Ho gravi problemi di autostima
Buongiorno cari psicologi
Ho 20 anni e studio scienze politiche e relazioni internazionali, sono al primo anno di università e ho dato tre esami lo scorso semestre, uno più difficile dell'altro. Ho superato diritto romano con 28, storia delle istituzioni politiche 24 e storia contemporana con 20, il superamento di questi esami mi hanno causato un grave stress psicologico, in quanto dinanzi alle difficoltà tendo a demoralizzarmi. Ogni volta che affronto un esame mi convinco di non essere all'altezza e rendo molto di meno quando potrei ottenere voti più alti. Da poche settimane è iniziato il secondo semestre e sto già riscontrando gravi difficoltà, in particolar modo in microeconomia, la matematica per me è un limite invalicabile a causa delle esperienze negative alle elementari, medie e superiori. Sono un vero incapace nello studio della matematica a causa del mio approccio verso di essa e ciò mi rende inferiore rispetto ai miei compagni, in matematica avevo sempre pessimi voti, ho sempre avuto il debito in matematica e ho delle gravissime lacune. Microeconomia richiede un'ottima conoscenza e una certa predisposizione alla matematica che purtroppo non possiedo e questo problema mi affligge fin dall'infanzia, alle prime difficoltà mi arrendo e durante le lezioni di microeconomia non capisco nulla di ciò che spiegano a tal punto che mi viene quasi da piangere e mi limito a ricopiare gli appunti e i grafici sulla lavagna. Spesso associo la matematica alla mia infanzia e al bullismo, quando mi mandavano alla lavagna non ero neppure capace di svolgere i calcoli più semplici e i miei compagni mi deridevano per questo. Ora che sono all'Università la situazione sembra peggiorare, il semplice pensiero di approcciare la materia e tutte le sue nozioni matematiche mi fa venire un forte senso di malessere che mi spinge a rimandare lo studio. Ho sempre avuto il debito in matematica ed ora mi ritrovo ad affrontare una materia molto più complessa e fuori dalla mia portata. Non sono stato io a scegliere il mio percorso di studi, è stato mio padre ad indicarmi questa facoltà in quanto lui stesso potrebbe inserirmi nel mondo del lavoro grazie ad una laurea in scienze politiche e quindi ho deciso di cogliere l'occasione. A volte dinanzi agli ostacoli mi ritrovo ad affrontare profondi stati depressivi, tendo ad autocommiserarmi e ad immaginare scenari catastrofici, ricorrenti sono anche i pensieri suicidi che si dissolvono nei momenti di spensieratezza o quando riesco ad ottenere risultati o piccole vittorie, per allontanare questi pensieri vado in palestra dove mi sento veramente felice e motivato, mi piaccio fisicamente e sono un bel ragazzo, sono riuscito ad ottenere un bel fisico dopo essermi allenato per anni in garage. Devo ammettere che ho superato molti momenti difficili, in terzo liceo sono stato bocciato perché non avevo più voglia di studiare, solo dopo mi resi conto delle conseguenze e rendendosi conto di essere ancora in tempo decisi di affrontare la situazione rimboccandomi le maniche per dimostrare a me stesso che potevo farcela. Fui costretto a subire le angherie dei miei nuovi compagni di classe, sono stato deriso e umiliato e mi davano del ritardato, in quarto liceo ho rischiato la sospensione a causa di una rissa perché decisi di ribellarmi a uno dei tanti bulli. Dopo fallimenti, umiliazioni e sofferenze riuscì ad affrontare la maturità e i miei professori si congratularono con me per l'esame orale in quanto gli feci fare a tutti una bellissima figura dinanzi al presidente di commissione, presi un bel 70 e conseguì anche una certificazione in lingua francese e ne fui molto orgoglioso. Ma quella stessa estate e quindi l'estate scorsa, la mia ex ragazza decise di lasciarmi e di trasferirsi in Puglia, per me è un trauma che non riesco ancora a superare nonostante siano passati otto mesi, a causa di questo traumatico evento sono stato malissimo. Io e lei avevamo una relazione bellissima basata sul rispetto e il sostegno reciproco, lei aveva gravi problemi economici in famiglia e il padre aveva perso il lavoro e le sono stato sempre vicino, aveva parenti in Puglia e l'estate la trascorreva insieme a loro, io le diedi tutta la mia fiducia e restammo lontani per tre mesi nell'estate del 2017, ma l'estate del 2018 mi disse che non voleva più tornare e cercò di farmi capire che lei non provava più niente per me. Trascorsi meri terribili e credo che questo fatto abbia influenzato negativamente la mia autostima che avevo ritrovato solo con lei, ho perso molta motivazione e a penso ancora a lei in modo frequente, mi cercò lo scorso novembre dicendomi che era stata una stupida ad avermi lasciato e si sentiva in colpa perché non avrebbe mai trovato un ragazzo come me, sincero, buono, rispettoso (fin troppo) e bello, ma eravamo troppo lontani e una relazione a distanza per me era troppo perché non avrei mai potuto fidarmi di una persona che mi aveva fatto del male. Da quel giorno non non ebbi più sue notizie, l'idea che lei si stesse baciando con un'altro ragazzo mi fa girare nel letto come un matto, non ho mai amato così tanto una persona in vita mia e non credo che non mi vorrà più nessuna ragazza in quanto ho notato che nessuna ha mostrato interesse nei miei confronti. La mia vita sociale è un disastro, non faccio altro che vedere le verdi pareti della mia stanza, la scrivania piena di libri, non esiste nient'altro per me lì fuori, mi chiudo in casa perché ho paura delle persone, ho paura dei loro giudizi, ho paura di quello che possano pensare di me, ho paura di socializzare e di esporre ciò che penso con le altre persone, sbaglio i modi, i tempi e spesso parlo in maniera non corretta e faccio errori grammaticali e quindi mi limito a rimanere in silenzio. Non immaginate cosa si provi ad andare all'Università e vedere persone che sorridono e si divertono, sono felici e stringono relazioni, mentre io rimango in disparte nonostante ci siano persone che a me ci tengono, ho paura di essere strano, mi sento inadeguato, non sono prezioso per nessuno, mi dicono che sono troppo buono e che non so gestire i conflitti. Sono sempre stata una persona rispettosa, ho paura di dire la mia e di farmi rispettare, quando cerco di reagire ad un insulto o alle prese in giro rimango in silenzio perché non so come rispondere o a volte vengo travolto dalle emozioni in quanto mi considero un ragazzo emotivo. Quando mi arrabbio finisco anche per piangere e la mia voce trema, non so più cosa fare e ho chiesto aiuto a mia madre ma perfino lei sembra non vuole capirmi, mi dice che solo io posso risolvere questa situazione e nessuno lo farà al posto mio. Mi sento una bomba pronta ad esplodere, nessuno mi capisce, quotidianamente indosso una maschera dietro alla quale celo la mia sofferenza, non trovo più la forza di reagire. Grazie per l'ascolto.