Buongiorno, ho 38 anni e un figlio di 3 davvero tanto desiderato, ma che adesso non sopporto più. So che questi sono anni difficili per tutti i genitori, ma io ho già finito la pazienza. È un bimbo solare, dolce, affettuoso, ma per la maggior parte del tempo, è oppositivo e cocciuto, anche nelle cose più banali. Non ce la faccio più. Mi sento sopraffatta da sentimenti contrastanti di amore immenso e odio. Ho provato di tutto: con le buone, con le cattive... niente, non funziona niente. Non riesco mai a farmi ascoltare, devo sempre arrivare a gridare prima di ottenere qualcosa, come banalmente, lavarsi le mani prima di mangiare. Sembra quasi che lui capisca quanto mi infastisce e lo faccia apposta. Razionalmente so che non è così, ma non so più cosa fare e pensare.
Mi sento una pessima madre, probabilmente non sono in grado di educarlo e crescerlo come si dovrebbe. Ammetto che è psrtita anche qualche sculacciata, cosa che mi ero ripromessa di non fare mai. Non voglio che abbia paura di me, ma con lui le maniere dolci non funzionano, devo sempre stare sull'attenti ed essere ferma sulle mie decisioni.
Risposta inviata
A breve convalideremo la tua risposta e la pubblicheremo
C’è stato un errore
Per favore, provaci di nuovo più tardi.
Prenota subito un appuntamento online a 44€
Ricevi assistenza psicologica in meno di 72 ore con professionisti iscritti all’ordine e scegliendo l'orario più adatto alle tue esigenze.
Miglior risposta
12 AGO 2022
· Questa risposta è stata utile per 18 persone
Gentile “Mamma di-Sperata”,
è stata molto coraggiosa a scrivere dei suoi sentimenti di amore e odio e di come si percepisce una “pessima mamma.” Il ruolo di genitore rientra tra quei “lavori impossibili” di cui parlava S. Freud: è stare nella relazione con un’altra persona totalmente da conoscere, senza avere il bignami “Educarlo e crescerlo come si dovrebbe.” Che avventura!
I suoi sentimenti sono comprensibili; tuttavia, descrive livelli che paiono essere in zona rossa e prendersene cura dedicandosi uno spazio di contenimento e riflessione è un gesto urgente e d’amore verso di sé e suo figlio, un rimedio contro il sentirsi sopraffatta e la perdita di pazienza: fermarsi in una stanza aiuta a recuperarla e sentire di farcela ancora.
Non conosco lei né la sua storia e quindi scrivo ora in forma generale. Ho notato che non ha nominato l’altro genitore, ma questo lavoro non è individuale - anche se si è una famiglia monogenitoriale. Oltre alla sua, quale altra voce parla al suo bambino? Lui la può ascoltare?
Un detto africano dice: “Per crescere un bambino, ci vuole un’intera tribù” che protegge da sentimenti eccessivi e sopraffazione tanto il bambino quanto la mamma: nessuno dei due va lasciato solo, la mamma può occuparsi del suo bambino, perché altri si prendono cura di lei!
I bambini sono sensibili e hanno occhi grandi per scoprire il mondo e vedere i genitori: come stanno e dove sono per tornare da loro quando si allontanano in esplorazione. Come scrive lei, pare che suo figlio la veda e “capisca quanto mi infastisce e lo faccia apposta.” Queste sue osservazioni sono molto preziose per zoomare sui momenti della vostra relazione che portano all’opposizione e alle grida e quindi, comprendere ciò che lei e il suo bambino vi state comunicando e poi, intervenire in questa dinamica - magari facendo partecipare una terza persona.
Nel suo scritto, c’è dolore e preoccupazione ma si percepisce anche una coraggiosa “Mamma con-Sperata” occasione - che esiste - di stare meglio!
Un gentile saluto,
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Tessarolo
12 AGO 2022
· Questa risposta è stata utile per 6 persone
Gentile utente,
essere una mamma "sufficientemente buona" per dirla con Winnicott, non è cosa facile e non è una competenza che si improvvisa. Occorre pazienza e resilienza ma anche comprensione dei problemi per poterli poi risolvere.
Intanto i genitori sono due e c'è da chiedersi qual'è e qual'è stato il ruolo del papà del bambino nella sua educazione, con il quale ruolo sarebbe bene cooperare al fine del benessere del bambino e di conseguenza anche del suo benessere.
Peraltro, i sensi di colpa non servono e nemmeno le sculacciate.
Il consiglio è di rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per essere aiutata in questa situazione.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
12 AGO 2022
· Questa risposta è stata utile per 4 persone
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
12 AGO 2022
· Questa risposta è stata utile per 9 persone
Buongiorno mammadisperata
dalle tue parole si percepisce tutta la difficoltà e la frustrazione che stai vivendo in questo momento. Si sente l’amore che hai verso tuo figlio e il senso di colpa di non sentirti una ‘mamma perfetta’ (qualsiasi cosa significhi per te).
La prima cosa che mi sento di dirti è che e normale provare sentimenti contrastanti e che non esiste un manuale del genitore perfetto, ma puoi provare a lavorare su te stessa per creare delle strategie utili nella gestione di tuo figlio. È chiaro da come scrivi che fino ad ora non ci sei riuscita (né con le buone né con le cattive) quindi è il momento di pensare creativamente e fuori dagli schemi attuali. Un professionista può aiutarti in questo.
Io resto a tua totale disposizione,
Buona giornata
Federica Cantrigliani
12 AGO 2022
· Questa risposta è stata utile per 7 persone
Gentile "mamma disperata",
Quello che le sta accadendo è normalissimo nel senso che accade a tutti i genitori prima o poi di sentirsi in difficoltà e scoraggiati per qualcosa. Questi sentimenti sono collegati alla difficoltà del compito che sta rivestendo.
Detto questo la chiave per migliorare il vostro rapporto va cercata proprio dentro il vostro rapporto e quindi solo un approfondimento della situazione le permetterebbe di avere risposte adeguate. Ad ogni modo se ha piacere trova qualche consiglio pratico nel mio blog Connettiti alla psicologia. Dia un'occhiata e se non dovesse essere sufficiente contatti un professionista.
Se ha piacere anch'io sono a disposizione.
Saluti
Serena Costa Psicologa dell'infanzia e blogger di Connettiti alla psicologia