Paura del trascorrere del tempo e della brevità della vita

Inviata da Aner · 6 mag 2024 Autorealizzazione e orientamento personale

Gentili Dottori buongiorno,
ho 38 anni (vado per i 39) e vi scrivo per chiedere il vostro gentile parere in relazione a sensazioni e pensieri opprimenti che da parecchio tempo mi accompagnano e precisamente relativi alla percezione, che mi spaventa molto, che il tempo passi troppo velocemente e la vita sia troppo breve (anche laddove per ipotesi io riuscissi a vivere fino a 85-90 anni, come avviene ormai spesso).
Spesso mi trovo infatti a pensare che gli anni della vecchiaia giungeranno molto rapidamente e mi troverò velocemente alla fine del mio percorso. Guardandomi indietro infatti quasi non mi capacito di essere già giunto a questa età.
A questa preoccupazione si aggiunge poi quella relativa all’invecchiare dei miei genitori e all’idea di doverli lasciare in un futuro magari nemmeno troppo lontano (a volte questa paura sembra superare l’altra).
Questi pensieri si sono presentanti spesso nel corso della mia vita, con differenti tonalità, e mi hanno causato vere e proprie crisi intorno ai 18 anni, ai 25 e ai 34 anni.
Nonostante abbia provato in diverse maniere ad arginare il pensiero, questo si fa ultimamente piuttosto ricorrente, generandomi molta tristezza e sconforto, con frequenti brevi crisi di pianto.
In questo momento sto affrontando un grosso concorso (che richiede molti anni di studio), del quale in questo periodo attendo gli esiti.
Dall’inizio del mio percorso universitario, nel 2004, ho sempre alternato studio e lavoro, non proveniendo da una famiglia particolarmente abbiente. Ho sempre avuto ottimi riscontri dagli studi, ma la scelta del percorso non è stata basata sull’effettivo interesse personale, quanto sulla speranza (ingenua) di avere un lavoro tranquillo che mi consentisse di mantenere una famiglia.
Negli ultimi anni le occasioni sociali si sono via via diradate, considerato anche che molti amici hanno iniziato a metter su famiglia. Io al contrario sono rimasto perennemente single (nemmeno storie occasionali), con la sensazione latente di essermi ormai precluso il mondo degli affetti.
Mi chiedo se la sensazione di brevità della vita sia in qualche modo giustificata e condivisa da tutti o se questa sia distorta ed esclusivamente frutto del mio vissuto, in relazione al quale penso che dovrò comunque mettere in atto dei cambiamenti.

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Miglior risposta 7 MAG 2024

Gentile Aner,
ogni tanto è normale porsi domande esistenziali sulla vita. Da quello che scrive però dice di avere ciclicamente delle vere e proprie crisi che la portano a focalizzarsi su domande che io chiamo "sabbie mobili", ossia domande a cui non è possibile trovare una risposta certa e che dunque alimentano le emozioni e i pensieri negativi e che ci bloccano.
Valuterei invece un percorso psicologico per imparare a dare il giusto spazio a questi pensieri ed essere aiutato a porsi domande che invece la possano spingere ad agire nel presente, al fine di costruire una vita appagante e soddiafacente ora.
Resto a disposizione anche online qualora volesse cominciare questo percorso.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita

Dott.ssa Antonella Vita Psicologo a Padova

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7 MAG 2024

Buongiorno Aner,

dalle sue parole traspaiono tutta la paura e l'angoscia legate al tempo che passa ineluttabile, che viene associato alla perdita: perdita della giovinezza, perdita di opportunità, ma soprattutto perdita degli affetti più cari. Sembra che la sua energia sia tutta rivolta verso il passato e che questo non le permetta di godersi il tempo presente, che è l'unico degno di essere vissuto.

Tra le righe leggo un senso di fragilità e di chiusura in se stesso che non fa che alimentare questo circolo vizioso di paura, preoccupazione, tristezza e solitudine (?). Forse proprio la paura di perdere le persone importanti la porta ad evitare, in maniera inconsapevole, di instaurare relazioni di intimità e profonde con gli altri. I legami fanno paura, quando si teme la perdita, e a volte può essere più rassicurante rimanere distanti, per sentirsi più al sicuro.

Penso che un supporto psicologico le potrebbe servire per dare un senso a queste crisi di pianto e ai suoi vissuti ricorrenti, che probabilmente si fanno sentire soprattutto nei momenti di stress, come quello che sta vivendo. Sono sicura che, lavorando su queste emozioni così disagevoli e su tutto il mondo che c'è dietro, riuscirà a venire fuori da questa chiusura e riuscirà a trovare le energie e l'entusiasmo verso la vita e verso le relazioni con gli altri.

