Non riesco a fidarmi del mio terapeuta?

Inviata da Ombrella · 23 nov 2015 Orientamento professionale

Ho 26 anni e sono in terapia da tre. Con lui mi trovo davvero molto bene, abbiamo svolto un ottimo lavoro insieme e ha migliorato notevolmente la qualità della mia vita. L'unico problema è che non riesco a fidarmi di lui, a raccontargli i miei segreti più intimi. Ho paura che rimanga disgustato da me, io credo di esserne innamorata e parlargli dei miei reali punti deboli, mettendomi a nudo, mi sarebbe impossibile proprio perché sentendolo come una sorta di partner vorrei che lui avesse una buona idea di me, integra, quella che io spero di trasmettergli. Non riesco proprio a lasciarmi andare, il problema è stato affrontato più volte ma nonostante sia passato tutto questo tempo non riesco a parlargli di questi aspetti. Cosa dovrei fare? Anche a lui dispiace ma chiaramente non mi può forzare.

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Miglior risposta 23 NOV 2015

Cara Ombrella
l'opinione migliore che il tuo terapeuta può avere di te è quella di comprendere appieno la tua volontà e la tua motivazione a migliorare e ottenere obiettivi in psicoterapia.
Il percorso che avete fatto è ottimo, ora però ci vuole un ulteriore passo avanti e questo può essere ottenuto solo se tu avrai quella fiducia in più in lui (perché non è vero che tu non hai fiducia, io penso che tu l'abbia, solo che ora devi averne ancora di più) che ti permetterà di aprirti anche su quei punti che non hai ancora portato in luce.
Ricorda che il terapeuta non ha alcun interesse al giudizio ma solo alla comprensione dei fatti e il suo lavoro, la sua capacità di aiutarti è in rapporto diretto a quanto tu puoi riuscire ad aprirti e a comunicare.
Un'altra cosa che puoi fare è farti aiutare in questo, tipo dicendo a lui che hai altre cose da dire ma che non riesci... vedrai che farà di tutto per aiutarti a comunicare con lui.
Auguri
Cari saluti Dott. Silvana Ceccucci Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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6 DIC 2015

Gentile lettrice,
il tema delle omissioni è frequante in psicoterapia ed è comprensibile che debba passare del tempo affinchè il paziente possa fidarsi pienamente del terapeuta sì da sentirsi tranquillo nel rivelare anche fatti delicati o imbarazzanti.
Tuttavia si dovrebbe sempre ricordare che il terapeuta non è interessato a giudicare il paziente ma a capire e quindi fargli capire le motivazioni, a volte non chiare, dei suoi comportamenti cosicchè si possa passare dagli insight agli agiti correttivi.
Pertanto quando restano delle zone d'ombra per via di omissioni, non si può dire di avere fatto una buona terapia o almeno di averla completata.
Stando poi a quello che lei dice in chiusura della sua mail, anche il suo terapeuta sa che lei ha delle cose da dire, utili al completamento del percorso terapeutico, che però non dice.
Allora, siccome nell'arco di tre anni altri obbiettivi terapeutici sono stati raggiunti, non potendo egli forzarla e non riuscendo a vincere le sue resistenze, potrebbe però concordare con lei la chiusura della terapia non essendoci altri obbiettivi terapeutici da raggiungere.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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4 DIC 2015

Cara Ombrella,
mi è bastato leggere la sua breve descrizione per capire che, a mio avviso, già lei stessa ha evidenziato come il rapporto che si è creato tra lei ed il suo terapeuta semri oltrepassare le linee deontologiche che regolano tale professione.
La sua "raggiunta felicità" potrebbe anche rappresentare una "pseudofelicità" tenuta in gioco da quell'innamoramento di cui lei parla. Non solo, quando un paziente prova una resistenza nell'esternare sentimenti o eventi spesso tal cosa può rappresentare un campanello d'allarme per la terapia stessa. Con ciò non voglio affermare che lei debba cambiare terapeuta ma spero che le mie riflessioni la aiutino almeno a riflettere su tali dinamiche.
Cordiali saluti.

Dr. Giovanni Tempesti

Dr. Giovanni Tempesti Psicologo a Poggibonsi

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24 NOV 2015

Meno male che grazie ad internet esistiamo noi!
Pensa quanto tempo di terapia facciamo risparmiare ai nostri utenti, aiutandoli ad affrontare le proprie resistenze.
Ebbene, anche tu, fra i tanti, hai bisogno della classica spintarella.
Il tuo transfert va subito comunicato a chi ti sta seguendo e che indubbiamente, come tutti noi del mestiere, starà vivendo specularmente il suo (il controtransfert), quindi in attesa di una tua rivelazione!!! Il nostro è un lavoro molto particolare, senza la collaborazione del paziente, rischiamo di rimanere fermi e , ti assicuro, non è piacevole.
Resto a disposizione nel caso avessi bisogno di chiarimenti, augurandoti un buon lavoro
Dott.ssa Carla Panno
psicologa-psicoterapeuta

Dott.ssa Carla Panno Psicologo a Milano

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23 NOV 2015

Buongiorno,
molto spesso la psicoterapia rispecchia le problematiche che si affrontano nella vita quotidiana, la fiducia negli altri probabilmente è una di queste!

Anonimo-122284 Psicologo a Roma

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23 NOV 2015

Gentile Ombrella,
in una relazione terapeutica non ci dovrebbe essere il timore di "ferire" l'altro, appunto perchè trattasi di un professionista, forse dopo questi anni di conoscenza e di lavoro, è meglio che lei trovi un nuovo professionista per poter affrontare questi suoi "intimi" aspetti e continui un altro tipo di relazione con il terapeuta precedente.
Forse il suo non fidarsi è dato anche dal fatto che possono essere venute a mancare alcune condizioni indispensabili nel rapporto con un professionista.
Si prenda del tempo e rifletta su cosa è meglio per lei in questo momento, e magari verbalizzi questa cosa con il suo terapeuta, può servire parlare anche del non voler parlare di alcuni aspetti.
Dott.ssa Christina Marchetto

Dott.ssa Christina Marchetto Psicologo a Carbonera

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