Si può uscire da questa trappola?

Inviata da Faramir79 · 9 mar 2023 Terapia di coppia

Buonasera,

Scrivo perché non ce la faccio più...ho 43 anni, un discreto lavoro, un compagno affettuoso, 2 cani e tantissimi interessi. il mio problema è la situazione che vivo con mia madre. Lei ha 77 anni e da quando sono nata soffre di depressione e ansia, ha forti disturbi di personalità, tra cui il narcisismo. Sono cresciuta da sola con lei perché mio padre è mancato improvvisamente quando avevo solo 8 anni, sono figlia unica, e mia mamma a causa del suo carattere e delle sue nevrosi non ha mai avuto amicizie ed ha sempre allontanato anche i nostri parenti. l'unica persona che mi ha dato amore è stata la mia nonna materna ma anche lei se n'è andata quando avevo solo 12 anni. Io ho passato la mia esistenza cercando di aiutare mia mamma. Compiacendola, cercando sempre di proteggerla, cercando di farle io stessa da mamma o da marito. Ovviamente per lei non sono mai andata bene, siamo profondamente diverse e lei non mi ha mai accettato ne rispettato . Ma io la amavo e ne ero succube per cui perdonavo sempre i suoi scatti di rabbia e i suoi atteggiamenti sbagliati verso di me, giustificandola e dicendomi che lei era malata ed io ero forte. Inutile dire che mi ha distrutto. A 19 anni sono andata via di casa e sono andata a vivere in una città a 100 km di distanza da lei, ma mentalmente non mi sono mai staccata. Mi ha sempre telefonato mediamente 10 volte al giorno, ogni giorno. E mediamente una volta a settimana sono sempre andata a trovarla. Ha condizionato negativamente ogni scelta che ho fatto fino ai 35 anni circa, poi ho cercato di prendere in mano la mia vita (con fatica estrema) e costruire il mio micro mondo. So che avrei potuto fare molto di più a livello di studio e lavoro, e per questo provo molta rabbia, perché so che i miei fallimenti derivano dalla mancanza del sostegno famigliare e soprattutto dal fatto che lei mi ha sempre prosciugato l'energia e la voglia di fare. Negli ultimi 3 anni, da quando è arrivato il COVID, la sua condizione psicologica è notevolmente peggiorata. Ha avuto 3 ricoveri in clinica psichiatrica ma i risultati non sono quelli sperati. Adesso è a casa e le telefonate da 10 a volte diventano 20 o 30, pretende che vada da lei ogni momento libero, non fa che colpevolizzarmi perché ho una vita (dice che lei non è abbastanza importante) , non si rende minimamente conto delle mie esigenze personali e lavorative, vorrebbe venire a vivere nel mio miniappartamento, fa continuamente capricci come una bambina ed io non so minimamente come gestire la situazione. Sto andando avanti, come posso, ma sento che sto per scoppiare. Sono l'unico famigliare che ha, nessuno mi può aiutare. La badante non la vuole e onestamente non se la potrebbe neanche permettere economicamente. Non voglio abbandonarla ma non voglio neanche mettere ancora da parte la mia vita per la sua. Lo faccio da sempre e adesso so che è sbagliato e che devo rispettarmi e pensare al mio benessere. A volte mi sento depressa, mi sento in una gabbia, sento che non posso vivere la mia vita. Non riesco a fare progetti per il futuro perché temo che non li potrò realizzare a causa del suo malessere. Sto davvero male, ho bisogno di un consiglio per trovare la strada giusta. Ringrazio chi mi vorrà rispondere.

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Miglior risposta 10 MAR 2023

Cara Faramir79, sono estremamente dispiaciuta per quello che ha passato da bambina e pe rtutto ciò che sta affrontando oggi, da adulta. Si può dire forse che questa differenza, tra la bimba e l'adulta, lei non l'ha mai sentita, iper-responsabilizzata da una madre che aveva bisogno di cure e attenzioni.
Complimenti per il coraggio che ha avuto in passato di distaccarsi da una situazione priva di ossigeno e per essersi quindi resa conto che la vita, in realtà, è quella al di fuori di quella gabbia e che lei può permettersi di viverla.
Credo che le sensazioni che lei ci porta nel suo racconto, di rabbia, frustrazione ma anche colpa, amore e affetto, siano così contrastanti quanto assolutamente normali in una situazione come questa. Penso che, di fronte la situazione psichiatrica della sua mamma, sia naturale sentirsi impotente, percepire di non avere le risorse per aiutarla.
Ciò che mi arriva di più dalle sue parole è proprio questo forte senso di impotenza, ho la sensazione che in tutti questi anni lei si sia prosciugata e annullata di fronte le richieste e la gestione di sua madre, al punto che oggi queste forze cominciano a vacillare.
Ma è proprio ora che le chiedo di tenere duro e non mollare, di avere ben chiari i suoi desideri e, sopratuttto, i suoi bisogni, i suoi obiettivi di vita. Non lasci che il senso di colpa abbia la meglio, lei è responsabile del legame con sua madre esclusivamente in quanto figlia, non come genitore, né tanto meno come psicologo o psichiatra. Il suo unico compito nei suoi confronti è quello di portare a termine un processo di separazione che contribuisca alla sua crescita personale e che non è un attacco o una svalutazione dell'affetto che lei prova per lei. Chiedere alla sua mamma di comprendere questo, nella situazione di fragilità in cui verte, è davvero troppo. Ma chiederlo a lei, è il punto di partenza per ricordarle che non verrà giudicata per credere di aver fallito in un compito che non le è mai appartenuto. Quella bambina aveva altri compiti, altri diritti e le è stato chiesto di metterli a tacere.
Non lasci scappare questo momento di riflessione e apertura verso i suoi vissuti, entri in contatto con uno psicologo che possa supportarla in un momento così delicato, accetti l'aiuto che lei ha sempre offerto all'altro, ma mai chiesto per sè.
Spero di esserle stata utile e rimango a disposizione per qualsiasi cosa,
un abbraccio.
Dott.ssa Annalisa Magnaneschi

