Pericolosità sociale disturbo borderline e bipolare

Inviata da Angela Romeo · 30 ago 2022 Disturbi psicosomatici

Salve, vi scrivo perché purtroppo, insieme al resto della mia famiglia, sono vittima di un fratello con diagnosi di disturbo borderline e bipolare, che sta letteralmente distruggendo la nostra salute psichica, oltre che beni immobili, in quanto le manie e le manifestazioni evidenti dei suoi labili e psicotici stati mentali sono diventati sempre più frequenti. Il soggetto in questione fa uso di sostanze psicotrope di vario genere, oltre che di anabolizzanti e chissà cosa altro, dal momento che lavora in ospedale, con la mansione di infermiere, nella farmacia del nosocomio dopo un'interminabile cambio di reparti. È sempre stato brillante ma al tempo stesso nostalgico ed eccessivo, all'età di vent'anni anni abbiamo scoperto che la sua dipendenza dall'eroina e purtroppo la sua permanenza in comunità è durata poco più di qualche mese al cui ritorno ha fatto seguito il matrimonio con prole al seguito come anche un quasi mortale incidente nel quale ha perso la vista da un occhio. Ad oggi con i figli precocemente andati via di casa, a causa dello stesso, una moglie senza amor proprio che lo appoggia in tutto, anche nella promiscuità sessuale, sta convergendo le sue manie sulla famiglia di origine dalla quale rivendica maggiori ricchezze rispetto a quelle ricevute, vessando, taglieggiando, minacciando e creando delle situazioni folli che richiedono il continuo intervento delle forze dell'ordine.
Mi chiedo cosa si possa fare per arginare questa situazione che purtroppo se non affrontata con i giusti tempi e mezzi potrebbe inevitabilmente portare all'ennesimo caso di cronaca, mia madre è morta di crepacuore e temo che lo stesso destino potrebbe toccare a mio padre il quale vive nell'angoscia.
Per altro mi chiedo può un infermiere con questi disturbi assolvere alla propria funzione dal momento che vive in maniera distorta qualsiasi rapporto?
Possibile non esista nel nostro ordinamento giuridico un trattamento medico da applicare in questi casi?
Un anno fa abbiamo perso una sorella, era una docente di biofisica all'università,che a causa del disturbo borderline, dopo un lungo calvario, si è ammalata di un carcinoma rifiutando tutte le cure. Anche in quel caso nulla dal punto di vista istituzionale è stato possibile, ma com'è possibile che nel nostro Paese non siano previsti degli aiuti concreti alle famiglie e ai pazienti per affrontare questi problemi?

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Miglior risposta 31 AGO 2022

Salve, considerata la gravità della situazione è necessario che suo fratello venga seguito da psichiatra e psicoterapeuta. Probabilmente per un certo periodo di tempo non potrà essere in grado di badare alle sue spese ed avrà bisogno di un amministratore di sostegno. Procederei inizialmente con aiuto medico e psicoterapeutico, sperando che la situazione non peggiori da doverlo portare addirittura al ricovero.
Cordialmente, dott FDL

