Buonasera, ho 33 anni e da sempre (prima dell'adolescenza) piango per qualsiasi cosa (positiva o negativa). Ma se quando succede per i film canzoni o cose simili va bene, in altre occasioni mi crea davvero problemi (quando discuto con qualcuno ad esempio) perché poi inizio a piangere e non smetto per almeno 10/15 minuti e riuscire a terminare un discorso é davvero difficile. Comunque ribadisco che lo faccio da sempre quindi non dipende da un "momento delicato". non so proprio come fare a non piangere, a volte ci provo ma la situazione non cambia. So che non esistono metodi standard, ma vorrei sapere se potete consigliarmi qualche "strategia" per ovviare al problema, perché un percorso terapeutico proprio non posso permettermelo. Ringrazio anticipatamente chi vorrá rispondermi
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
22 GIU 2015
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Alessia,
il pianto potrebbe essere un modo per regolare l'energia che le attivano le emozioni.
Per questo le succede in occasioni diverse; l'elemento comune tra loro è che sta provando un' emozione.
Ora, fermo restando che le emozioni sono importanti e essenziali per il benessere delle persone, è comprensibile che scoppiare in un pianto dirotto e che, per giunta dura 10 minuti, possa crearle disagio.
Naturalmente il suggerimento primo sarebbe quello di chiedere una consulenza ad uno psicologo della sua zona o al consultorio della asl, ma, data la sua specifica, le lascio quì qualche mio pensiero.
Provi ad immaginare che questa sua caratteristica del pianto non ci sia più e che la sua speranza di non avere più questa reazione si sia realizzata: cosa succederebbe? come si comporterebbe?
Provi a fare "come se" fosse già tutto risolto.
Nel contempo, potrebbe esserle utile dedicarsi ad attività espressive (danza, teatro, musica, pittura...). Si consenta, cioè, di imparare un canale alternativo al pianto per esprimere le emozioni quando si fanno intense.
22 GIU 2015
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Buongiorno Alessia.
Per essere precisi quando si afferma di non potersi permettere un percorso terapeutico si dice sempre mezza verità; l'altra mezza è che se ne ha paura (paura di cambiare).
Quindi, affrontando il paradosso di voler cambiare senza cambiare, provo a darle un consiglio.
La regola aurea (non scritta) di ogni psicoterapia è che la vita è teatro: noi recitiamo sempre.
Talvolta ci accorgiamo mentre lo stiamo facendo; altre volte siamo così inseriti nel personaggio da dimenticarcene.
Lei recita la sofferenza inconsolabile: fatto frustrante, ma che la pone al centro delle attenzioni, anche non volendo. Anche la simpatia pone al centro delle attenzioni: provi a pensare come lei potrebbe recitare la simpatia.
Con simpatia,
Pietro De Santis