Dott.ssa Annalisa Magnaneschi Psicologo a Roma

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13 MAR 2023

Gentile Faramir,
lei purtroppo si è ritrovara a dover portare addosso per anni l'enorme peso di una inversione della relazione per l'essersi occupata di sua madre in un'età in cui normalmente accade il contrario.
Ora con l'aiuto di un percorso di psicoterapia dovrebbe imparare a difendersi da inopportuni ed eccessivi sensi di colpa cercando di ridefinire con sua madre dei confini necessari a salvaguardare il suo personale benessere psicofisico.
Qualora poi sua madre non fosse autosufficiente può provare a verificare la possibilità di ricevere un supporto socio-assistenziale dalla ASL.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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11 MAR 2023

Si allontani.
Metta un limite.
Lo verbalizzi.
Lo metta per iscritto.
Sia inamovibile.
Orari precisi.
Giorno di visita prestabilito.
Spenga il telefono.
Faccia questo grande dono a sua madre togliendosi dalle sue fauci.

Tiziana Viol Psicologo a Vittorio Veneto

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10 MAR 2023

Gentile Faramir,
mi dispiace molto nel sentirla combattuta tra il suo senso del dovere come figlia e la sua volontà di smettere di mettere ancora da parte la sua vita per quella di sua madre.
In questi casi non vige la legge del bianco o del nero, ma si può oscillare tra i due poli estremi, sfumandoli nel grigio.
Si può uscire da quella gabbia, ma solo lei ha davvero le chiavi. Tuttavia, però, se non sa dove trovarle può farsi supportare da un professionista, per individuare le strategie giuste per affrontare questa ardua situazione e, soprattutto, per metterla nelle condizioni di tracciare, finalmente, la strada giusta per lei.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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10 MAR 2023

Buongiorno signora
Le sono vicina per il periodo in cui si trrova.
Complimenti per tutte le cose che è riuscita a fare.
E giusto che lei si faccia una sua vita.
Si faccia aiutare da uno psicoterapeuta
Per le problematiche che ha.
Vada anche alla ASL per chiedere aiuto per la sua mamma

Dottssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma
Do

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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10 MAR 2023

Buongiorno cara signora.
Quando un genitore è malato, psicologicamente o fisicamente, accade quasi inevitabilemente che si invertano i ruoli, per cui il figlio diventa care giver con funzioni materne, paterne e/o di sostituto di partner.
Accade così che si perdano i propri confini e la propria identità, per effetto del senso di responsabilità schiacciante, colpa intollerabile verso il genitore, e al contempo paura di perdere il proprio, spesso unico, riferimento.
Uscire da questa trappola è possibile, ma con qualcuno, uno psicotarapeua nella fattispecie, che la accompagni e la sostenga nel rinforzare quel diritto ad esistere e a stare bene che ha iniziato a riconoscersi, definendo i suoi confini, elaborando la rabbia, la colpa e le emozioni che in tutti questi anni ha dovuto soffocare schiacciata dal dovere verso sua madre.
Stare bene è il prerequisito per far stare bene le persone a noi care. Se lei sceglierà di essere un po più libera, sua madre si adeguerà e starà meglio di conseguenza. Per ora le sembra impossibile, ma può accadere.
Un caro saluto
Dottoressa Simona D'Urso

Dott.ssa Simona D'Urso Psicologo a Torino

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10 MAR 2023

Buongiorno ,
mi dispiace per il malessere che sta vivendo. La sua storia familiare denota che si sono instaurate delle modalità relazionali che ad oggi sonopresenticon disagio.
Si conceda uno spazio terapeutico di sostegno e accogliente dove poter elaborare ed affrontare tutto cio che le crea malessere. Si faccia accompagnare da un professionista per poter lavorare su se stessa, sulla sua autostima e su un sano processo di disidentificazione Resto a disposizione per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa da sua madre .
Sono disponibile anche online.
Cordilamente
Drssa Alessandra Petrachi


Dott.ssa Alessandra Petrachi Psicologo a Rimini

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10 MAR 2023

Ciao, mi dispiace molto per la situazione difficile che stai vivendo con tua madre. Capisco che provi molta tristezza, frustrazione e senso di impotenza. È importante che tu sappia che la tua situazione è comune a molte persone che si trovano a dover gestire un parente con problemi di salute mentale. Il fatto che tu abbia cercato di aiutare tua madre per tutta la tua vita dimostra il tuo amore e la tua dedizione, ma è importante capire che non sei responsabile del suo benessere psicologico e non devi far fronte a tutto da sola.
Ti consiglio di cercare uno psicologo. Questo potrebbe aiutarti a sviluppare una maggiore consapevolezza delle tue emozioni, dei tuoi bisogni e dei tuoi diritti. Un terapeuta può anche aiutarti a sviluppare delle strategie per gestire la situazione con tua madre, come ad esempio stabilire dei confini sani e fare in modo che la tua vita non sia completamente assorbita dalla sua.
Non dimenticare che prenderti cura di te stessa è fondamentale per la tua salute mentale e il tuo benessere. Ti auguro tutto il meglio.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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