Bambino tranquillo a casa ma problematico a scuola.
Sono mamma di un fantastico e amorevole bimbo di quasi 6 anni. Il suo arrivo, ad 1 anno e mezzo, ci ha reso genitori e, soprattutto, ci ha reso felici. La nostra è la storia di una famiglia adottiva di un bimbo intelligente, curioso, chiacchierone e con una notevole proprietà di linguaggio. Sa di essere stato adottato, ne parliamo spesso senza problemi. Fortunatamente anche la sua storia passata, dalla nascita all'arrivo in Italia nella nostra famiglia, è stata segnata da un'esperienza in una famiglia affidataria amorevole e attenta di cui il nostro bimbo è a conoscenza. Lui esprime ed esterna le sue emozioni e paure, parla tanto e spiega benissimo i suoi stati d'animo, dice spesso a me e al papà "vi voglio bene....ti voglio bene....ti amo tantissimo", ci abbraccia e ci bacia e chiede di essere abbracciato e coccolato al contempo. Trascorriamo molto tempo insieme in una routine quotidiana che, almeno a casa, sembra lo faccia stare bene e gli dà sicurezza. Ama disegnare, giocare con le costruzioni e farsi leggere i libri. È esuberante, testardo, capace di argomentare su tutto pur di averla vinta, ma a casa con mamma e papà tutto ruota normalmente. Non si stacca mai, se non quando va a scuola (ultimo anno di materna) dal suo orso di peluche con il quale dorme ma trascorre anche il resto delle giornate a casa, mentre gioca, guarda la TV, mentre leggiamo insieme. Se lo stringe a se e lo accarezza continuamente. A scuola no, non lo porta. Ci va volentieri ma qui assume atteggiamenti che la maestra (e neanche noi genitori) non riusciamo a ben definire. Riesce ad interagire per lo più con altri suoi due compagni che la maestra definisce "difficili da gestire" con atteggiameti da piccoli "bulli" e abitudini al limite delle buone maniere. Mio figlio emula loro in tutto e anche quando la maestra esasperata lo rimprovera o lo mette in punizione non sortisce alcun effetto. Cerca di parlagli ma sembra che cali un muro. Appare passivo e non ascolta, piuttosto continua ad infastidire tutti gli altri. A casa riferisce solo parzialeme di quello che ha fatto ma continua a ripetere che i suoi compagni (i due della triade) hanno detto o fatto questo o quello. Ogni volta che la maestra ci chiama a colloquio sono avvilita. Non so proprio cosa fare e come fare. Continuamente lo rimproveriamo, cerchiamo di fargli capire con calma che fare e dire quello che fanno e dicono questi suoi compagni non è bello. Gli chiediamo di riflettere e di spiegarci il perché di alcuni comportamenti che a casa lui non avrebbe mai e che sa che sono scorretti, ma lui tergiversa e con mille giri di parole cerca di giustificarsi dando la colpa ai compagni che sembra quasi lo obblighino a fare o dire quelle cose. Ovviamente sappiamo che non è così. Sembra che tutta quella energia positiva ed effervescenza cognitiva che lo caratterizzano, a scuola siano usate male e solo per farsi notare negativamente. Non capiamo se la sua sia una richiesta di attenzioni che pure non mancano in famiglia come a scuola. Ci chiediamo cosa ci stia chiedendo con questo suo modo di fare. Sembra quasi che, al di là di quello che succede a scuola, sia comunque attratto più da esempi negativi che positivi. In generale, sopratutto quando è con gli altri bambini, sembra che guardi e sia interessato e cerca di farsi notare soprattutto dai più grandi o dai coetanei con comportamenti più spavaldi. I bravi bambini
non lo interessano né lo affascinano abbastanza. Siamo davvero preoccupati.