Come sconfiggere ansia e crisi di pianto

Gentile Giada,
prima di tutto vorrei rassicurarla dicendole che molti universitari fuori sede vivono ciò che sta vivendo lei in questo momento. La volontà di essere autonomi, spesso, si scontra con le difficoltà che si devono affrontare nella vita reale e la distanza dai propri affetti. L'ansia per la lontananza dai suoi genitori può essere dovuta a diverse situazioni passate che sarebbe bene discutere in una seduta per ricevere un supporto psicologico che la aiuti a comprendere come gestire le sue emozioni.
Rimango a disposizione, ricevo anche online
Dott. Massimiliano Compagnone

Buongiorno. Il cambiamento personale è un processo lungo e complicato. Se ci sono voluti degli anni per determinare una sofferenza psicologica, non può certo bastare una mail per risolverla. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un individuo serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
È quindi illusorio credere che si possano ottenere risultati scrivendo in una chat: serve solo a perdere tempo e di solito significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a ricercare un cambiamento personale profondo e duraturo, l’unico consiglio sensato che posso darle è quello di fissare un appuntamento con un professionista serio e preparato. Per quel che mi riguarda, le do la mia disponibilità (anche online).

Ciao Giada,
il trasferirsi in una città lontana per proseguire il percorso di studi e il ritrovarsi per le vie di un posto in cui si avverte la sensazione di essere soli, troppo distanti dalle persone a cui fare riferimento e troppo distanti per essere un riferimento , può portare a pensare a eventi disastrosi e contribuire ad alimentare paure a cui prima non si faceva molto caso o che comunque non influivano particolarmente sulla quotidianità. Comprendo quindi la sua paura per cui questa emotività possa impedirle di proseguire in modo proficuo il suo percorso. Potrebbe esserle utile esplorare questa sensazione di "irraggiungibilitá" di cui scrive e anche il senso di colpa legato alla percezione di abbandono dei suoi familiari, per permetterle di abbassare i livelli d'ansia e proseguire con calma e decisione il suo percorso.
Le auguro di trovare uno spazio accogliente per esprimere le sue necessità, qualora possa essere io parte di questo spazio, resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simona Delli Santi

Cara Giada,
l'università in generale, specie se frequentata lontano da casa, è un periodo di grandi cambiamenti, per sè stessi e nella visione della vita, del mondo, delle cose. Può essere che la prima esperienza, forte anche di poter raggiungere in poco tempo casa, fosse l'occasione giusta per provare la propria indipendenza e che adesso qualcosa si sia modificato.
Posso ben comprendere l'ansia e i timori che si provano stando lontani da casa e con il pensiero del "e se succede qualcosa...", ma con l'aiuto di uno psicologo potrebbe riuscire ad abbassare il livello d'ansia e di paura e magari andare anche riuscire a capire da cosa derivino queste sensazioni.
Sono disponibile, qualora decidesse di contattarmi, anche online.
Buona serata,

Dott.ssa Michela Dicosta

Cara Giada,

Mi sembra di capire che l'esperienza di trovarsi a vivere molto lontano da casa abbia scatenato in te una serie di vissuti negativi che non ti aspettavi. La disperazione di cui parli, la preoccupazione, mi sembrano parte di un processo più profondo, che fa parte del passaggio all'età adulta vera e propria. Questo passaggio delicatissimo, che per molti corrisponde alla prima indipendenza e all'uscita dal "nido", porta con se tutta una serie di movimenti profondi, spesso non semplici da capire e nemmeno da affrontare. Riuscire a capire come diventare adulti (e che tipo di adulto si vuole diventare) e come rimanere figli (che responsabilità vogliamo/sentiamo di avere - rinegoziare il nostro rapporto con i genitori) sono elementi fondamentali di questo passaggio che stai vivendo e ti invito caldamente ad affrontarli con un buon psicoterapeuta come compagno di avventura, che possa aiutarti a prendere sempre maggiore consapevolezza e che possa aiutarti a vivere i prossimi anni, gli anni dell'università, come anni non solo formativi da un punto di vista professionale, ma anche positivi e trasformativi da un punto di vista relazionale e umano. Inutile dirti che sono a disposizione anche io per te, anche online.

Buon viaggio!

Linda Pola

Cara Giada,
posso solo immaginare il suo disagio, non deve essere per nulla semplice da gestire.
Mi fa piacere sia riuscita a condividerlo qui, è un primo grande passo che dimostra la sua voglia di migliorare e riavere un benessere che merita. Mi colpisce la sua storia, ricca di significati e dolori che probabilmente andrebbero compresi per sciogliere quei nodi che ora non le permettono di fluire nella sua vita. Sarebbe un peccato continuare a vivere senza aver elaborato questi suoi vissuti passati . Ritrovare una direzione, equivale a fermarsi e prendersi cura di sè. E non è semplice lo comprendo, ma anche utile se si intende migliorare il proprio benessere. Valuti l'idea di affidarsi ad un professionista che possa guidarla in questo momento.

