La sua famiglia non mi vuole aiutare

Inviata da Carlotta · 28 dic 2020

Ho capito che ad allontanarmi da questa storia da sola non posso farcela. Sto con il mio ragazzo da tre anni e mezzo e credo di non essere stata mai felice, nonostante me ne sia innamorata perdutamente. L'ho conosciuto a 18 anni, lui 28, ben 10 anni di differenza, esigenze completamente diverse, lui medico, io ancora al terzo anno di medicina. Se prima pensavo che il problema fosse questo, ad oggi, passati quasi 4 anni, ho capito che il problema sono io. La sua famiglia non mi accetta. Vengo da una famiglia umilissima, con una madre casalinga e un papà piccolo imprenditore commerciale, licenza media. I suoi genitori sono medici, provenienti da famiglie facoltose, che probabilmente si augurano altro per il figlio. Conoscevo la sua famiglia prima ancora di incontrare il mio ragazzo,in quanto ero stata una loro paziente, persone relativamente disponibili e gentili, e "quasi" totalmente indifferenti da quando ho iniziato una relazione con loro figlio. La madre, le poche volte che ha incontrato la mia, ha addirittura professato di essere dispiaciuta che due dei suoi figli (tra cui il mio ragazzo) non abbiano una storia nè intenzione di farla diventare nonna, come se io non esistessi. Ho cercato di parlare dell'atteggiamento di sua madre con lui, ma oltre che evitare l'argomento come la peste, mi ha addirittura detto che non può rispondere lui di un atteggiamento "di imbarazzo di sua madre". I suoi fratelli evitano qualsiasi rapporto con me, nonostante in ricorrenze come il loro compleanno, abbia cercato un contatto con loro, mai corrisposto. Di riflesso, anche il mio ragazzo evita la mia famiglia e relazioni con loro. Conosco pochi suoi amici, i più stretti, non sono mai stata presentata come "la sua ragazza" a nessuno dei suoi parenti o amici/conoscenti. Non conosco nessuno. Ciò nonostante credo che mi ami, ma sia fortemente condizionato dalla famiglia e dalla loro insoddisfazione. E poi ci sono io, triste, mortificata, piena di complessi di inferiorità, inadeguata, presa sempre da sbalzi d'umore ricorrenti che cerco di soffocare continuamente ma che puntualmente ritorno. L'ho lasciato più volte, lui tornava, io tornavo. Non riesco ad uscire da questa storia, ogni volta che ci provo sono presa dall'ansia, da attacchi di panico, insonnia, non mangio, quando ho cercato di lasciarlo sono arrivata a pesare 48 kg. Non riesco a vedermi senza lui ma ciononostante vorrei uscirne per trovare un po' di felicità e sentirmi appagata. Sto ancora più male quando vedo il loro atteggiamento completamente entusiasta nei confronti della fidanzata di un altro figlio, solo perché di una famiglia più facoltosa. Oggi ho 22 anni, più consapevole ma incapace di troncare, non so come uscirne, cosa dire, cosa fare. Credo che lui sappia di questo mio malessere, ma continua a negarlo anche a stesso, e io non riesco a dire lui "la tua famiglia non mi vuole" perché negherebbe, e mi sentirei ancora più triste e incompresa. I miei genitori mi sostengono, sono convinti che io non sia ben accetta, ma sanno anche che sono molto innamorata e debole. Ho paura di perdere la testa, di compromettere i miei studi. Non vedo la luce in fondo a questo tunnel. Vi prego di aiutarmi a fare chiarezza.

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Miglior risposta 29 DIC 2020

Cara Carlotta,
sembra che questa storia la stia mettendo duramente alla prova sia da un punto di vista psicologico che fisiologico.
Provo tristezza nel leggere che lei si definisce "il problema" in questa relazione. Secondo la terapia gestaltica, non siamo mai esseri isolati dal contesto nel quale viviamo e quindi possiamo essere tutt'al più portatori di un sintomo che nasce dalla situazione, ma mai dei problemi in prima persona.
Nel suo caso, sembra che l'atteggiamento ambiguo e poco posizionato del suo ragazzo sia un elemento che contribuisce ad alimentare la sua disistima, la sua tristezza e la sua ansia. Per questo le consiglio di partire da sé, cercando di chiarire a se stessa di quale sostegno ha bisogno in questo momento per comunicare il suo stato d'animo al suo ragazzo, assumendosi pienamente la responsabilità dei suoi sentimenti, e senza partire dal fatto che la sua famiglia possa o meno essere propensa ad accettarla.
Le auguro di trovare il coraggio di fare ciò che è buono per lei. Rimango a disposizione in caso di qualsiasi dubbio.
Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco

Dott.ssa Marinella Balocco Psicologo a Rivalta di Torino

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28 DIC 2020

Cara Carlotta,
la famiglia del suo moroso si comporta in conseguenza dei "metamessaggi" che lui trasmette ad essi. Se il suo moroso trasmettesse ai famigliari e agli amici che lei è seriamente la sua fidanzata di cui lui è perdutamente innamorato, nessuno di questi avrebbe con lei l'atteggiamento che descrive.
Io intravedo tra le sue parole una bassa stima di sè. Al di là delle origini e degli studi intrapresi, un uomo deve vedere nelle sua donna un immenso valore.
Se lei coglie che quest'uomo non riconosce in lei una gemma preziosa da custodire ed esibire......... lascio a lei la conclusione.
con affetto
Dott.ssa Stefania Scotto

Dott.ssa Stefania Scotto Psicologo a Laveno-Mombello

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