Dipendenza affettiva e instabilità relazionale

Inviata da Utente · 16 nov 2020

Buonasera, è la prima volta che scrivo su questo forum ma cercherò di essere il più chiara possibile. Ho un grosso problema a relazionarmi con le persone, quando trovo una persona con cui sento di poter instaurare un buon rapporto di amicizia, ( generalmente perchè la vita mi porta a passarci del tempo insieme altrimenti io tendo a evitare di intraprendere nuovi rapporti con le persone al di fuori dello stretto necessario) subito mi attacco a quella persona al punto da dipendere completamente da quella per il mio benessere mentale e fisico e arrivo a cambiare me stessa e i miei obiettivi in sua funzione, facendo di tutto pur di non perderla perchè mi sembra di non poter più vivere senza. Ovviamnte tutte le relazioni ( intese come rapporti di amicizia in quanto ho sempre rifiutato relazioni d amore che non saprei minimamente gestire) da me intraprese in questo modo finiscono in malo modo con tagli netti e l allontanamento mio o dell altra persona ( che è sempre un riflesso al mio allontanamento che arriva per primo) e questo mi porta a entrare in depressione (ho avuto già 3 ricadute tutte in seguito a amicizie finite male) fino a che non trovo un altra persona a cui dedicarmi completamente per riempire il mio vuoto. Questa cosa va avanti da troppo tempo, dalle elementari a medie superiori e anche adesso che sto frequentando l università. Non sono più in grado di gestirla, fa male a me e ovviamnte anche alle persone che hanno la malaugurata sorte di incontrarmi. In tutto ciò ho un unica grande amica che mi è rimasta vicina da anni e con cui credo si sia creato un rapporto di dipendenza a doppio, ma il mio attaccarmi continuamente e a turno a nuove persone ha messo in crisi anche questo rapporto e questo fa crescere in me il desiserio di allontanarmi dalle altre persone a cui mi attacco, per cercare di salvare quell unico rapporto in cui sento di poter essere veramente me stessa. Negli altri rapporti c'è sempre qualcosa che mi porta ad allontanarmi, oltre alla paura sopra detta, come il fatto che non riesco a sentire più l idillio iniziale nel rapporto, mi sento finta e stanca nel rapporto (ovviamnte se cerco sempre di cambiare per farmi accettare dalla suddetta persona) e non volgio perdere l amica con cui ho il rapporto più profondo. le volte in cui ci siamo distaccate io non riuscivo a dormire ne mangiare bene con ansia e difficoltà a fare qualsiasi cosa e questo stato è rimasto, pur allevandosi, ma rimasto fino a quando non ci ho ripreso contatti. Ma anche gli altri allontanamenti mi hanno portata in depressione quindi nessuna scelta è definibile come "buona". Vorrei poter evitare di stringere altri rapporti, idealmente fuggire in un posto deserto e lontano da tutti ma inevitabilmente la vita mi porterà in contatto con nuove persone ogni volta. In questo caso vorrei perlomemo evitare di attaccarmi ad altre persone con cui tanto finisce male e rimanere fedele al mio rapporto di codipendenza ma non so perché rovino sempre tutto.
Ultimamente inoltre mi capita di non riconoscermi padrona della vita che sto vivendo come di guardarmi "dall esterno" mentre faccio cose che non sento farei o intrattengo rapporti con persone che non vorrei in un "ma perché lo stai facendo se sai che lo fai finire sempre male? Fermati, tu non vuoi questo" e mi sento in trappola. Inoltre cambiando il mio carattere a seconda della persona a cui mi lego non riesco più a capire chi sono perché in quel momento, con quella persona determinata, arrivo quasi a sentirmi me stessa (per mascherare l altrimenti senso di inadeguatezza e finzione) ma poi quando cambio persona entro in confusione su "chi dovrei essere". Come risultato, a parte la mia amica più grande, nessuno mi conosce vermamte (questo mi è stato detto) e gli altri avvertono questi cambiamenti di modo di essere.
La mia situazione familiare è più che disastrata, i miei sono divorziati, vivo con mio padre e ho quasi zero rapporti con mia madre che si è trasferita e con cui comunque non ho mai avuto un vero e proprio rapporto.
Sto facendo un percorso da qualche mese di tipo comportamentale (non so se si dica così, analizziamo le situazioni problematiche del quotidiano per vedere come trovarvi rimedio) ma non so se forse per me sarebbe più appropriato un percorso più approfondito? Per questo scrivo qui per chiedere consiglio, è giusto il percorso che sto seguendo? E che tipo di disturbo potrei avere? (So che non si possono fare diagnosi online ma il mio terapeuta non mi ha ancora parlato di "disturbo" e non so, chiedere informazioni su questo argomento oltre a far sentire meglio me sarebbe utile ai fini della terapia?). Nella vostra esperienza lavorativa avete incontrato casi come il mio e ci sono buone possibilità di migliorare la condizione? Sono stata diagnosticata con depressione ,per cui prendevo farmaci, in passato ma credo ci sia dell altro, (ho anche avuto pensieri suicidiari ma non sono mai andata oltre la premeditazione, per mancanza di coraggio ovviamnte.) Ringrazio chi ha letto fino a questo punto e mi scuso se risulta un po confuso e asoetto i vs pareri

