Non ho voglia di socializzare e a volte mi chiedo se sto diventando matto

Inviata da Luca · 29 apr 2015 Depressione

Salve mi chiamo Luca ed ho 23 anni. Il fatto che io mi ponga la domanda "forse sono matto" non è molto rassicurante, quindi vorrei sapere di più. Non ho voglia di contatti con il mondo esterno, non ho voglia di frequentare ragazze e ho anche inappetenza dal punto di vista sessuale (cosa insolita data la mia giovane età, almeno credo) quando incontro qualcuno che conosco, cerco di evitarlo, non ho voglia di parlare e le mie giornate si alternano ad energia a mille a voler passare tutto il tempo a letto per non dover confrontarmi col mondo esterno. Ho capito che molte cose che cerco di evitare sono dovute alla paura del rifiuto e al non volermi confrontare con gli altri, ormai il mondo esterno è un confronto continuo, nelle relazioni, nel lavoro ecc.. chiedo a voi quindi, e vi ringrazio, di potermi dare un consiglio o un parere esperto da cui derivano questi comportamenti insoliti e come poter "lavorarci" su. Cordiali saluti Luca

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Miglior risposta 30 APR 2015

Caro Luca
questa tua "apatia" dovuta a disinvestimento nei confronti della vita e delle relazioni è un fatto che può capitare alla tua età.
Quello che vorrei sapere (per comprendere meglio) è : sei sempre stato così o "prima" eri diverso?
Hai avuto delle delusioni o dei problemi specifici o sei proprio così introverso (forse timido) di tuo?
Caro Luca comprendo la fatica di vivere in un mondo e in una società come la nostra che ha fatto dell'apparire e della competizione una norma di vita e dell'essere grintosi (per non dire aggressivi) un "valore di forndo" e questo non piace proprio a persone come te: sensibili.
Eppure proprio di persone "sensibili" ha bisogno (disperato bisogno) il mondo di oggi ma spesso siete "rifugiati in casa" e scegliete l'ombra alla luce del sole.
Tutti i giorni (se vai a leggere lo vedi) riceviamo lettere di ragazzi come te...siete un esercito di giovani (forse con qualche problema e difficoltà), ma fondamentalmente sani!!!
I "matti" sono altri, quelli che non si rendono conto delle problematiche di cui tu parli.
Quelli che non si rendono conto della "folle corsa" a cui la società ci spinge.
Ti consiglio di ascoltare le canzoni (bellissime) di un gruppo Rock emergente si chiamano i The Fottutissimi il loro cd (Rock'n RollGuru) porta testi bellissimi che parlano di ciò di cui parli tu! "Tutti vanno veloci come schegge, taglienti come schegge" dice Leonardo Landi (che compone i pezzi del gruppo).
Mi piace sognare che questo "esercito" pacifico di giovani "lenti" e consapevoli possa scendere in campo, con la loro debolezza, conflitti e timidezze e possa portare l'alba di nuovi valori (in realtà sarebbero vecchi ma sono ora sommersi) di collaborazione, pace e vera amicizia...riflessione in questo mondo e possano fecondarlo come pioggia leggera.
Tra questi mi piacerebbe ci fossi anche tu caro Luca!
La tua voglia di uscire allo scoperto si sente, sentila anche tu..."senti che fuori piove...senti che bel rumore!"..questo lo dice Vasco.
Augurissimi
Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicoterapeuta in Ravenna

Dott.ssa Silvana Ceccucci Psicologo a Ravenna

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13 MAG 2015

Luca,
lasci stare l’interrogativo del “matto” o “diventare matto”, non le servirà a nulla. Si concentri invece sulla socializzazione perché la potrà sistemare solo tramite la socializzazione stessa. Lei non è un inappetente affettivo/sociale/sessuale, ma, come lucidamente analizza dopo, ha semplicemente paura del rifiuto, come dire “Lo voglio ma se penso che mi posano dire di no, allora non lo voglio più!”. Parta da questo suo timore, in realtà molto comune a vari livelli in diverse persone (insomma, non è un caso umano e men che meno matto) e rifletta – magari con l’aiuto di un professionista – sul peso che lei dà al confronto, alla competizione, al fatto che magari non tiene conto che nella vita non occorre primeggiare per essere persone appagate e appaganti.

