Disturbo della personalità Borderline e doppia dipendenza

Inviata da Gine08 · 6 giu 2022 Disturbi della personalità

Salve dottori, cercherò di essere il più brevemente esaustiva.
Mi chiamo Ginevra e ho 21 anni. Da 6 anni consumavo regolarmente cannabis perché dopo essermi lasciata con il mio primo fidanzato e soprattutto dopo averlo idealizzato a dovere, ho cominciato a provare sensazioni orribili, pianti tremendi anche appena sveglia, una sensazione di anedonia acuta. L’unica cosa che riusciva a “”riequilibrarmi”” era la cannabis della quale fumavo 2 grammi al giorno (avevo 15 anni).
Fumai per 3 mesi (tutta l’estate) di continuo e ad un certo punto i miei genitori mi scoprirono e mia madre contro le droghe in modo assoluto mi aiutò a smettere. Con la valeriana smisi di fumare cannabis ma dopo pochissimo (1 mese) incontrai un altro ragazzo. Lui si mise a spacciare per motivi personali seri e perché credeva di non poter fare altro per riuscire a risolverli guadagnando qualche spiccio in quel modo. Spacciava solo cannabis fortunatamente. Ad un certo punto a me venne voglia di fumare di nuovo perché non mi bastavano le sensazioni che provavo. Volevo di più. E quindi potete ben immaginare come si è evoluta la situazione. Lui me lo regalava pensando di starmi facendo bene e io cominciai a fumare in modo smisurato. Già dai primi utilizzi prima di questo ragazzo e prima di smettere la prima volta diventai tollerante dalla cannabis perché quasi ogni volta che la utilizzavo vomitavo alla fine perché le quantità erano troppo elevate e magari i miei livelli di ansia non lo permettevano. Continuando però feci abituare il mio corpo. Così, in quel periodo in cui ricominciai con il nuovo ragazzo, sentivo di avere finalmente la situazione sotto controllo perché non mi sentivo più male perciò cominciai ad esagerare piano piano.
Dopo un anno di relazione sono completamente impazzita. Avevo 17 anni e cominciai ad avere le crisi isteriche. Dopo ogni litigio che facevo con lui PER COLPA MIA e per la mia gelosia ossessiva e anche paranoide se possiamo dirlo, non riuscivo a gestire la situazione di dolore che provavo dentro di me, mi sentivo abbandonata e rifiutata e allora scoppiavo in urla tremende, praticamente demoniache, sbattevo la testa contro il muro, non sapevo più cosa fare. Dopo unaltro annetto continuato in questo modo lui comunque non voleva lasciarmi sia per la sua paura di rimanere solo e per quella della mia reazione se lo avesse fatto e sia anche perché ci volevamo comunque tanto bene. Io provavo invece a lasciarlo ma non ci riuscivo MAI e ritornavo sempre da lui. In tutto ciò ci siamo poi lasciati per il nostro bene ma io non lo accettavo e gli scrivevo sempre cose dolci con la speranza che non fosse per sempre quell’ Addio…non potevo sopportarlo. Sono passati 3 anni e mezzo e io non riesco ancora a sopportarlo anche se lui adesso è felicemente fidanzato. Un abbandono così mi ha fatto malissimo anche se era logico che ci saremmo dovuti lasciare.
Dopo esserci lasciati io non ero io e continuai a fumare continuamente. Molto più di prima.
Mi avevano diagnosticato una doppia dipendenza e l’abbandono mi aveva portato a dissociarmi da me stessa. Le crisi isteriche furono sempre più forti e senza controllo anche se lui non c’era più. E io mi sentivo sempre più estranea a me stessa. Sempre più sconfitta e inutile, senza speranza completamente. In questo momento volevo specificare che le crisi erano invece contro i miei familiari, avendo avuto anche una storia familiare molto complessa.
Dopodiché vado in terapia dalla prima privata. Ma non era quella giusta per me. Smisi di andarci perché continuavo sia ad avere crisi isteriche sia a fumare in maniera smisurata. E soprattutto continuavo a non amarmi e a non accettarmi. Dopo che però non ci sono più andata mi accorsi che avevo una dipendenza affettiva anche con lei perché mi mancava e mi sentivo quasi depersonalizzata.
Dopo un anno ho deciso di riprendere il percorso terapeutico con una psicoterapeuta cognitivo comportamentale e lei mi sta facendo molto bene.
Mi ha diagnosticato il disturbo borderline di personalità in comorbilità con disturbo d’ansia generalizzato e fobia sociale per darmi risposte sul cosa mi stesse succedendo e perché io sono molto molto confusa da 4 anni praticamente invece di crescere sono retroceduta e questo mi stava facendo malissimo.
Da due settimane non fumo più cannabis ma la prima settimana è stata dura a livello fisico e la sera mi prendeva in apatia smisurata che non mi consentiva di avere voglia di fare nulla, solo di andare a mettermi sotto le coperte. Quindi dopo 6 giorni ho provato a fumare ma mi sono sentita in un altro mondo. Avevo il corpo che mi formicolava dai piedi fino alle tempie in una maniera assurda. Anche la cervicale non sentivo più. Però non mi è bastato questo perché ho fatto altri tre tiri un altro giorno con una mia amica e ieri e l’altro ieri ne ho fumata una da sola. Tutto ciò perché non mi credo capace a smettere in modo repentino (sono passata da 3/6 canne con più di mezzo grammo dentro al giorno al nulla da un giorno all’altro) e anche se non avevo sintomi chissa come brutti perché gli stessi (a parte lo stomaco in subbuglio) li avevo anche fumando, ho deciso di riprovare. Ora mi sento una persona inutile ed incapace. Anche se non dovrei lo so. Ma faccio fatica a vedere la realtà in modo razionale. Ho tanta paura e avevo bisogno di qualcuno di esperto che mi dicesse che così non ho mandato all’aria la mia disintossicazione. È che non sopportavo più l’apatia terribile che mi portava il non fumare quando calava la sera. Odio avere un umore piatto. Vorrei sempre sentire scintille e di sicuro le canne non vanno bene per questo. Ma purtroppo sono l’unica arma che conosco.
La mia psicologa mi aveva detto che ci sono dei contenitori nel sistema endocannabinoide che devono assorbirsi da soli non assumendo più la sostanza ed invece eccomi qui. Ho di nuovo rovinato tutto.
Vi prego vorrei una risposta immediata e rassicurante.
Grazie ancora per l’attenzione. Ne sono molto grata.