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Miglior risposta 18 NOV 2020

Gentile Utente,
nel suo lungo scritto già ci sono definizioni e descrizioni sufficienti, a partire dal titolo che credo lei stessa abbia dato. Quello che ritrovo tra le sue parole è un gran senso di vuoto che lei colma aggrappandosi a qualcuno, anche se la relazione la terrorizza, o meglio l'abbandono, al punto che è lei per prima ad allontanarsi, dopo aver cercato di adattarsi per essere come l'altro la vorrebbe. Le suggerisco di parlare di tutto ciò con il terapeuta che la sta seguendo perchè possiate insieme valutare se il percorso le è di aiuto oppure no. Un terapeuto competente e serio, dopo una fasi iniziale, sa valutare insieme al paziente se il percorso che si è strutturato funziona, dà risultati o se occorre modificare qualcosa o, in alcuni casi, inviare ad un collega più adatto per lo specifico caso.
La situazione familiare, che lei definisce disastrosa, ha senza dubbio una parte importante nel modo in cui lei ora vive le relazioni con gli altri. Merita di essere approfondita con attenzione.
Le auguro giorni più sereni
Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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18 NOV 2020

Gentile utente, la sua valutazione mi sembra piuttosto corretta. Probabilmente soffre di un disturbo di personalità dipendente, ma è presente anche una componente evitante o fobica. Ovviamente Lei non ha nessuna colpa, ma come accenna, probabilmente le difficoltà nel rapporto con sua madre le hanno impedito una piena realizzazione del suo Sè. Non ci dice la sua età, ma suppongo sia inferiore a 40 anni. Le sue facoltà cognitive mi sembrano ottime. Lei ha molte possibilità di migliorare la sua condizione, però occorre un investimento di tempo ed impegno. Le raccomando di affidarsi ad un/una terapeuta estremamente stimata e qualificata. Ad esempio il fatto che la professionista attuale non abbia espletato i tests opportuni per giungere ad una diagnosi precisa di personalità, e non l'abbia informata, non mi fa una buona impressione, ma naturalmente non posso e non devo porre una giudizio in merito.
Resto a disposizione
Un cordiale saluto
dr. Leopoldo Tacchini

Dott. Leopoldo Tacchini Psicologo a Figline Valdarno

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17 NOV 2020

Salve, mi spiace molto per il disagio e la situazione. Ritengo essenziale intraprendere un percorso psicologico finalizzato a conoscere le cause ed i fattori di mantenimento del disturbo, c'è un'intenzione suicidaria nel suo passato che è meritevole di attenzione approfondita. Per fare diagnosi sono necessari degli incontri con un professionista, le consiglio di evitare di cercare troppe info su internet, tendono a disorientare ancora di più.
Cordialmente, dott. FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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