Come si affrontano i parenti che ti vogliono male?

Inviata da Grazia Langella · 30 lug 2021

Ciao a tutti, sono Grazia e ho 19 anni. Sono una ragazza tranquilla, di buona famiglia. Sia io che la mia famiglia (sorelle, genitori) siamo bravissime persone, calme e soprattutto oneste con gli altri in primis e con noi stessi.
Viviamo in un edificio con esclusivamente parenti all’interno (zii, cugini, nonni) che abbiamo costruito con tanti sforzi e sacrifici, in particolare mio padre, che ancora oggi, riporta i segni di sofferenza psicologica. Mia madre è una persona emotiva e sensibile che, per anni, è stata costretta a subire le angherie, non soltanto delle sorelle che si sono rivelate il peggio di loro, ma anche di suo padre (uomo che, secondo me, ha sofferto e soffre di deliri di onnipotenza). Il problema è nato da circa un anno, quando una delle mie zie, assieme a sua figlia, che in teoria, dovrebbe essere mi cugina, si sono coalizzate e rendono la vita impossibile alla mia famiglia. Cercano in tutti i modi pretesti per litigare e ci fanno dispetti di ogni tipologia, arrivando addirittura ad essere distruttive. Non sono fatalista, ma la loro negatività e invidia stanno dilagando a discapito della nostra tranquillità e buon senso. Mia madre, desidera, per non soffrire e subire le ingiustizie da parte di sua sorella, cambiare abitazione per spostarci da tutto questo. Io però non gliela darò vinta e cercherò in tutti i modi di contrastarle, sia per indifferenza, sia per qualsiasi altra modalità. Il motivo per cui hanno questo atteggiamento, secondo me, è da ricercare nella loro gelosia repressa, nel loro passato, quando hanno cercato di camuffare tutto questo, ma quando hanno saputo del pensionamento di mio padre e, di conseguenza, degli introiti di denaro, sono scoppiate. Con quel denaro, abbiamo cercato di ristrutturare casa, ed è l’unica cosa che siamo riusciti a fare con quella somma di denaro, dopodiché, mio padre ammalatosi di covid, abbiamo dovuto spendere in cure e perciò ad oggi siamo di nuovo nella stessa situazione di prima. Voglio dire che, abbiamo cercato di fare del nostro meglio per abbellire casa, siccome la precedente era quasi un appartamento in rovina. Non riesco a capire per quale motivo non gioire di una bella notizia, di un miglioramento della propria sorella, ma anzi odiarla e odiare ancor di più le figlie per quale motivo?
Cosa posso fare per affrontare lei e sua figlia? Cosa posso fare affinché mia madre e le mie sorelle reagiscano alle malefatte di quella donna? Sono disposta a cambiare le cose, non dargliela vinta, ma ho bisogno di aiuto.
Cosa mi consigliate?
Grazia

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Miglior risposta 31 LUG 2021

Buongiorno Grazia,
la metterei in guardia dal "non dargliela vinta", è distruttivo per tutti. Credo sia saggia la sua mamma quando dice che forse sarebbe utile mettere una distanza fisica da chi ha un tale atteggiamento nei vostri confronti. Vale la pena di utilizzare le vostre energie non per fare la guerra ma per crearvi condizioni di vita più serene. Dott.ssa Franca Vocaturi

Franca Vocaturi Psicologo a Torino

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2 AGO 2021

Carissima Grazia,
quello che descrive è di una situazione veramente violenta e destabilizzante che difficilmente vedrà una soluzione. Solitamente le persone che agiscono con astio e cattiveria non prevedono cambiamenti soprattutto nel caso di persone come sua zia e cugina che non hanno mostrato, da quello che scrive, la più piccola considerazione o flessione nei loro comportamenti nemmeno davanti alla malattia di suo padre.
E' capibile la sua voglia di rivalsa ma solitamente con queste persone non funziona, anzi potrebbe anche peggiorare la situazione. In questo caso sua madre ha avuto un pensiero sano, quello di cambiare abitazione. Lo dico anche perchè, sempre da quello che scrive, non sembra che ci sia da parte degli altri parenti che abitano nello stesso condominio, un sostegno per voi e la vostra famiglia per arginare i comportamenti distruttivi delle persone che descrive.
Un sostegno con un professionista potrebbe intanto aiutarla a recuperare serenità e a rafforzare il suo carattere per non farsi coinvolgere da persone negative e anaffettive oltre ad aiutarla a trovare uno sguardo oggettivo sui fatti che le permettano di avere sempre un contatto oggettivo con la realtà che la circonda.
Sono a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Barbaro
(ricevo anche on line)

Dottoressa Stefania Barbaro Psicologo a Milano

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1 AGO 2021

Carissima,
la situazione non è facile da gestire.
Le consiglierei di non stare ad ascoltarle e di creare una barriera fisica e mentale da loro.
Resto a disposizione anche online.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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31 LUG 2021

Buongiorno Grazia,
I comportamenti che lei descrive sono sempre piuttosto difficili da arginare.
Lei parla di maltrattamenti psicologici diretti o indiretti, verbali o accompagnati da dispetti, litigi, ingiustizie, intenzioni distruttive. Questi rapporti, da quanto lascia intravedere, proseguono da generazioni (nonno, zie, cugine).
Alla base di simili comportamenti si possono certo individuare delle cause (lei parla di invidie e gelosie), ma spesso sfugge completamente quale sia l’obiettivo di tanta violenza (poiché di violenza si tratta), se non quello di sminuire, svalutare, destabilizzare e distruggere l’individualità dell’altro. Poco consola il pensiero che si tratta di persone disturbate che agiscono così per compensare i loro problemi. Nel frattempo possono davvero rendere l’esistenza insopportabile.
La via del ragionamento e della conciliazione in genere non porta a nulla. E neanche cercare lo scontro aperto.
I suoi parenti, che non si sono fermati neanche davanti alla malattia di suo padre e ai problemi che avete dovuto affrontare, non si fermeranno di certo di fronte alla sua volontà di “non dargliela vinta”. La sua reazione comprensibile e giustificabile appare infatti piuttosto velleitaria: nel migliore dei casi essi cambieranno strategia ma continueranno con il loro comportamento, nel peggiore aumenterà il livello di conflitto, e in ogni caso lei ci rimetterà in termini di serenità e di benessere psicofisico.
La scelta di sua madre di voler cambiare casa ed evitare ogni rapporto mi sembra l’unica percorribile. Probabilmente susciterà nell’immediato una nuova ondata di provocazioni, ma è il presupposto per qualsiasi cambiamento. Ma deve anche farsi aiutare, non da parenti o amici o vicini, che raramente sanno essere obiettivi, ma da un/una professionista che la rafforzi per resistere e per ritrovare la sua fiducia e il suo benessere.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Elisabetta Falcolini

Dott.ssa Elisabetta Falcolini Psicologo a Sansepolcro

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31 LUG 2021

Carissima,

l'odio e l'accanimento che i suoi parenti vi riservano è una profonda ferita che solo col tempo e la distanza si rimarginerà; sua madre ha perfettamente ragione quando afferma di voler trasferirsi altrove, in quanto continuare a stare nello stesso condominio con persone che dovrebbero supportarvi e sostenervi, sarebbe deleterio e doloroso.
Non si tratta di rinunciare a lottare, ma di salvaguardare il proprio benessere psicofisico. In aggiunta le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico per poter avere uno spazio di ascolto e supporto alla luce delle angherie subite finora dalla vostra stessa "famiglia".
Sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice.

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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