Cari saluti
Dott. Alessandro Pedrazzi

dott. Alessandro Pedrazzi Psicologo a Settimo Milanese

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5 MAG 2015

Salve Luca
sicuramente la condizione che stai vivendo non è piacevole, è bene capire da quanto tempo dura, se per te è stato sempre così o è un periodo, se è dovuta a un motivo scatenante o altro, dunque ti suggerirei un supporto psicologico che ti aiuti a fare chiarezza e poi affrontrare le difficoltà, non temere di farti aiutare, è utile e sano,devi acquisire degli strumenti che forse non hai e serve a non trovarsi più avanti con un problema che è diventato più grosso e invalidante.
Saluti dott.ssa Maria Antonella Schiavone

Dott.ssa Maria Antonella Schiavone Psicologo a Jesi

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5 MAG 2015

Non sei matto, stai solo confermando la tua insicurezza tutte le volte che eviti di affrontare gli altri.

Dott.ssa Rachele Falcone Psicologo a San Severo

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5 MAG 2015

Gentile Luca, comincio da un dato scientifico: nessuno che sia arrivato ad avere un problema psicotico (Quindi quello che lei definirebbe matto) si era mai chiesto prima se stava diventando matto. Già questo dovrebbe bastare a capire: chi è in grado di chiedersi se sta diventando matto, matto non lo sarà mai.
Il punto è che la mente si può paragonare ad un computer, potentissimo certo, capace di operazioni eccezionali, ma pur sempre con energie e capacità di calcolo che hanno un limite. Se quel computer viene impiegato per far girare un programma che succhia tutte le sue energie, non sarà in grado di far funzionare nient'altro. Gli informatici, e in particolare gli aker, lo sanno bene: se vuoi impallare un sistema il modo migliore è fargli eseguire una stessa operazione all'infinito (in loop) come si dice, così che le sue risorse saranno completamente assorbite da quella operazione.
Io credo che stia succedendo questo a lei: si sta impallando su questa domanda, e così le restano ben poche energie per tutto il resto. Il consiglio dunque è di provare a mettere da parte questa domanda, dapprima per un periodo limitato (un'ora al giorno), poi due ore, tre ore e così via. Dedicando quel tempo a qualcosa di costruttivo e di piacevole per lei.
Un percorso di psicoterapia potrebbe guidarla in questo processo di graduale liberazione da questa specie di "virus" che impalla il suo sistema operativo.
Auguri.
G M

Dott. Giammario Mascolo Psicologo a Roma

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4 MAG 2015

Buongiorno Luca, scrive che il fatto di porsi la domanda "forse sono matto" non è molto rassicurante e non mi è difficile crederlo. La paura di non essere normali, di avere "comportamenti insoliti", può essere causa di forte disagio e spesso è il motivo per cui si chiede un confronto con un esperto. A mio avviso per comprendere il motivo del suo comportamento potrebbe guardarlo da un punto di vista meno giudicante, prendendo in considerazione che non è poi così fuori dal comune avere delle difficoltà a relazionarsi, soprattutto in un ambiente dove la richiesta di esporsi e prendere l'iniziativa è molto forte e continuativa. Parla di cambiamenti nel suo stato d'animo, molto energico a volte e demotivato altre. Potrebbe portare l'attenzione su questi stati, di natura transitori, partendo dal presupposto che l'umore non è sempre stabile e che il suo mutamento è naturale e fisiologico. Cosa succede in quei giorni? Ha notato dei cambiamenti precedenti o degli eventi che portano a sentirsi in un modo piuttosto che in un altro? Infine, l'evitamento è una strategia difensiva che funziona a breve termine, risparmiandoci il confronto con una situazione temuta, ma a lungo termine purtroppo non fa altro che aumentare l'ansia e creare delle aspettative sul futuro molto lontane dalla realtà. In questo caso potrebbe porsi dei piccoli obiettivi che desidera raggiungere (in modo da diminuire il carico d'ansia) e trovare delle strategie per farlo, a piccoli passi, eventualmente con l'aiuto di un esperto che possa darle una mano. Saluti

Anonimo-142267 Psicologo a Como

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2 MAG 2015

Salve Luca, credo che questo suo stato abbia poco a che vedere con l'essere matto! Avverto molta molta paura che blocca, paralizza... Avere delle paure è insito nel diventare grandi, ma se le si vuole superare, c'è solo un modo: affrontarle! Mi sento di consigliarle di cercare una persona con la quale poter fare un percorso che la porti a conoscersi meglio, a ricercare le cause di queste paure e a individuare la strada migliore per lei per superarle. Ci vorrà tempo e volontà, ma sono certa di una sua evoluzione! Cordialmente
Dott.ssa Elenia Poli

