Cosa devo fare o a chi posso rivolgermi per un aiuto?
Inviata da Lilly95 · 11 nov 2020
Sono una ragazza di 25 anni, ho sempre sofferto di ansia e depressione con crisi dove arrivavo anche a farmi del male da sola fisicamente senza pensarci , picchiandomi da sola o tirando testate al muro e mi rendevo conto di ciò che fosse accaduto solo quando tornavo lucida o alcune volte se mi facevo troppo male che lo scordato anche e me ne accorgevo dai lividi o dai dolori.
Per un periodo sono andata in cura da una psichiatra che mi aveva prescritto lo xanax e un altro medicinale ma dopo qualche mese ho deciso da solo di smettere perché mi sentivo sempre rincoglionita ed ero diventata apatica su ogni cosa, mi sentivo uno zombie. Ho cominciato allora a sfogarmi sul cibo, abbuffandomi di continuo... tanto più che ero ingrassata tantissimo e sia mia madre che molti miei amici avevano cominciato a prendermi in giro... da lì ho ricominciato ad avere le crisi e ho cominciato a non mangiare più e se mangiavo a vomitare e a fare almeno 1 ora di esercizio al giorno. Ogni giorno sta diventando sempre peggio ,più dimagrisco e più mi vedo grossa , non mi basta mai , appena mangio qualcosa mi sento superino colpa, non riesco a non pensarci e mi vengono le crisi. Litigo sempre anche con il mio ragazzo per questa cosa e la cosa non mi aiuta affatto. Sono alta 1,57 e sono arrivata a pesare 41,5 e ho paura nel continuare così, ma non so davvero cosa devo fare...
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12 NOV 2020
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Buongiorno Lilly,
è molto importante e positivo che lei cerchi aiuto, dimostra consapevolezza e desiderio concreto di stare meglio. Quello che può fare è provare a rivolgersi all'Asl per valutare che servizi offre o anche a centri che possono esserci sul suo territorio che trattano disturbi alimentari o che offrono spazio ai giovani per portare le loro diffcoltà. Suggerirei un centro, privato o pubblico, a seconda delle sue possibilità, perchè il suo tipo di disagio può essere meglio affrontato attraverso una rete di professionisti.
Le auguro di iniziare presto un percorso adatto a lei.
Dott.ssa Franca Vocaturi
12 NOV 2020
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Ciao Lilli 95, scusami se posso sembrare diretta ma è necessario che trovi sul tuo territorio uno psicoterapeuta emdr e cognitivo comportamentale per iniziare una psicoterapia abbinata a una terapia farmacologica. La terapia farmacologica deve sempre essere abbinata ad una psicoterapia. La terapia farmacologica serve per tenere sotto controllo la sofferenza ma per capire ed imparare a gestire quella sofferenza è necessaria una psicoterapia. Cerca un terapeuta che può seguirti anche on-line perché se dovesse ritornare un lockdown comunque avrai un sostegno. Inoltre cara Lilli non va bene che tu abbia interrotto la terapia da sola senza confrontarti col tuo psichiatra che avrebbe potuto cambiarti la terapia.
Se hai bisogno di qualsiasi informazione,approfondimento sono disponibile anche per una consulenza online.
Dr.ssa Romina Bove psicoterapeuta emdr e cognitivo comportamentale( Modena)
12 NOV 2020
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Gentile Lilly, è molto importante la sua richiesta di aiuto.
È riuscita a trovare un momento per ascoltarsi e mettere a fuoco tutti quei comportamenti disfunzionali che in 2ualche modo la fanno soffrire e la gettano nello sconforto.
I gesti autolesivi mascherano una forte sofferenza, così come lo sfogo sul cibo, che andrebbe sicuramente contenuto in un percorso psicologico adeguato alle sue esigenze, in modo da poter uscire dal tunnel e ritrovare la luce.
Resto a disposizione per qualsiasi informazione.
Dott.ssa Maria Cristina Gentile
12 NOV 2020
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Buongiorno,
leggendo le sue parole mi sono fatta l'idea - che a distanza può essere solo un'ipotesi - che l'ansia sia solo una parte del suo problema. Mi sembra che l'umore oscilli fra momenti in cui è attiva in modo fisso e rigido e momenti in cui si lascia andare e diventa apatica.
In più ci sono i comportamenti di autogestione, che potrebbero essere il tentativo di soffocare un dolore psichico in un dolore fisico, ma per il momento non mi è chiaro né se l'ipotesi sia vera, né il perché.
Oltre ai farmaci, mi sembra che l'azione cruciale sia arrivare ad una diagnosi certa delle cause della sua sofferenza senza volerle imporre un cambiamento dall'esterno. Da lì si potrà iniziare la cura, cioè un cambiamento diretto da lei e che viene dall'interno.
A tal fine indico un/una psicoterapeuta di area psicoanalitica, esperto/a che sia disposto/a a fare sia diagnosi che percorso di cura.
dott.ssa Giuliana Gibellini
12 NOV 2020
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Gentile Lilly,
la sua è un richiesta d'aiuto e come tale voglio intenderla.
Pertanto occorre prendersi CURA di se stessi a tutto tondo iniziando con un buon percorso psicologico (in questo periodo va bene anche quello online) in cui affrontare fin dal primo incontro l'aspetto del rapporto con il cibo sbloccando questa dinamica che le è scappata di mano si lavora successivamente con quello che ancora non si è sistemato.
Occorre procedere con ordine assegnando delle priorità alla gestione di una situazione complessa, occorre sbloccare un pezzetto alla volta gli ingranaggi arrugginiti affinchè possa ritrovare benessere e la forza vitale necessari alla vita quotidiana.
Cordialmente
Dr.ssa D'Amico Maria-Francesca
11 NOV 2020
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Cara Lilly, I gesti autolesivi che compiva su di sé erano probabilmente un modo per non dover avere a che fare con la sofferenza che si porta tutt'ora dentro e che Le causa problemi nel rapporto con il cibo.
Sarebbe molto importante per Lei, attraverso un percorso psicologico, comprendere la natura della Sua sofferenza, per elaborarla e ripararla, per darsi modo, attraverso la consapevolezza, di sviluppare risorse da utilizzare nel vivere in maniera sana e adeguatamente se stessa e le relazioni attorno a Lei.
Le auguro buona fortuna e tranquillità.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.