Terapia di coppia sbagliata?
Salve,
mi sono rivolta a un terapeuta di coppia, sull'onda di una crisi matrimoniale con mio marito e a parere mio la terapeuta non è paritaria nell'accogliere i sentimenti e gli umori di entrambe ed è caduta in una trappola.
Ho conosciuto mio marito 7 anni fa, ci siamo innamorati sa subito, colpo di fulmine immediato e presto siamo andati a convivere. Lui romantico, passionale, creativo, l'uomo dei sogni. Dopo un anno idilliaco, eravamo anche in aspettativa da lavoro, abbiamo ognuno ripreso i propri cammini individuali. Lì lui ha iniziato a manifestare scontentezza e ad essere sempre meno affettuoso e partecipativo al noi, il suo umore inizia a essere instabile..per ogni nonnulla gli si rovina la giornata, reclama continui spazi personali, mancanze di cose, fatti situazioni che potessero renderlo felice.
A questa perenne scontentezza e inadeguatezza di qualsiasi cosa si facesse per lui, io ho rincarato la dose di crocerossina, cercando con il mio entusiasmo e la mia solarità di aggiungere sempre quel che mancava a lui, alla coppia, alla casa. Lui senza mai apprezzare o contribuire ha sempre seguito come un traino il vagone primario, me, per poi incolparmi costantemente di essere una persona eccessivamente autoritaria, che si comportava come l'uomo di casa e non da donna e che per questo lui non riusciva a prendere il suo ruolo. (Esempio: amore vorrei mettere le piante in balcone! Lui: a me non interessa, per me il balcone sta bene cosi. Io compro tutto, faccio tutto da sola e lui mi accusa che non lo coinvolgo mai nelle decisioni della casa oppure critica come è stato eseguito quel compito, se gli rammenti che era disinteressato ti dice NO, oppure BEH OVVIO CON TE NON SI PUò FARE NULLA).
Ogni volta che cedevo, crollavo etc. emotivamente o praticamente lui si è sempre fatto da parte o mi ha rinfacciato che lui stesse peggio, insomma un muro, giorno per giorno sempre più alto.
Anche il sesso per lui è divenuto strumento di manipolazione.
Io sono un tipo molto passionale e lui sa che la notte io non riesco e guarda caso, qualla è l'unica ora che lui può e vuole, per cui o mi piego a non dormire la sera attendendolo o non si fa. Lui non ci prova.
Se ci prova, etc. e si raggiunge un buon livello di complicità, crea un litigio subito dopo, tanto che per me fare sesso con lui è diventato pericoloso perché devo attendermi certamente un litigio poi.
Io attribuivo tutto questo a un reale disagio esistenziale, perché aveva problemi di lavoro, la madre malata etc. Il padre autoritario, presunti drammi infantili, e credevo, come lui asseriva che una volta ottenuta una maggiore stabilità sarebbe stato meglio. Stabilità che chiedeva anche a me con un progetto di vita comune.
Io l'ho sempre molto amato e idealizzato (cioè vedevo più le qualità che i difetti), ogni tanto avvertivo vuoto scontentezza e "sbottavo" e lui mi dava le attenzioni che volevo. Questo meccanismo ha funzionato per lungo tempo, sia perchéè c'è una grossa intesa sessuale (come qualità del rapporto anche se ora è andata scemando la quantità) sia perché io ero molto presa dalla mia carriera e lui dalla sua.
Da tre anni ci siamo sposati e lui ha voluto un figlio subito. Ora abbiamo un bambino.
La relazione ormai inesistente, lui si comporta come un adolescente scontento, ancora e ancora, dopo l'iniziale novità del bambino. È collaborativo come un fratello maggiore, salvo poi trattarmi come la madre cattiva. Io gli avevo promesso che dopo la gravidanza non avrei più tollerato infantilisimo e giochetti così ho chiesto la terapia.
Ora dopo 6 sedute (2 di test), io ho la sensazione che lei sia molto di parte verso mio marito, nel senso che parla praticamente solo con lui, empatizza etc. lui attacca a piangere e fare la stessa manfrina che faceva con me all'inizio della nostra relazione e lei si commuove, lo accoglie etc. e fino a qua, ok. Il punto è che non lo fa con me anzi, e ogni volta che io intervengo in modo rabbioso sicuramente errato, lei asserisce che la mia distruttività non permette la terapia di coppia, perché io vado li a dire quanto mi fa schfo mio marito. Io le ho spiegato che per me è uno sfogo in un momento in cui mi sono accorta che non è il principe che idealizzavo e che ho bisogno di sentirmi capita in questa rabbia. Lei sostiene invece che la mia rabbia è di ostacolo e che se voglio sfogarmi devo fare una terapia individuale. Tuttavia quando usciamo da lì mio marito si sente, dice, accolto e asserisce nel suo individuale, perché la terapia di coppia non è mai iniziata, io invece mi sento sempre peggio, perché di base la terapista mi sta facendo sentire come mio marito: non ti accolgo perché tu sei sbagliata o mi chiedi accoglimento in modo sbagliato. Manco pagando posso essere me stessa, crollare, sbagliare?
Io ho già contattato un altro terapeuta esperto in co-dipendenze affettive ma vi chiedo sto sbagliando? Sto veramente boicottando la terapia di coppia come asserisce lei?
Per me lei patteggia per lui ingenuamente, perché di fatto lui li si comporta come un tenero agnellino. A nulla è servito dirgli che a a casa non è così, che mi minaccia, se lo lascio etc. Lei dice QUI LUI NON TI AGGREDISCE Né TI SVALUTA E TU SI.
In tal senso lamenta di essere stata TRIANGOLATA non so nemmeno che significa ma secondo me è lei che invece di aiutarci ha messo ulteriore zizzania.
Sarò gelosa io, sarò oppositiva, iperprotettiva crocerossina, ma per me è sbagliato il terapeuta.
Voi che ne pensate?
Mio marito chiaramente ha detto che lui si trova bene e che io sono gelosa per questo mi oppongo, ma io non sono affatto gelosa. Voglio solo sentirmi compresa.
Grazie a tutti e scusate ma non è facile essere breve.