Un caro saluto.

Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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7 MAG 2024

Buongiorno,
sembra che l'origine di questo suo malessere sia piuttosto antica in quanto risalente fin dall'adolescenza. Ritengo che, per poter comprendere appieno le cause dietro questa sua percezione di un tempo che sembra sfuggirle di mano, occorra rivolgersi ad un professionista che sia in grado di aiutarla a comprendere l'origine di tale sensazione, per poter evitare che questi pensieri abbiano un impatto invalidante sulla sua qualità di vita.
Mi rendo disponibile nel caso volesse valutare un percorso ed approfondire tali vissuti.
Dott.ssa Alessia Foronchi

Dott.ssa Alessia Foronchi Psicologo a Pesaro

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7 MAG 2024

Caro Aner, non sei il primo che mi esprime questo disagio. In effetti le prospettive che tutti abbiamo sono proprio quelle di ammalarsi, invecchiare, morire. Si può dire che l'unica costante, l'unica certezza della vita sia l'impermanenza. Allora se ci penso, non solo non trovo una soluzione ma mi rovino anche il presente perché non riesco a godermelo. La soluzione sarebbe non pensarci e affrontare la vita per come ci si para davanti, momento per momento. Chi teme di soffrire soffre già di quel che teme, ovvero soffre due volte. Se mi angustio pensando che tutto finirà ne ho già decretato la fine prematura. Dovremmo quindi non pensare. Tuttavia pensare di non pensare è impossibile. Quando una persona insicura va in cerca di certezze il pensiero diventa un nemico. Quando una persona finisce in questa trappola tutto quello che fa per uscirne lo fa affondare ancora di più. Come nelle sabbie mobili. Sul piano filosofico la soluzione è semplice: smettere di lottare, vincere senza combattere, accettare l'impermanenza della vita e godersela momento per momento. Sul piano del pensiero potrebbe non bastare. In questi casi si deve prendere il controllo dell'ossessione rendendo volontario ciò che è involontario, concedendoselo in modo controllato in modo da poterci anche rinunciare. E' difficile uscire da soli da quest'impasse. Come per il barone di Munchausen che voleva sollevarsi prendendosi per il codino.

Dott. Andrea Bottai Psicologo a Firenze

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7 MAG 2024

Gentile Aner, queste riflessioni sono comuni, arginare i pensieri è una strategia fallce… NON PENSARE ALL’ELEFANTE ROSA, in questo momento le ha creato proprio l’immagine che doveva evitare!
Quindi i pensieri vanno ascoltati, accolti, nella stanza della parole parche possano farsi piu leggeri…
Nessuno di noi sa il momento in cui ce ne andremo, o se ne andranno i nostri cari, come dovevano un tempo MEMENTO MORI, che potremmo anche tradurre con MEMENTO VIVERE…
Ricordati di vivere, da oggi.

Per confronto e approfondimento so o disponibile.

Saluti cordiali
Dott.ssa Barbara Durand
Ricevo Online ed in studio a Torino

Dott.ssa Barbara Durand Psicologo a Torino

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7 MAG 2024

Grazie per la tua richiesta d’aiuto, la risposta alla tua domanda è da analizzare insieme ed valutare un percorso terapeutico adeguato allo stile di vita desiderata.
Un caro saluto
Vincenza Papeo

Vincenza Papeo Psicologo a Milano

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7 MAG 2024

Buongiorno,
Il suo racconto è molto interessante e penso che lei possa usufruire di un percorso psicoterapico. I pensieri sulla brevità della vita potrebbero essere connessi a come vivere la vita e a quale senso cercare di percepire mentre la si vive. In ogni caso dobbiamo considerare che la vita va vissuta nella sua pienezza in ogni fase anagrafica. Certamente la sua fase è quella di un uomo giovane e in grado di poter progettare molto di sè. La psicoterapia potrebbe aiutarla molto nell’elaborazione del tempo di vita trascorso e delle relazioni che ha vissuto, nonché potrebbe stimolarla a vivere il qui ed ora e la sua proiezione nel futuro.
Potrebbe inoltre trattare la paura della fine e della separazione nelle relazioni.
Le auguro un buon lavoro nella psicoterapia.
Dott. Pietro Salemme

Dott. Pietro Salemme Psicologo a Roma

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