Annullamento di sé

Inviata da Alice · 23 nov 2020

Salve,non so bene come scrivere questa richiesta visto che ho molta difficoltà a confidarmi, ma inizierò a raccontare gli ultimi anni.
Ho 19 anni e da quando ne ho 12 (che io mi ricorda) ho iniziato ad avere un rapporto particolarmente complicato con mio padre. Ho ritenuto sempre che fosse "normale" perché tutti i rapporti sono fatti di alti e bassi, di discussioni, in particolar modo quelli genitore-figlio... O almeno mi hanno sempre detto così. Mi hanno anche sempre detto che sarebbero cambiate le cose con il tempo e in effetti è stato così, da due anni, ma in particolar modo questi ultimi mesi è tutto sprofondato. Il termine "peggiorato" mi sembra riduttivo.
Quando avevo 13/14 anni ho passato la maggior parte del tempo in "punizione" perché ero nella fase della trasgressione, mi piaceva truccarmi più del dovuto, non ero obbediente...insomma ripensandoci giustifico le parole dure che mi rivolgeva(mi risulta più difficile giustificare gli schiaffi o le tirate di capelli).
Poi dalla prima superiore sono completamente cambiata, mi sono messa "in riga", vedevo che prendendo il massimo dei voti sempre, ed essendo a fine anno la prima della classe lui era più calmo, mi degnava anche di qualche attenzione in più, ogni tanto si sbilanciava dicendomi "brava". Insomma negli scorsi 5 anni per me la cosa fondamentale era andare bene a scuola, essere la migliore e diplomarmi con il 100,pensavo che sarebbe servito a guadagnarmi il suo rispetto. Ovviamente non sono mai mancate le discussioni però erano più legate a delle mie richieste, come fare tardi il sabato sera o trattenermi con le mie amiche, oppure per aver tardato 5 minuti al coprifuoco...cose del genere.
Mi sento ancora in colpa per ogni cosa che ho chiesto, perché alla fine, come dice lui, i soldi non mi sono mai mancati, ho sempre avuto cibo in tavola, un tetto sopra la testa, il telefono...insomma non avevo il diritto di chiedere...
Gli ultimi due anni delle superiori sono stati un po' più difficili, ero sempre la prima della classe, ma nonostante questo sono iniziate le discussioni per delle mie idee, riguardo a qualsiasi cosa, politica, ma anche semplicemente cosa mangiare a pranzo, oppure un semplice parere riferito ad una notizia ascoltata alla radio... Qualsiasi mio commento, parere o idea ai suoi occhi mi faceva diventare stupida, ignorante, creatina, spastica,imbecille...
A giugno finalmente ho finito le superiori e ho preso quel dannatissimo 100,che mi ha fatto digiunare per giorni, non dormire per mesi, mi ha tolto momenti di serenità con amici, fidanzato, famiglia...
Alla fine non è servito a niente, o meglio è servito a un mese di tregua, poi il crollo.
Non ricordo un giorno, degli ultimi mesi, in cui non mi abbia insultata, urlando a cena. Gli aggettivi sono tutti su ciò che dico, penso, sul mio fisico... Insomma mi definisce sempre con parole davvero dure, mi dice di stare zitta perché qualunque cosa io dica è sbagliato, stupido. Non capisco niente per lui, sono un'andicappata, imbeccille, stupida.
Non so più cosa fare o non fare, cosa dire o non dire, anzi spesso cerco di stare in silenzio, ma quando accade mi stuzzica, vuole che io parli in tutti i modi e se cedo puntualmente mi insulta.
Dovrei studiare per l'università, cosa che non ero convinta di fare ma che mi ha costretta a scegliere, e fortunatamente mi piacciono le cose che devo apprendere... Però è come se fossi bloccata, non riesco nemmeno ad alzarmi dal letto la mattina, non riesco a muovermi in dei momenti della giornata, mi sento una nullità, a volte preferirei non esistere...e quando lo penso prima ho rimuginato per ore e ore a ciò che mi dice, come mi definisce, come crede che io sia. Quando sono "lucida" so che non sono solo quello, ma sto perdendo di vista la mia vita, la mia relazione, me stessa... Non so come uscirne, non lo posso allontanare visto che vivo nella sua stessa casa... Vorrei che mi toccassero di meno le sue parole, che smettessero di rombombrare nella mia testa tutto il giorno, tutti i giorni.

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Miglior risposta 23 NOV 2020

Salve, mi spiace per il disagio e la situazione espresso. Sarebbe importante, a mio avviso, indagare non solo il contenuto delle sue esperienze familiari traumatiche ma, soprattutto, le conseguenze emotive e cognitive che ciò hanno lasciato in lei.
Ritengo fondamentale, pertanto, intraprendere un percorso psicologico al fine di indagare i cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL

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