Dott.ssa Elenia Poli Psicologo a Dozza

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1 MAG 2015

Caro Luca, non conoscendo la sua storia posso solo fare delle ipotesi. Probabilmente nel suo passato, forse nella sua primissima infanzia, lei ha sofferto molto a causa di qualche rifiuto. Tutto quello che abbiamo vissuto, dalla vita prenatale in poi, rimane dentro di noi, e se c'è un trauma, cerchiamo dei meccanismi di difesa per non sentirne il dolore. Uno dei meccanismi è l'evitamento, proprio come quello che lei si trova a descrivere oggi. Lei non è pazzo, stia tranquillo, ma secondo me le farebbe bene un periodo di analisi durante il quale potrebbe conoscersi meglio, capire, perdonare e perdonarsi. Se desidera continuare a scrivermi, sono disponibile ad aiutarla.
Dott.ssa Anna Agresti
Psicologa psicoterapeuta
Prato

Dr.ssa Anna Agresti Psicologo a Prato

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1 MAG 2015

Buongiorno Luca. Mi dispiace molto per il periodo che stai attraversando e non volermene se il mio consiglio può sembrarti banale ma io trovo che essere accompagnati da una figura competente sia il miglior modo per affrontare questo tuo essere energico, alla paura del rifiuto, alla voglia di stare a letto... si dice che sono le persone più intelligenti e con uno spiccato senso della vita, abbiano problemi "esistenziali". Sii forte, coraggioso e deciso nel chiedere un supporto. Vedrai che passerà.
Un grande abbraccio,
Dottoressa Anna Bruscino

Dott.ssa Anna Bruscino Psicologo a Roma

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30 APR 2015

Salve Luca, lei chiede un consiglio. Io credo che per poterle dare un consiglio sia necessario sapere come mai ha notato proprio ora questo timore di confrontarsi con gli altri. Potremmo darle un consiglio solo avendo maggiori informazioni circa la sua storia di vita e le sue attività. Ciò che mi sento di dirle è che è necessario l'aiuto di uno psicologo psicoterapeuta per imparare a conoscere il circolo vizioso dell'ansia che la porta ad evitare queste situazioni. Nella speranza di esserle stata d'aiuto, resto a disposizione per eventuali chiarimenti.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Annalisa Settanni
Psicologa psicoterapeuta cognitivo comportamentale in formazione
Triggiano ( Bari)

Settanni Annalisa Psicologo a Triggiano

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30 APR 2015

Salve Luca, credo che in quanto esseri umani nasciamo nelle relazioni, e abbiamo tutti bisogno di relazioni. Tuttavia, il modo, la qualità, la profondità e la frequenza con cui ci relazioniamo agli altri sono aspetti molto soggettivi della nostra personalità e possono essere davvero molto differenti in ognuno di noi. Credo che a volte sintonizzarsi con gli altri in un modo che sia realmente positivo per noi sia tutt'altro che semplice. Sopratutto quando crescendo le cose diventano sempre più complesse (il lavoro, la famiglia, gli amici, le relazioni sentimentali). Se posso Luca, cambierei la sua domanda sull'esser matto, in una domanda meno giudicante. Per esempio, perché mi succede questo? Che cos'è che non mi permette di godermi stabilmente le relazioni e i legami che ho con gli altri. Costruire le premesse per "pensare in due" e cercare insieme di trovare delle risposte a queste domande, credo sia il modo migliore per rassicurarla veramente sulla sua paura del rifiuto e sulla paura di esser matto. Fare questo con un terapeuta, significa concedersi del tempo per pensare a sé, senza doversi preoccupare dei bisogni di qualcun'altro. Resto a disposizione per ulteriori domande. Un sincero in bocca al lupo. Dott. Massimo Perrini - Psicologo Psicoterapeuta Psicoanalista Relazionale a Roma.

Dott. Perrini Massimo Psicologo a Roma

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30 APR 2015

Gentile Luca,
stia tranquillo "non è matto" né sta impazzendo. Il suo problema come da lei descritto risiede nell'evitare di fare cose e frequentare persone per timore del confronto e questo, con l'andare del tempo, si è consolidato fino a diventare un atteggiamento abituale. Da questo tipo di disagio si può uscire e le consiglio un percorso con uno psicoterapeuta, magari di tipo cognitivo-comportamentale, le le fornisca strumenti e tecniche per affrontare ciò che la spaventa.
Un saluto
Dott.ssa Cristina Mencacci

Dott.ssa Cristina Mencacci - Psicologa - formata in Terapie Brevi Psicologo a Perugia

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30 APR 2015

Gentile Luca,
la prima cosa che mi sento di dirle leggendo questo suo intervento è che ha dalla sua una grandissima risorsa: la consapevolezza. Comprendo pienamente il suo disagio e la sofferenza di cui è fonte, ma il fatto che lei sia riuscito ad identificarli, a contestualizzarli, a dargli una forma e ad identificarne alcune spiegazioni denota motivazione, capacità di osservarsi e di stare nella sua sofferenza. Si tratta di elementi indispensabili per il cambiamento, per la crescita, per un'evoluzione positiva. Da soli però non è semplice, potrebbe quindi essere utile intraprendere un percorso con uno specialista che, facendo leva su queste sue potenzialità, l'aiuti a cambiare prospettiva, a capire i bisogni/le paure di cui questi sintomi potrebbero monito.
Cordiali saluti

