Sono una ragazza di 24 anni, con un lavoro buono e un ottimo compagno. Da sempre sono stata una persona piuttosto pessimista e cupa, non sono mai stata una bambina allegra forse perchè i miei genitori non sono mai andati molto d'accordo e vivevo male la situazione di dover essere io l'adulta di casa. Ho un padre padrone, di quelli che non ti dicono mai ''brava'' ma continuano a dirti che la vita ti mangia e devi essere forte. Qualche mese fa ho scoperto di avere un lipoma di grasso, dopo 3 visite in cui mi hanno detto che non era niente mi sono calmata ma appena scoperto questa pallina sono impazzita. Crisi di panico, di pianto, pensavo di avere una malattia e di morire. Nella mia testa non esisteva altro pensiero, qualunque cosa mi succedesse attorno era svanita, io pensavo solo alla morte. Ogni articolo che leggo di un incidente, di una persona morta io entro in un panico assordante che sta iniziando a limitarmi la vita. Ho paura ed immagino situazioni catastrofiche sempre, il mio ragazzo che muore in un incidente, l'idea di prendere un aereo e morire per incidente, ogni cosa per me è diventata un pericolo assoluto. Il tarlo della morte mi è entrato in testa e non riesco a toglierlo, non riesco ad accettare che siamo solo di passaggio. Non mi godo più niente, appena ho un momento felice subito la testa inizia a dirmi ''potresti avere un tumore e morire'' e mi incupisco subito. Sto faticando davvero ultimamente ad andare avanti. Vorrei pensare positivo, ma non ci riesco. Cosa dovrei fare?
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2 MAR 2018
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Cara Anna,
ci sarebbero molti dettagli da indagare più specificatamente, ma da queste righe lei sta descrivendo quello che per noi terapeuti cognitivo-comportamentali fa riferimento alla sfera della "catastrofizzazione", ossia predire negativamente il futuro, senza considerare altri esiti, legittimamente probabili. La mia sensazione a livello emotivo è che lei si senta quasi immobile e paralizzata, spaventata dal muoversi.
Cognitivamente ed emotivamente, non è difficile comprendere la sua difficoltà di questo periodo.
Fino a ora ha provato a cavarsela da sola, ma ora che è più "bloccata", ha pensato alla possibilità di intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta magari cognitivo-comportamentale che la possa aiutare ad affrontare e gestire più funzionalmente tutto ciò?
Resto a sua disposizione per qualunque bisogno.
Dott.ssa E. Parise
4 MAR 2018
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Gentile Anna la sua ansia può essere dovuta ad una forma di insoddisfazione che sente riguardante alcuni aspetti della sua vita ma che non riesce a mettere a fuoco,accenna al rapporto con suo padre come di un padre padrone molto pessimista verso il mondo esterno.
Probabilmente dovrà emanciparsi dalla influenza paterna per potervivere più genuinamente e con spontaneità la sua vita pur bella come in effetti la valuta.
Cordialità dottoressa Tina Carone Psicologa psicoterapeuta san Paolo Roma
3 MAR 2018
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Gentile Anna,
la possibilità di avere una grave malattia, sembra abbia riaperto antichi dolori e paure. Valuti l’opportunità di un percorso psicologico, che l’aiuti nell’elaborazione dei vissuti passati e le consenta di individuare le strategie per affrontare le paure del presente.
Un caro saluto
Dott.ssa Vanda Braga
2 MAR 2018
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Cara Anna, probabilmente l'evento stressante che ha vissuto e che ha messo in dubbio la sua salute ha fatto venire fuori antiche paure mai venute alla luce prima. Le consiglio di intraprendere una psicoterapia per iniziare a guardarsi dentro e a guardare questo disagio, vedrâ che piano piano sará meno angosciante di ció che crede....potrâ regalarle occhi diversi anche per concepire la sua vita e il suo significato. Buona vita, dott.ssa Daniela Cannistrá.
2 MAR 2018
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Anna probabilmente ci sono cose che ti spaventano che non ti fanno stare tranquilla. Che toccano un po' la tua autostima e la possibilità di goderti il presente così da intravvedere il futuro. Occorre capire bene chi sei cosa da trasformare una Anna da punto di vista emotivo in modo che riesca a sentire il piacere di vivere. Il core dato dalle connessioni con gli aspetti che ci riguardano e non solo i tormenti. Occorre dare più forza a certe emozioni e ridurre la portata di altre. Sono a disposizione per informazioni. Buona giornata
2 MAR 2018
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Buonasera Anna
Le suggerisco di contattare uno psicologo al fine di poter comprendere le radici profonde della sua ansia e delle sue paure.
Un caro saluto
Dott.ssa Fabiana Nicolini
2 MAR 2018
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Ciao Anna,
la paura della morte è una paura atavica che ogni essere umano cela dentro se. Essa ci appartiene in quanto vivi e spesso ci accompagna per tutto il corso della nostra esistenza. Quando però tale paura diviene invadente, pressante e onnipresente, assumendo caratteri ossessivi che rischiano di influenzare marcatamente la nostra qualità di vita, spesso è il segnale che ci troviamo di fronte ad un nodo psichico da sciogliere con profonda caratterizzazione soggettiva, dove i comportamenti di elusione ed evitamento (pensare o fare cose belle e piacevoli) non sortiscono più gli effetti desiderati. In tali casi può essere necessario attraversare la nostra paura, prenderne coscienza, per comprendere le sue ragioni e soprattutto il suo scopo. Tale percorso non è sempre semplice e lineare da affrontare da soli e spesso può necessitare di un supporto esterno di un professionista.
Spero di esserti stato un minimo d'aiuto. Rimango comunque a disposizione per ogni altra domanda o richiesta.
2 MAR 2018
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Carissima, le consiglierei di riflettere bene sui pensoeri che la portano a queste paure. Forse sarebbe il caso di fare qualche seduta di terapia cognitivo-comportamentale per affrontare la questione. Da sola temo sia difficile che lei ce la possa fare.
Cari saluti.
Dott.ssa Barbara De Luca