Può essere utile la terapia di coppia in una situazione del genere?

Inviata da sara00 · 26 dic 2023 Terapia di coppia

Buongiorno,
mi chiamo Sara e ho 23 anni. Da 3 anni ho una relazione stabile con il mio compagno (di 21 anni più grande di me) e conviviamo da 8 mesi. Attualmente aspettiamo un bimbo.

Nonostante la differenza di età, abbiamo un bel rapporto: le attenzioni dell'uno verso l'altra e viceversa non mancano, siamo attenti alla comunicazione di coppia (ci diciamo tutto, se io faccio qualcosa che lui non digerisce me lo fa notare in maniera costruttiva e ne discutiamo, e io faccio lo stesso con lui). Cerchiamo di non tenerci nascosto nulla, per non covare rancore e non vivere la relazione in maniera frustrata.

Il punto è che non siamo persone del tutto "equilibrate": lui ha una diagnosi di DOC da relazione, io una di fobia sociale e una di depressione. Entrambi siamo al corrente della "problematica" dell'altro ed entrambi seguiamo stabilmente un proprio percorso di terapia (ciascuno con un professionista diverso ovviamente) per affrontare la propria "problematica".

Da quando sono rimasta incinta, tuttavia, io ho smesso di prendere qualunque farmaco che assumevo (un antidepressivo e tre ansiolitici), per non rischiare di danneggiare il bambino, e ho continuato solo con la terapia.

Da quando ho tolto i farmaci il mio umore ha ricominciato a peggiorare, e non so se il fatto sia collegato alla mancanza di farmaci o alla gravidanza in sé o ad entrambe le cose.

Ho cominciato a diventare paranoica anche sulla mia relazione, ad aver timore che succeda qualcosa che la faccia finire e che faccia soffrire me in primis, ma anche di conseguenza il bambino quando capirà di avere i genitori separati.

Ho cominciato a passare le mie giornate a fare ricerche assidue su come le relazioni finiscono e su come fare invece a mantenerle, a cercare testimonianze di persone che tradivano il partner o che si innamoravano di qualcun altro per capire come mai succede...

Purtroppo vengo anche da una famiglia turbolenta in cui mia madre, dopo anni di matrimonio con mio padre, decise di andarsene di casa quando io ero adolescente, dopo aver conosciuto un'altra persona (questo perché non provava più niente per mio padre e a causa di mio fratello che aveva un comportamento difficile, si arrabbiava facilmente e spesso picchiava sia lei che me, senza che mio padre facesse qualcosa per difenderci). Il ricordo impresso di come si distrusse la mia famiglia di origine contribuisce purtroppo a farmi accrescere la paura che anche la relazione con il mio compagno possa distruggersi.

Lui non ha mai fatto nulla di reale che possa farmi pensare che voglia lasciarmi o che sia interessato ad un'altra, lo percepisco anzi molto coinvolto nella nostra relazione, nella gravidanza e nella gestione della nostra casa ad esempio. Tuttavia possiede diverse "amicizie virtuali" (sia uomini che donne): ex colleghi e colleghe, conoscenze virtuali fatte con persone appartenenti a gruppi Facebook o Telegram con interessi in comuni (videogiochi, squadre di calcio, ect.), con cui si sente saltuariamente per condividere appunto interessi e anche faccende di vita privata a volte. Io lo so e la cosa non mi ha mai turbato di per sé.

Fin qui tutto bene, finché un giorno non è accaduto questo: era notte e, mentre lui dormiva, ho intravisto sullo schermo del suo telefono il messaggio di una ragazza che gli domandava se era felice. Non so perché l'ho fatto e so che ho sbagliato, ma ho aperto il suo telefono (che non ha nessun blocco di accesso) e letto tutta la chat con questa ragazza dall'inizio alla fine (impiegando un'oretta circa in tutto).

Lui aveva cominciato a messaggiare con questa ragazza (sulla trentina e anche lei con un compagno ed un figlio) perché anche lei soffriva di DOC da relazione ed entrambi erano dentro lo stesso gruppo Facebook relativo a tale disturbo. Inoltre entrambi facevano le sedute con la stessa psicoterapeuta.

