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Inviata da Roberto Bet · 3 feb 2017 Psicologia sociale e legale

sono una mamma di un ragazzo di 16 anni che frequenta la seconda superiore .Ho grosse difficoltà di dialogo ,non riesco a comunicare .A scuola non va molto bene ed è sempre disinteressato.ha un carattere chiuso in famiglia,mentre con i suoi compagni no.Mi sento incapace di gestire la situazione e mi sale l 'ansia fino a piangere tanto.Ho bisogno di un consiglio.Grazie.Saluti.

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Miglior risposta 7 FEB 2017

Buonasera Sig.ra, capisco che la chiusura di suo figlio la preoccupi molto e immagino la faccia sentire anche esclusa, ma voglio rassicurarla rispetto al fatto che questo atteggiamento è tipico dell'adolescente e necessario per il suo passaggio all'età adulta. Senza che ce ne accorgiamo passiamo dall'essere principale e fondamentale punto di riferimento del nostro bambino, al sentirci l'ultima persona che lui vorrebbe intorno a sé nella vita. I coetanei diventano il centro di tutto e il genitore si trova di fronte ad una porta della camera con scritto "vietato entrare". E' un periodo decisamente frustrante ma vedrà che passerà. Quello che è importante in questo momento è che suo figlio si senta libero di fare le sue esperienze con i coetanei, ma allo stesso tempo sappia che, in caso di bisogno, può contare su di voi, sulla vostra forza e sulla vostra saggezza. Lui deve diventare un adulto e, anche se lo dimostra i modo un pò particolare, voi rimanete il suo modello di adulti. In questa fase voi comunicate con lui con il vostro esempio piuttosto che che con le parole.
Rimango a disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Barbara Gentile (roma)

Dott.ssa Barbara Gentile Psicologo a Roma

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6 FEB 2017

Gentile sig.ra,
nella sua mail non racconta molto, mi chiedo che cosa la preoccupi, che momento sis questo per lei.
Fa riferimento all'ansia, sarebbe importante capire a cosa è dovuta, provare a mettersi in suo ascolto perché probabilmente le sta indicando una via d'uscita e poi la voglia di piangere.
Per chi sono queste lacrime?
Per lei, per suo figlio? Cosa l'angoscia?
Potrebbe essere importante provare ad affrontare questo momento faticoso con l'aiuto di un professionista, che possa supportarla nel mettere a fuoco il senso di ciò che sta succedendo a lei personalmente e in famiglia.
Le faccio i miei migliori in bocca al lupo,
cordiali saluti.
Dott.ssa Patrizia Borrelli

Dott.ssa Patrizia Borrelli Psicologo a Milano

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6 FEB 2017

Cara Signora,
Sarebbe utile capire meglio cosa intende per "difficoltà di dialogo". Ad esempio, da parte di chi avverte questa difficoltà? È una riluttanza di suo figlio a parlare con lei o è una difficoltà reciproca di comprensione oppure ancora una sua difficoltà di entrare in comunicazione con lui? Ci sono aspetti che più di altri ne risentono è una difficoltà generale? Cosa si aspettava lei rispetto a questa fase di vita? Cosa si immaginava? Come ha cercato di farvi fronte?
Sono tante le domande che potrebbero aiutarla a comprendere meglio questa situazione e a poter fare qualcosa per modificarla o, quantomeno, viverla in maniera diversa.
Immagino che stia provando una profonda frustrazione e suppongo abbia già fatto diversi tentativi per superare questa difficoltà.
A volte rivolgersi ad uno psicologo può essere un'occasione per riflettere su quanto sta accadendo e costruire nuove possibilità. La invito a valutare questa possibile soluzione.
Rimango a disposizione.
Cordialmente,

Annalisa Anni
Psicologa Psicoterapeuta Padova

Alternativamente Psicologo a Padova

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5 FEB 2017

Gentile Signora,
quella di suo figlio è di per se stessa un'età difficile e le relazioni intrafamiliari dell'adolescente possono diventare più complicate del solito per la naturale contrapposizione e contestazione nei confronti delle figure parentali che rappresentano simbolicamente e praticamente quell'autorità che egli mal sopporta.
Tuttavia occorrerebbe anche chiedere e chiedersi qual'è stata la qualità della relazione genitori-figli a partire dalla prima infanzia perchè non si diventa adolescenti ribelli o taciturni dalla sera alla mattina.
Andare in ansia e piangere non le è di grande utilità mentre può essere più utile un atteggiamento congiunto con suo marito di alternare, a seconda della situazione, empatia e congruenza nel senso di mostrarsi molto disponibili ad ascoltare eventuali problemi del ragazzo ma anche ricordargli che chiudersi completamente ad eventuali domande di genitori preoccupati mostrandosi distaccato e indifferente è un atteggiamento che non può e non deve permettersi di avere.
Siccome però, in forza di quanto ho segnalato, è probabile che lei e/o suo marito abbiate inconsapevolmente e in buona fede indotto delle situazioni conflittuali nella relazione con il ragazzo, suggerisco di consultare insieme e dal vivo uno psicoterapeuta che potrà guidarvi a migliorare questa situazione seguendo così indirettamente anche il ragazzo.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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5 FEB 2017

Cara Mamma,
Suo figlio sta crescendo e sta diventando un giovane uomo. Non è facile per un genitore prendersi cura di qualcuno che reclama la sua autonomia, i suoi spazi, un proprio mondo sociale ma dipende ancora in tutto e per tutto dalla famiglia. Con lei c'è un nido accogliente e sicuro ma fuori c'è un mondo da scoprire. Le esperienze non sono più totalmente condivise e parlarne diventa più complicato. Ascoltare spesso è più importante che dialogare. Farlo senza giudicare è molto difficile. Insomma, la sua è proprio una posizione scomoda ma sicuramente transitoria. Se in questo momento sentisse il bisogno di un supporto psicologico lo chieda. A volte basta poco per affrontare un problema. Specie quando il "problema" è in una fase di crescita.

D.ssa Daniela Sirtori Psicologo a Villasanta

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4 FEB 2017

Cara mamma di un adolescente, ti capisco benissimo. Arriva il momento in cui, nella vita di un adolescente, le mamme devono, assolutamente, fare un passo indietro. Non parli del padre di tuo figlio, è presente? Sarebbe il caso che una figura maschile prenda in mano la situazione. Potrebbe essere utile dargli un aiuto per lo studio, farlo seguire magari 2/3 volte la settimana ma, a parte questo, fai la mamma accogliente quando lui lo richiede. Per il resto responsabilizza il padre, questa è l'età, per i ragazzi, dove il padre deve scendere in campo con frequentazioni regolari, sport da fare insieme, uscite per cinema o pizze e sostegno e autorevolezza! Auguri dr. Annalisa Lo Monaco

Anonimo-146364 Psicologo a Roma

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