Sono fuori per lavoro da due mesi

Inviata da Giorgio · 3 mag 2016 Relazioni sociali

Buon pomeriggio, sono andato per lavoro fuori ma non riesco a stare. Mi sento solo, non ho amici e alla mia età è difficile... Chiedo aiuto. Vorrei tornare a casa

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Miglior risposta 3 MAG 2016

Caro Giorgio,
ci dai pochissime notizie e, in particolare, non ci dici la tua età nè se è la prima volta che vai a lavorare fuori e nè se per "fuori" intendi in una città diversa dalla tua oppure all'estero, in un'altra nazione ove si parla un'altra lingua.
E' evidente che in una situazione del genere i primi mesi non sono facili ma poi, nella maggioranza dei casi, le amicizie si fanno, il lavoro fa scorrere il tempo veloce e tutto diventa più semplice.
Ti esorto perciò a non scoraggiarti perchè, se riesci a resistere a questo primo periodo difficile e ad ambientarti, ne trarrai un beneficio anche in termini di autostima.
Se ti fosse possibile, potresti valutare l'idea di consultare uno psicoterapeuta, prima eventualmente di mollare, cosa che mi auguro tu non faccia.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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10 MAG 2016

Caro Giorgio, hai provato a vedere cosa offre la città in cui trovi?
Se sul posto di lavoro non hai possibilità di fare amicizia, puoi però trovare attività sportive, associazioni, gruppi di vario tipo in cui inserirti.
Prima di arrenderti potresti tentare questa strada.
Cordiali saluti
Dott.ssa Paola Grasso

Paola Grasso Psicologo a Roma

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10 MAG 2016

buongiorno Giorgio dalle sue parole proprio perché concise emerge molta ansia ed probabilmente paura.Vivere "Fuori"e lavorare "fuori "comporta a volte un riemergere di vissuti abbandonici e depressivi forse non risolti del tutto ma ogni situazione ovviamente è soggettiva e personale ,bisognerebbe capire cosa ci sta dietro tale ansia ,quali sono le situazioni che teme di perdere e non trovare

Anonimo-8789 Psicologo a Verona

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10 MAG 2016

Caro Giorgio,
Curiosamente non ha fornito dati su di sé, né sul luogo in cui si trova. Questo mi fa pensare che le sue emozioni siano così dilaganti da rendere tutto il resto un dettaglio secondario, un dato di realtà nullo di fronte al suo vissuto.
Voler tornare a casa è il sentimento di una nostalgia profonda, e con curiosità le chiederei Giorgio: cosa manca di più dov'è ora? Le voci amiche, i profumo conosciuti, le abitudini quotiane... O qualcosa ancora, più difficile da afferrare, un senso di spaesamento profondo, forse... Sarebbe bello poter comprendere di più, così da sentire se questa sia la strada giusta per lei, pesando gli eventi che l'hanno portata ad essere dove ora si trova e tutto ciò che adesso lei prova.

Studio Psicoterapico Dottoressa Merighi Chiara Psicologo a Napoli

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6 MAG 2016

E' abbastanza consueto e normale avere questo tipo di reazioni quando ci allontaniamo dai luoghi intorno ai quali abbiamo costruito la nostra identità. le domande che devi porti sono le seguenti:
1) Quali sono gli aspetti positivi del mio vivere qui?
2) Come immagino che sarà la mia vita se sceglierà di tornare a casa?
3) Come invece immagino che evolverà se scelgo di restare?

In generale quando avvengono questi stati d'animo è necessario indagare se si è fatta una scelta simile per fuggire da qualcosa , e in quel caso è una scelta infruttuosa perchè possiamo anche andare in capo al mondo ma la fuga non serve, o se invece questo allontanamento ha scoperchiato dei pregressi probemi irrisolti

Resto a disposizione
dott.ssa Chiara Pica

Dott.ssa Chiara Pica Psicologo a Grosseto

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4 MAG 2016

Caro Giorgio
quanto tempo devi rimanere là?
Devi mettere in campo tutte le tue risorse adattive e cercare di reagire a questo stato di tristezza e disolitudine.
Al lavoro conoscerai della gentee quindi cerca tu di essere il primo a socializzare.
Non possiamo dirti molto perché tu hai scritto due righe.
In ogni caso devi valutare se la tua scelta là porta il vantaggio che desideravi economicamente e quindi se vuoi proseguire e rimanere oppure tornare.
Comunque è naturale che quando uno lavora all'estero ci siano dei disagi, ti ripeto devi cercare di adattarti.
Un caro saluto
Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta.

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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4 MAG 2016

Caro Giorgio,
Separarsi dagli affetti e dai luoghi che ci sono più cari può essere molto difficile.
Si tratta di capire se la sua fortissima nostalgia possa essere un fatto momentaneo, dovuto al poco tempo da cui si è trasferito, oppure se nasconda qualcosa di più profondo. Solo lei potrà valutarlo, magari concedendosi ancora un po' di tempo per ambientarsi nella sua nuova città. Se dovesse rendersi conto che il malessere non passa, le consiglierei di rivolgersi a uno specialista, di modo da poter ricevere un aiuto qualificato.
Per qualunque cosa, sono a sua disposizione.
Saluti,
Dott.ssa Federica Casale

Dott.ssa Federica Casale Psicologo a Torino

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3 MAG 2016

Buongiorno Giorgio,
non so qual'è la sua età e in generale ci ha dato poche informazioni.Comunque ciò che vorrei dire è che il genere di cambiamento in cui lei è andato incontro rientra tra gli eventi che possono generare uno stato di stress e rendere difficile l' adattamento alla nuova situazione. Questo stato di disagio può protrarsi per periodi più o meno lunghi e per questo è necessario riconoscerlo ed affrontarlo.
Provi a guardarsi intorno e cerchi le risorse in lei e nel territorio che possono
aiutarla ad adattarsi al nuovo contesto e se proprio non dovesse riuscire cerchi un sostegno da un professionista che possa aiutarla a superare il periodo.
Cordialmente Dott.ssa Angelica Proto

Dott.ssa Angelica Proto Psicologo a Vigodarzere

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