Risposta inviata

A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo

C’è stato un errore

Per favore, provaci di nuovo più tardi.

Prenota subito un appuntamento online a 44€

Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.

Miglior risposta 7 GIU 2022

Buongiorno, molti dei suoi problemi sono riassunti dall'ultima frase che ha scritto. "vorrei una risposta immediata e rassicurante". Credo che molti dei problemi che ha riscontrato siano ben spiegati da questa aspettativa. Non esistono risultati immediati e rassicuranti, la vita è fatta di situazioni problematiche che vanno risolte sviluppando tolleranza alle frustrazioni. Non è una colpa però dovrebbe lavorare su questo. Il percorso di emancipazione dalle dipendenze è difficoltoso ed irto di ostacoli. Le ricadute sono la norma, l'analisi della ricaduta una risorsa. Se utilizza le ricadute come spunto per denigrarsi ulteriormente siamo fuori strada. Offrono ogni volta un momento di comprensione che se sfruttato l'aiuterà a progredire nel suo percorso. Se non si accetta il fatto che possano accadere di fatto non conviene iniziare perchè sono una delle poche certezze della vita. Chi intraprende un percorso di liberazione da una dipendenza deve sapere ed accettare che sarà pieno di ricadute. Siccome la dipendenza è un sintomo secondario rispetto alla sua diagnosi di disturbo di personalità, il lavoro sarà più difficile perchè ci saranno più fronti aperti in parallelo, quindi a maggior ragione ci deve essere una buona tolleranza per gli errori. Denigrarsi le servirà solo a mantenere attivi i sintomi.