Anonimo-181068 Psicologo a Roma

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31 AGO 2022

Cara Angela, penso che se suo fratello ha avuto, ed ha tutt'ora, atteggiamenti violenti (le minacce di fare del male sono considerate un comportamento violento dalla letteratura scientifica che si occupa di valutazione e gestione del rischio) e lei teme per l'incolumità sua e dei suoi familiari allora bisogna cambiare l'approccio al problema. Un approccio che consideri non solo problemi di salute ma anche pericolo di violenza. Esistono dei fattori di rischio di rischio di comportamento violento e da quello che lei mi dice alcuni sono presenti: diagnosi di disturbo di personalità e disturbo dell'umore, abuso e uso di sostanze stupefacenti, comportamenti violenti (ho danneggiato immobili? è stato fisicamente e verbalmente violento nei confronti qualcuno? avete chiamato le forze dell'ordine e questo mi fa pensare che sia stato violento fisicamente o abbia minacciato di esserlo), Questi sono alcuni dei fattori di rischio che io deduco da ciò che hai scritto e bisognerebbe valutane altri quali ad esempio l'instabilità attuale (cambia umore spesso e irritabile? è irrequieto?). Inoltre sta prendendo i farmaci? Segue i trattamenti farmacologici e tutto ciò che gli serve per mitigare il suo disagio? Quando era in comunità seguiva le regole e i percorsi di trattamento? Perchè se non lo fa o non lo sta facendo questo è un altro fattore di rischio di violenza. Altro fattore di rischio è come percepisce gli altri voi (si sente trattato male? perseguitato? vittima di ingiustizia? pensa che voi gli vogliate fare del male?) Dici inoltre che questi comportamenti aggressivi sono sempre più frequenti, c'è quindi stata un'escalation, anche questo è un fattore di rischio come anche il fatto che non ci sono progetti per lui adeguati a contenere il suo comportamento violento e il suo stato psichico. La valutazione e la gestione del rischio è un processo articolato e con una metodologia ben precisa da utilizzare, e quindi quello che scrivo è solo parziale e questi fattori dovrebbero essere integrati da altri fattori e da altre informazione che non è possibile, ovviamente, considerare adesso. Penso tuttavia che dobbiate occuparvi per prima cosa di contenere e arginare il rischio che commetta comportamenti violenti, avete fatto bene a chiamare le forze dell'Ordine, non deve essere stato facile per voi. Se suo fratello è in grado di capire il proprio stato mentale e la sua pericolosità allora parlargli apertamente del fatto che voi avete timore di lui e della sua instabilità e del fatto che possa mettere in atto azioni (anche senza volerlo) che avranno gravi conseguenze e di cui potrà pentirsi, come è anche successo quando ha avuto l'incidente. è possibile che suo fratello abbia delle risorse per superare questo momento e arginare la sua pericolosità, ma è necessario intervenire per attivarle

Simona Galasso Psicologo a Roma

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31 AGO 2022

Buonasera Angela,

Mi dispiace per la situazione.
Suo fratello dovrà essere seguito da uno psichiatra e psicoterapeuta data la delicata e complessa situazione.
Cordiali saluti.

Dott.ssa Margherita Romeo

Dott.ssa Margherita Romeo Psicologo a Roma

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31 AGO 2022

Buongiorno, è una situazione molto complessa e la soluzione non è garantita. Non si può aiutare chi non è disponibile a ricevere un aiuto, quindi il trattamento di suo fratello avrà un'efficacia quando sarà lui a rendersi conto di averne bisogno. La legge può aiutarvi con vari strumenti nel momento in cui lui dovesse diventare (ma forse lo è già stato) pericoloso per voi e per gli altri, ma occorre essere disposti ad andare fino in fondo con denunce, ordinamenti restrittivi e TSO (si servono ancora nonostante l'idea non piaccia a molte persone). Dico questo perchè quando si tratta di un famigliare capita spesso di avere atteggiamenti ambivalenti che non aiutano nella gestione del caso, è importante che lui sappia che non può ottenere nulla da voi a parte le denunce. Qualora dovesse accettare di intraprendere un percorso di cura avrà bisogno sia dello psichiatra che dello psicoterapeuta. Senza una motivazione valida da parte sua la psicoterapia sarebbe inutile, mentre i farmaci invece, se li prendesse, potrebbero comunque aiutarlo.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

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31 AGO 2022

Cara Angela,

suo fratello dovrebbe essere allontanato con una ordinanza restrittiva che gli vieti di avvicinarsi alla sua famiglia, previa denuncia, possibilmente con prove alla mano. Contestualmente, se fosse consapevole di avere più di un problema, dovrebbe intraprendere un percorso psicoterapeutico integrato da farmaci, in modo da approfondire l'origine dei suoi sintomi e allo stesso tempo, tenerli sotto controllo.
Per quanto la riguarda, la invito a sua volta a iniziare un percorso psicoterapeutico, in modo da elaborare e risignificare gli eventi dolorosi che ha dovuto attraversare fino ad ora.
A questo proposito, sono a sua completa disposizione, anche online.

Dott.ssa Francesca Orefice

Dott.ssa Francesca Orefice Psicologo a Bologna

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