Come eliminare l'aggressività e la violenza dalla coppia?

Inviata da L'emotività non è debolezza · 23 apr 2020 Terapia di coppia

Buonasera, ho una relazione da 11 anni. Alti e bassi ne abbiamo avuti, ma con impegno, pazienza e amore siamo sempre riusciti a ritrovarci e superare le avversità. C'è qualcosa che persiste in "background" tra noi e, a volte, più di altre, emerge: l'aggressività e la violenza.

Una violenza prima di tutto verbale, sua verso di me, cosa che mi uccide dentro ogni volta, essendo io particolarmente emotiva e innamorata di questa persona.
Una violenza che altre volte assume forma di imposizione fisica, di impedimento motorio, volto nient'altro che provocare la mia reazione. Ed è questo il punto: a volte riesco ad essere resiliente e reagire nel modo giusto, riportando la quiete, altre non ci riesco. Questo è il mio attuale problema: divento violenta anch'io. Fisicamente questa volta.

Riconosco ormai che questa violenza è un problema di entrambi. Personalmente voglio risolverlo da tanti anni e ho agito su me stessa con analisi interiore, anche guidata da un professionista.
Mi accorgo però che da sola non basta, che se io cambio e lui no rimarrò sempre bloccata in questo loop e tutto inevitabilmente finirà, per il bene di entrambi. Il fatto è che, di base, siamo l'uno la famiglia dell'altro, abbiamo investito tanto e vorremmo continuare a farlo. Questa è una volontà di entrambi.

Ho proposto in tanti punti della nostra storia una terapia di coppia, ma lui non vuole saperne. Ne fa problema di soldi, di tempo, di impossibilità varie. Ma io so la vera ragione: lui non pensa ancora di avere un problema da risolvere. E questa è la cosa che mi sconforta e affligge più di tutte perchè non vedo margine di miglioramento, altrimenti.

Perciò mi(vi) chiedo: come affrontare durante i momenti di tensione la cosa? Come posso fargli capire l'importanza della terapia? Come posso tentare questo ultimo tentativo di salvare la nostra relazione?

Vi ringrazio anticipatamente per il vostro supporto.

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Miglior risposta 29 APR 2020

Gentile Utente,
dalla sue parole emerge la consapevolezza di un legame molto forte con il suo compagno, ma anche la stanchezza del ripetersi di confronti aggressivi, ormai da entrambe le parti.
Se il rifiuto per la terapia di coppia è di carattere economico, può rivolgersi a consultori familiari nella sua zona di resistenza.
Se la criticità persiste ed il suo compagno non è comunque propenso ad una terapia di coppia, può iniziare comunque da sola un percorso psicologico, che l'aiuti ad individuare le dinamiche disfunzionali e che le permetta di migliorare le sue risorse e strategie.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga

Dott.ssa Braga Vanda Psicologo a Rezzato

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1 MAG 2020

Buongiorno. Lei si chiede come poter affrontare i momenti di tensione, come far comprendere al partner l’importanza di intraprendere una terapia di coppia, come può cercare di salvare la sua relazione con un ultimo tentativo. Purtroppo la motivazione al trattamento é fondamentale e il suo partner, come lei dice, non ne vuole sapere adducendo problema di soldi, di tempo ed altro. Lei a questa persona ci tiene particolarmente perché dice che con impegno, pazienza ed amore siete sempre riusciti a ricomporre le fratture nella relazione e ad affrontare efficacemente le avversità. Lei ha operato un analisi interiore con una professionista, riconoscendo negli episodi di violenza verbale e fisica un problema. Quello che mi sento di consigliare, fino a quando il suo partner non vuole partecipare ad una terapia di coppia, é di intraprendere un percorso psicoterapeutico che la possa aiutare a prendere maggiore consapevolezza del proprio funzionamento interno, del suo modo di relazionarsi nell’ambiente e con le persone, da quali bisogni il suo senso di sé dipende. In una relazione continuiamo a stare perché nel partner ci sono delle caratteristiche che risultano significative nel rapporto affettivo che desideriamo e fino a quando l’immagine di lui ci piace non sentiamo la necessità di cambiare. Vedo nel suo sconforto e nella mancanza di miglioramento nel rapporto con il partner a seguito del suo non riconoscimento del problema un possibile campanello d’allarme che sta incidendo sulla immagine che di lui fino ad adesso aveva. Immagine che l’ha portata a superare gli altri e bassi avuti negli 11 anni di rapporto.
Dott. Erik Mancin