Dott.ssa Stefania Valagussa Psicologo a Concorezzo

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30 APR 2015

Caro Luca,
le relazioni sono difficili, tanto più in un mondo dove ci dicono che dobbiamo essere spigliati, piacere continuamente, e nessuno deve mai lasciarsi andare alla malinconia, ai problemi o essere "pesante", perchè se no gli altri lo evitano o lo frequentano solo "per beneficenza".
Tu sei giovane, e questo è un bene perchè cambierai ancora molto nella vita, ma non è affatto vero che in base alla tua etá devi sentirti una macchina da sesso, da public relations ed energia a mille. Come diceva John Lennon, stare un pò a letto a meditare sulla propria direzione di vita non ha mai fatto male a nessuno, anzi una bella depressione dovrebbero farsela tutti una volta nella vita, tanto per capire le cose che hanno davvero valore per noi e quelle che facciamo solo per obbligo, o chissá perchè.
In questo momento forse ti pesano gli impegni che tutti noi abbiamo nel momento in cui ci relazioniamo con gli altri, per cui va benissimo che cerchi un contatto umano via web, almeno finchè non ti sentirai pronto a relazioni più vicine.
Coraggio, stai con te stesso e ascoltati, che è la cosa più importante.
Gabriele Cassullo

Anonimo-145981 Psicologo a Torino

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30 APR 2015

Salve Luca, "matto" non significa nulla, la cosiddetta "malattia mentale" è un concetto desueto e superato (purtroppo non da tutti) che non si basa su nulla di scientifico. Esiste però il disagio, per il quale si può rimediare parlando con qualcuno che sa ascoltare e permette di svolgere le proprie questioni in maniera personale. Saluti.

Associazione Psicoanalisti Europei Psicologo a Bore

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30 APR 2015

Gentile Luca, nella sua domanda sulla possibilità che stia diventando matto c'è solo la consapevolezza del suo disagio e del suo malessere. Ho l'impressione che la sua capacità di introspezione le permetta di affrontare le difficoltà che in questo momento incidono così pesantemente sul suo benessere. Abbia fiducia quindi nella sua possibilità di affrontare, comprendere , e modificare, laddove opportuno e necessario, quegli aspetti di sé che la fanno soffrire, facendosi accompagnare da uno specialista in un percorso importante e funzionale.
Tanti cari auguri, dott.ssa Roberta Monda

Dott.ssa Roberta Monda Psicologo a San Severo

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30 APR 2015

Ciao Luca, i comportamenti che descrivi possono essere il frutto di alcuni bisogni
emotivi fondamentali non soddifatti, che hanno contributo allo
sviluppo della tua personalità oggi..
data la giovane età e la tua capacità riflessiva ci sono dei buoni
presupposti per intraprendere un percorso terapeutico soddisfacente

Dott.ssa Rosalia Maresca Psicologo a Sorrento

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29 APR 2015

Gentile Luca,
lei ha individuato una paura che le sembra dominante, quella del rifiuto, pertanto è probabile che lo psicologo psicoterapeuta lavori su di essa, come forse anche sulla sua autostima. E' probabile che egli cerchi di ottenere una compensazione di esperienze lontane nel tempo o più semplicemente di promuovere esperienze positive nel presente o persegua tutte e due le strategie. Le varie strategie dipendono anche dall'orientamento teorico del terapeuta. In ogni caso è indispensabile che si affidi ad uno psicoterapeuta per cercare di uscire da quello che sembra uno stato di malessere che le complica e le rende più difficile il vivere.
Oltre ai contenuti infatti è necessaria anche una "relazione" terapeutica. Cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologo a Roma

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29 APR 2015

Caro Luca,
Intanto mi sembra che lei abbia una certa consapevolezza dei suoi stati interiori che la porta a dire - e prima di tutto a dirsi - che probabilmente alla base di questo suo evitamento delle relazioni c'è una paura di essere rifiutato. Certo è che bisognerebbe capire molto di più rispetto a questa paura (che radici ha, di cosa è fatta...). Questo dunque è solo il primo passo lungo una strada, quella che porta al cambiamento, che però non si può percorrere da soli.
Quello che mi sento di consigliarle è di pensare ad un percorso di accrescimento della sua consapevolezza e di acquisizione di nuovi e più funzionali modi di vivere e di affrontare la quotidianità insieme a qualcuno che abbia le competenze per accompagnarla.
Dott.ssa Arcangela Derosa

Dott.ssa Arcangela Derosa Psicologo a Milano

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