Di per sé la chat non conteneva nulla che dimostrasse tra i due un coinvolgimento sentimentale di qualunque tipo: condividevano per lo più questioni legate al loro disturbo e come questo influisse sul loro modo di vivere ciascuno la propria relazione con il proprio partner. Ho letto cose che mi hanno ferita profondamente tuttavia (alcune me le aveva già confidate in realtà, altre no): lui affermava che era interessato a me, perché io ero una persona genuina dal suo punto di vista e che gli stava dando quello che nessun altra gli aveva mai dato prima d'ora, ma che non gli veniva spontaneo baciarmi e non gli piaceva quando io lo baciavo. E per questo era in dubbio se davvero mi amava o mi considerava solo alla stregua di un'amica. Rimaneva sempre attratto da me fisicamente ma guardava le altre donne attraenti che vedeva in giro e durante il sesso non gli veniva da baciarmi o accarezzarmi, quindi temeva che emotivamente non si sentisse connesso a me nemmeno durante i rapporti, e che durante questi tendeva a pensare ad altre persone. Inoltre ogni tanto sentiva anche nostalgia delle sue vecchie relazioni perché queste erano perlopiù a distanza e lui non si sentiva soffocato da un certo punto di vista.

Ciò che non posso ignorare è che lui abbia chattato con questa ragazza per più di 7 mesi, condividendo con lei i suoi dubbi e così tanti particolari sulla sua percezione riguardo alla nostra relazione, mentre a me ha confidato solo parte di queste cose. Inoltre un giorno le aveva mandato ad inizio giornata degli emoticon con il bacio, mentre un altro giorno le aveva scritto "Ho bisogno di te".

A parte questo, parlava spesso anche di me positivamente, condivideva con lei anche ad esempio il nome che avevamo deciso per il bambino e anche i miei sintomi della gravidanza visto che anche lei era già stata incinta. Lei quando lo contattava gli chiedeva spesso come stavo anche io e delle visite che avevamo in programma di fare per il bambino.

Non so perché, ma tutto questo mi ha turbata molto, il fatto che lui avesse instaurato un rapporto "così profondo" con questa ragazza, con cui parlava ugualmente praticamente di tutto. Perché aveva scelto proprio una ragazza per chattare di queste cose e non un altro uomo? Il fatto che lei fosse una ragazza attraente non aiutava di certo. Mi sono sentita messa in competizione, non so perché. Il fatto che lui si affidasse a lei per avere consigli sui pensieri intrusivi dati dal suo disturbo, e non a me invece.

Mi è sorta la paura che lui magari, a furia di continuare a chattare e parlare di fatti così personali con questa ragazza, potesse prima o poi iniziare a provare sentimenti per lei e pensare e iniziare a non essere poi così interessato a me.

Lui la mattina dopo si accorse subito che qualcosa in me non andava e mi fece pressione per dirgli che cosa mi turbasse. Io gli raccontai tutta la verità, che avevo aperto il suo cellulare mentre lui dormiva e letto tutta la chat con questa ragazza, e che la cosa mi aveva turbata profondamente.

Non si arrabbiò con me, mi consolò e rassicurò che non gli interessava sentimentalmente questa persona, ma che chattava con lei da tempo per condividere solo i pensieri intrusivi del suo disturbo, visto che anche lei ne soffriva e perché aveva solo bisogno di qualcuno che ne soffrisse come lui con cui poterne parlare. Non poteva farlo con me, e questo glielo aveva detto anche la sua terapeuta, vista la mia fragilità emotiva data dalla mia di problematica e anche dal fatto che fossi la parte direttamente coinvolta nei pensieri intrusivi dati dal suo disturbo, che comunque stava affrontando con successo nel suo percorso di terapia.

Mi promise di sua iniziativa che non avrebbe più chattato con questa ragazza, perché anche se condivideva molto di sé con lei, rimaneva pur sempre un'estranea e se la cosa mi faceva stare male smetteva il rapporto serenamente e si sarebbe curato di non chattare più con altre donne riguardo al suo disturbo.

Io gli ho proposto comunque, dopo questa vicenda, di fare anche terapia di coppia (per aggiustare alcune dinamiche fra noi, e prevenire qualunque possibile crisi futura).

Da un certo punto di vista mi sento in colpa ad aver invaso la sua privacy e magari lui dopotutto non l'ha presa così bene sotto sotto, anche se mi ha confessato di essere rimasto un po' turbato dal fatto che gli abbia guardato il telefono. Tuttavia non ha intenzione di mettere un blocco schermo, perché vuole essere trasparente e non ha nulla da nascondere, così mi ha detto.

La mia domanda è: una situazione del genere può definirsi l'inizio di una crisi di coppia? La terapia di coppia può realmente essere utile in questo caso, per lasciarci alle spalle questa vicenda e prevenire future crisi?

Mi scuso per la lunghezza,
grazie a chi mi risponderà.

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