Ansia e paura del futuro
Ho 24 anni e, fin dall'ultimo anno del liceo, non ho praticamente fatto altro che perdere tempo.
Mi è sempre stato difficile concentrarmi nello studio perché mi distraggo facilmente, forse per via della mia situazione familiare, ma, nonostante ciò, mi sono sempre impegnata, almeno fino al 5 anno di liceo. Infatti, durante quell'anno, mio padre, che è un alcolista, ha ricominciato a bere, i litigi sono diventati costanti. Inoltre, vivevamo in un piccolo appartamento, non ho mai avuto un luogo tranquillo ed, essendo distratta da questa cosa, mi sono ritrovata senza amici. Mi sentivo sola a scuola e sola a casa, ho cominciato a pensare molto più di prima, mi sentivo in una situazione senza via d'uscita, tutto ha cominciato a sembrarmi insensato e senza scopo, non capivo perché stavo studiando, non sapevo che cosa avrei fatto dopo, ogni giorno era diventato orribile, avrei potuto piangere in qualsiasi momento, dovevo trattenere le lacrime costantemente. Alla fine, sono riuscita a diplomarmi con fatica e senza nessuna motivazione, ma ho continuato ad avere pensieri costanti sull'insensatezza della vita, sulla morte, sulla religione, nulla mi divertiva, non ero interessata alla realtà e cercavo solo di trovare un motivo per vivere, non riuscivo nemmeno a leggere un libro o a stare attenta durante la visione di un film o anche di una pubblicità. Perciò sono rimasta a casa un anno, in cui sono solo riuscita, con molta ansia, a prendere la patente.
Ho provato a parlarne con mia madre, ma, purtroppo, nonostante sia stata gentile, non sembra aver capito che stavo peggio del solito: ha pensato mi stessi solo lamentando e che fosse il mio solito carattere ombroso. Pensa che gli psicologi siano inutili, ma ha pensato che avessi bisogno di una pausa. Con mio padre qualsiasi dialogo è sempre stato assente.
Dopo un anno, sono andata all'università, stavo meglio, ma non ancora abbastanza per poter studiare e concentrarmi. Cercare di assimilare anche la minima informazione era una tortura e qualsiasi dialogo con una persona che aveva idee anche minimamente diverse dalle mie mi mandava in crisi. Cercavo di fare finta di niente, ma era come se non avessi più un carattere o una personalità : mettevo in dubbio tutto, non avevo nessuna fiducia in me stessa e nelle mie opinioni e avevo sempre dei doloretti alla testa. Ho lasciato l'università, stupendo e deludendo mia madre.
In seguito, mi sono dedicata alle cose che mi piacciono: ho guardato film, mi sono sforzata nel leggere libri, ho migliorato l'inglese e ho preso una certificazione e, piano piano, ho recuperato la concentrazione, l'entusiasmo, anche minimo, per qualcosa. Non so cosa sia stato quel periodo e se quello fosse un inizio di depressione. Il problema è che ho perso anni e, anche se mi sento meglio, sono ancora molto ansiosa e indecisa, ho paura di prendere decisioni per il mio futuro, diffido molto dalle persone, sto molto in casa, non ho amici e parlare con gli altri mi crea molto imbarazzo. Ma, chiaramente, nemmeno in casa sto bene, vorrei tanto andarmene via, non sopporto davvero più i miei genitori, ma non so come fare, non riesco a prendere delle decisioni, non ho motivazione: non so cosa mi piace e ho paura, non scegliendo o facendo delle scelte sbagliate, di assomigliare ai miei genitori o ai miei parenti e questo mi terrorizza.
Mi sento sempre sola e, mi rendo conto che, nonostante io sia più che maggiorenne, non riesco a trovare il coraggio e la decisione per uscire dalla bolla in cui ho sempre vissuto, in cui sto male, ma in cui mi sento più al sicuro di una realtà in cui, a quest'età, bisognerebbe essere entusiasti, solari, determinati e competitivi. Inoltre, non ho idea di come spiegare nel CV il tempo che ho perso e mi sento già vecchia e, allo stesso tempo troppo immatura, a 24 anni.
Mi scuso se ho scritto troppo.