Dott. Erik Mancin Psicologo a Parma

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28 APR 2020

Quello che si può fare è trasformare l’aggressività con le parole. Questo implica il fatto di comprendere cosa la genera.. L’ideale sarebbe fare un lavoro di coppia. Altrimenti potrebbe decidere lei di fare qualcosa per se stessa. E che possa aiutare la coppia indirettamente.
Dr marisa di persio

Dott.ssa Marisa Di Persio Psicologo a Pescara

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28 APR 2020

Ciao
Vado dritta al sodo
Non si può “cambiare” una persona se non si rende conto da sola del suo problema.
Da esperta di violenza domestica temo che la vostra sia più una dipendenza che “amore”.
Se non l’hai già fatto inizia un percorso con un esperto di violenza domestica e dipendenza affettiva.
Ti renderai conto che siete in una dinamica distruttiva.
Claudia Corti

Dr.ssa Claudia Corti Psicologo a Empoli

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27 APR 2020

Buonasera,
Sarebbe necessario capire cosa succede in questa coazione a ripetere tra voi, capire se si riesce ad identificare il punto di origine e stabilire a chi è funzionale e perché questa modalità di relazionarvi.
È certamente una dinamica che affonda le radici nella profondità di ognuno.
Sarebbe importante stabilire se esiste un squilibrio di potere tra di voi. Da quello che lei scrive sembra che la violenza è primariamente rivolta verso di lei in attesa che lei reagisca. La sua reazione è del tutto legittima se lei viene provocata. Se esiste uno squilibrio di potere ed è lei quella che subisce i comportamenti aggressivi del suo partner non si parla di conflittualità reciproca ma si parla di una forma di violenza di uno sull’altra. La violenza verbale, l’imposizione fisica e l’impedimento motorio sono forme di violenza vera e propria, su chiunque.
È comprensibile che lei sia molto legata al suo compagno, ma credo sia necessario che lei possa lavorare su di sé per comprendere la natura di questo legame. Certamente non è possibile costringere qualcuno altro alla terapia o terapia di coppia, ma lei può intanto iniziare da sé e vedere dove la portano le sue nuove consapevolezze.

La saluto nella speranza di esserle stata d’aiuto
D.ssa Orietta Savelli

Savelli Orietta Psicologo a Senigallia

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27 APR 2020

Buongiorno Azzurra,
penso che il suo problema sia importante e in quanto tale meriti maggiore considerazione, anche individualmente.
Io realizzo una prima seduta di valutazione della richiesta d'aiuto, della durata di circa un'ora, durante la quale assieme alla persona valuto il problema i individuo le modalità più adeguate per un eventuale trattamento (frequenza, durata degli incontri, obiettivo, ecc).
Se desidera fissare un appuntamento per questa prima seduta mi può contattare.

Cordiali saluti
Anna Loretta Spano

Dott.ssa Anna Loretta Spano Psicologo a Cagliari

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27 APR 2020

Buongiorno,
Mi è sembrato di capire che il suo partner ha paura di ammettere la presenza di problemi (siano essi di coppia o individuali), probabilmente perchè riconoscere delle difficoltà mal gestite per lui si traduce in un sentimento di inadeguatezza. Ma la violenza e l’aggressività, in tutte le loro forme ed espressioni, sono effettivamente la manifestazione di un disagio inadeguatamente gestito. Quello che serve capire è quali bisogno vengono frustrati e che funzione ha nella coppia questa strategia di gestione dei litigi, che nonostante sia inadeguata, comunque tiene unita la coppia.
Questi interrogativi potrebbe rivolgerli a lui, in un momento di serenità e di complicità, per convenire insieme alla conclusione che non è semplice trovare risposte così profonde e importanti, solo con un confronto tra innamorati. Perché se sono passati 11 anni, tra alti e bassi, e state ancora insieme, nonostante le violenze reciproche, qualcosa che vi tiene uniti ci sarà?
Una volta constatato che vi mancano delle risposte, potreste cercarle insieme mettendovi alla prova, usando una parola che funga da ancoraggio. Per esempio, “occhi”. Quando i toni stanno per passare da “accesi” a “fuori controllo”, chi se ne accorge per prima può usare la parola “magica” e mettere in pausa il contrasto. Ognuno a proprio modo ripristina una condizione di autocontrollo ed emotivamente più stabile e solo dopo potete riprendere il confronto. Condivida con lui la sua intenzione di usare delle strategie da autodidatta, per mettere se stessa e la coppia alla prova, quale entità in grado di “curarsi” da sola. Condivida con lui che se da soli non riuscite, attraverso questi suggerimenti, forse è il caso di rivolgersi a un esperto che vi aiuti a trovare dei modi per gestire aggressività e violenza e che vi possa mettere in contatto con i bisogni che vi fanno perdere la testa.
Spero vivamente le cose tra voi migliorino