Dott. Matteo Mossini Psicologo a Parma

649 Risposte

505 voti positivi

Fa terapia online

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

7 GIU 2022

Gentile Ginevra,
mi colpisce che abbia concluso il suo scritto con la richiesta di una risposta "immediata e rassicurante". Credo che ciò rifletta il suo bisogno di condizionare le risposte che riceve dalle altre persone. Ovviamente è un bisogno che riflette la paura di essere ferita e credo sia questo il nucleo del lavoro psicoterapico: l'obiettivo sarà sviluppare la capacità di tollerare la sofferenza che può derivare dal comportamento altrui, possa essere esso di allontanamento o di critica.
Detto ciò, una ricaduta è più che prevedibile in un processo di disintossicazione da una sostanza. Bisogna però che prenda atto del fatto che la cannabis è uno dei fattori che determinano il suo stato di ansia. Lo specifico perché a volte, fumare THC, viene erroneamente considerata una buona strategia per gestire l'ansia. Al contrario il DSM 5 prevede proprio il Disturbo d'ansia indotto da sostanze e fra le varie sostanze c'è ovviamente la cannabis. Il primo passo per arrivare a smettere definitivamente di fumare cannabis è il fatto che lei si renda conto che finché fumerà proverà sempre le spiacevolissime sensazioni psicologiche e somatiche che ci ha descritto e che sono la tipica sintomatologia dell'ansia.
Essendo la cannabis un fattore che contribuisce al suo complesso quadro sintomatologico, esso deve essere trattato con un piano terapeutico specifico. Sicuramente la sua convinzione e forza di volontà sono cruciali, allo stesso tempo è necessario che lavoriate, se non lo fate già, in equipe con un medico e/o uno psichiatra al fine di affrontare dal punto di vista farmacologico la gestione dei sintomi psicosomatici innescati dalla sindrome d'astinenza. E' importante lavorare in equipe anche con il medico di base in quanto la prescrizione di ansiolitici, deve rispettare quanto previsto dal piano terapeutico redatto da uno specialista in psichiatria onde evitare il passaggio dalla dipendenza da cannabis alla dipendenza da ansiolitici. Bisogna valutare se è opportuno procedere con una sospensione totale o con uno scalaggio graduale del THC o se si può integrare con l'uso di CBD (cannabidiolo - altra molecola presente nelle foglie di canapa che agisce su altri recettori e non ha proprietà tossiche e non crea dipendenza, pur essendo efficace nella gestione dell'ansia). E' anche utile avere un punto di riferimento fra i propri conoscenti che è fermamente convinto della necessità di non fare uso di cannabis, a cui lei possa rivolgersi nel momento in cui sente il bisogno di fumare. Non mi dilungo oltre, anche se ci sono molti altri aspetti da tenere in considerazione aiutarla a superare la sua dipendenza dalla THC. Ultima cosa e forse la più importante, deve mettere una distanza fisica con le situazioni interpersonali in cui lei viene stimolata a fumare, in cui può reperire cannabis o altre sostanze e che siano in qualche modo associate al uso di cannabis. Questa è la parte forse più difficile, perché implica l'affettività, ma anche la più importante.

Dott. Lelio Bizzarri Psicologo a Roma

404 Risposte

381 voti positivi

Contatta

Ti è stata utile?

Grazie per la tua valutazione!

Psicologi specializzati in Disturbi della personalità

Vedere più psicologi specializzati in Disturbi della personalità

Altre domande su Disturbi della personalità

Spiega il tuo caso ai nostri psicologi

Invia la tua richiesta in forma anonima e riceverai orientamento psicologico in 48h.

50 È necessario scrivere 22000 caratteri in più

La tua domanda e le relative risposte verranno pubblicate sul portale. Questo servizio è gratuito e non sostituisce una seduta psicologica.

Manderemo la tua domanda ai nostri esperti nel tema che si offriranno di occuparsi del tuo caso.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Il prezzo delle sedute non è gratuito e sarà soggetto alle tariffe dei professionisti.

Introduci un nickname per mantenere l'anonimato

La tua domanda è in fase di revisione

Ti avvisaremo per e-mail non appena verrà pubblicata

Se hai bisogno di cure psicologiche immediate, puoi prenotare una terapia nelle prossime 72 ore e al prezzo ridotto di 44€.

Questa domanda esiste già

Per favore, cerca tra le domande esistenti per conoscere la risposta

psicologi 26550

psicologi

domande 22000

domande

Risposte 141250

Risposte