Io se vuole resto a disposizione anche online.
Le auguro il meglio e le mando un caro saluto

Carissima Giada,
è più che normale avvertire sensazioni di ansia quando ci si separa da chi, fino a pochi giorni prima, era a "portata di mano" il tutto se vogliamo aggravato dalla nuova esperienza ancora sconosciuta.
La sua famiglia non scompare se lei si allontana, è sempre lì e al giorno d'oggi anche facilmente raggiungibile, oltre che dai mezzi di trasporto, anche dalla tecnologia che accorcia molto le distanze.
Si dia un po' di tempo per abituarsi alla nuova vita e anche per capire che, anche senza la sua vicinanza, la sua famiglia funziona lo stesso. Parlare anche con un professionista potrebbe aiutarla a sfogare il momento, a trovare un momento dove poter esprimere liberamente la sua sofferenza e magari trovare anche il motivo che le provoca così tanta ansia.
Sono a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Barbaro
(ricevo anche on line)

Cara Giada,
Mi dispiace per come ti senti, immagino che ti senti paralizzata.
Fermati, tu sei padrona delle tue scelte, puoi tornare indietro quando vuoi, ciò non significa fallimento ma cercare di capire cosa ti fa stare bene.
Resto disponibile anche online se vorrai cercare di parlarne in uno spazio di ascolto e supporto.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Carissima Giada, credo che abbia compiuto un atto di coraggio, decidendo di vivere questa esperienza lontana dalla famiglia.
Forse l'ansia insorge perchè ha perso di vista l'obiettivo che l'ha condotta a fare questa esperienza. Provi a ripensarci e a darsi una risposta. la preoccupazione per la sua famiglia potrebbe essere solo un pretesto per tornare indietro.
Nel caso volesse fare due chiacchiere per schiarirsi le idee, sono a disposizione.
Dott. R. D'Avola

Buongiorno Giada,
sono dispiaciuta per il malessere che esprime. Mi sembra di percepire una sorta di lotta interna tra autonomia e accudimento. Potrebbe essere utile ripercorrere ciò che l’ha portata al cambiamento di sede, le aspettative reali e quelle idealizzate. Avere uno spazio d’ascolto potrebbe aiutarla a mettere in luce le motivazioni e le aspettative, e potenziare le sue risorse per ritrovare l’equilibrio e l’entusiasmo per vivere la sua esperienza universitaria il più proficua possibile. Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente
Dott.ssa Myria Laghi

Buongiorno Giada,
È proprio in queste occasioni di cambiamento importante che emerge lo stile di attaccamento che durante l’infanzia abbiamo maturato. L’ansia da separazione che avverte può trovare le sue ragioni proprio lì.
Nulla è irreparabile. La incoraggio a farsi aiutare con una buona terapia che vada a sciogliere alcune cognizioni disfunzionali e restituirle la serenità che cerca. Le consiglio la terapia cognitivo comportamentale e la terapia EMDR.
Resto a disposizione e le auguro il meglio
Dott.ssa Oriana Parisi

Salve Giada, mi dispiace molto per la situazione che descrive poiché comprendo il disagio connesso. Sarebbe opportuno cercare di esplorare meglio la situazione con ulteriori dettagli al fine di capire quali pensieri si generano in riferimento a questa seconda esperienza universitaria e Quali aspetti, anche ambientali, possano in qualche modo giocare un ruolo per le negativo. Ritengo importante Dunque che lei possa chiedere un consulto psicologico al fine di affrontare quanto suddetto e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL

Giada, accolgo la tua richiesta con un abbraccio.. la tua sofferenza traspare e trabocca da ogni parola qui presentata e non posso non comprendere quanto questa paralizzante situazione ti crei angoscia. In primis vorrei restituirti l’idea che sei padrona dei tuoi tempi e delle tue scelte; se ti senti impossibilitata a tornare all’università ma non vuoi abbandonare questo progetto in una città così lontana aspetta, fermati, respira.. è concediti tempo. Sii gentile con le tue paure e con quest’ansia così pressante. È chiaro che ci sono movimenti nella tua emotività che necessitano di essere compresi, del resto le tue intuizioni sui sentimenti verso la tua famiglia ti restituiscono il fatto che sei pronta per accedere al tuo mondo emotivo e vedere, capire cosa sta accadendo. Ti consiglio di farlo con uno specialista che ti guidi verso un autentico ascolto di te stessa fino a definire la scelta più adatta, coerente e adeguata a ciò che senti. Se volessi farlo con me resto a tua disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Guercioni Clarissa