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25 APR 2020

Buongiorno,
Mi occupo da anni di violenza endofamiliare, posso dirLe che una relazione dove esistono forme di violenza, tra cui quella verbale o psicologica, non è amore ma possessione e/o ossessione.
Esiste alla base una dinamica di dipendenza affettiva per questo avetr difficoltà a pensarvi l'uno senza l'altra. In questi casi è importante iniziare un percorso di supporto individuale per osservare quali sono le motivazioni che la tengono legata a questa persona e ritrovare dentro di sé tutte le sue risorse, che ognuno dentro di sé ha solo che ha volte è faticoso vederle, e che permettono di non sentirsi invischiati in una relazione ma di farcela autonomamente, indipendentemente dall'altro. Spesso il partner più aggressivo non accetta e non pensa di avere un problema ma lei non può agire sulle Sue, di lui, decisioni ma solo sul proprio modo di comportarsi e di scegliere, è li che si va a lavorare, sulle sue dinamiche personali per rendere più consapevole una situazione, osservare gli strumenti e risorse che possiede, rafforzare autostima e forza nelle proprie capacità.

Silvia Bassi

Silvia Bassi Psicologo a Milano

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24 APR 2020

Cara,
mi arriva tanto il forte legame che senti per il tuo compagno, avvalorato soprattutto dall'esser riusciti a superare insieme delle difficoltà. immagino, inoltre, che il fatto di esser divenuta consapevole della tua aggressività verso l'altro ti tenga ancor più legata a lui in quanto molto probabilmente riesce a comprenderlo e giustificarlo. Sei assolutamente consapevole che la violenza non verbale e fisica genera dei traumi, delle sofferenze come tu stessa hai accennato. Possono rappresentare delle modalità relazionali apprese in passato e attuate quasi per automatismo appena le nostre intenzionalità non vengono colte dall'alto.
I comportamenti e le decisioni degli altri non possono essere indotti da noi quindi non potrai costringerlo se lui non vuole ad intraprendere una terapia di coppia o personale. Penso che non sia però per nulla inutile che possa continuare tu il tuo percorso terapeutico per comprendere come vorresti essere amata e come pensi che l'altro voglia essere amato. Una maggior consapevolezza di te stessa ti permette di capire cosa ti fa star bene e cosa vuoi veramente, indipendentemente da quello che vuole l'altro. Questo è il primo passo per poter poi prendere le decisioni successive.

Cari saluti
Dott.ssa Alessandra Xaxa

Anonimo-162687 Psicologo a Vittoria

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24 APR 2020

Gentile utente, capisco la sua frustrazione per non riuscire ad ottenere un clima di serenità nella coppia. La risposta alla sua richiesta, ossia "come posso fargli capire l'importanza della terapia ?" temo che non possa avere risposta, dal momento che convincere una persona a volere cambiare è una cosa impossibile. Possibile è invece cominciare a parlare insieme della vostra relazione, e a provare a chiedervi l'un l'altro "perché ci succedono queste cose?". Da quello che racconta mi sembra di capire che entrambi abbiate un grande attaccamento reciproco, e l'ipotesi di separarvi sarebbe fonte di molta sofferenza, evidentemente però la comunicazione tra di voi presenta qualche area cieca. L'aggressività, per quanto rappresenti il sintomo negativo della vostra relazione, non è che il risultato di problematiche più profonde tra di voi, di non detti, che forse lei intuisce o conosce già. La cosa migliore in una situazione del genere è porsi le domande giuste: Per quale motivo il suo compagno ricerca da lei una reazione attraverso la provocazione? Come vi comportate l'un l'altro negli altri momenti? Quali sono le paure che vivete? Qual'è il suo ruolo in questa dinamica?
Infine, intraprendere un percorso lei da sola, è comunque una buona soluzione per modificare il rapporto con lui, per lo meno per aiutarla a riflettere sulle vostre dinamiche.

Le auguro di risolvere
Rimango a disposizione

Jacopo Giuntini

Dott. Jacopo Giuntini Psicologo a Firenze

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24 APR 2020

Buonasera, si potrebbe partire da lei come mi pare in qualche modo ha cercato a fare. Stabilizzarla trovare la giusta strada intervenendo sulle emozioni e credenze che la tengono "imprigionata" in una condizione che non cambia che non si "bonifica". Questo potrebbe portare anche miglioramento nel rapporto di coppia. Ho diversi strumenti che incidono per apportare le necessarie trasformazioni come LEMDR e la psicosomatica. Rimango a disposizione per informazioni.

Dott. Davide Milanese Psicologo a Tortona

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