gioco vale la candela.
Sono uno che si abbatte facilmente quando fa qualcosa di sbagliato e ci sta male per giorni, non riesco ad odiare le persone, pratico oramai amatorialmente tanti sport(pur amando la competizione, ma che non riesco a sostenere), e sono felice quando faccio ridere qualcuno. Amo ridere, ma sono davvero triste. Nascondo le mie emozioni da troppo tempo e, conoscendomi ho paura che potrei farlo fino alla mia morte , negando il mio diritto a vivere, dato che la mia è più una sopravvivenza. Volevo solo un po' sfogarmi, non so nemmeno se la vorrei una risposta, ho passato così tanto tempo a cercare una soluzione che forse dentro di me sono convinto che non ci sia.
Ho omesso tante cose, o per volontà(considerate che per me è già uno strazio scrivere tutto questo), o per dimenticanza.