Mio figlio
Come posso aiutare mio figlio di 11anni ,che pensa di essere grande e nn aver bisogno di adulti che gli impongono le basi per crescere ?
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Salve Amalia
In che occasioni suo figlio dice questo?
Come si sente lei a riguardo?
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Dottssa Fabrizia Tudisco
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Salve Amalia,
La parola chiave è ascolto. In tal caso, essendo suo figlio in un momento critico come lo è ogni preadolescente, la cosa importante che un genitore può fare è permettergli di esplorare il mondo. Allo stesso tempo è sempre necessario mantenere il ruolo di genitore, senza eccedere nel permissivismo o nell'imporre divieti troppo rigidi.
Non è semplice giostrarsi tra questi due estremi, ossia, essere protettivi ma senza precludere ai nostri figli di poter fare esperienza del mondo circostante.
I genitori sono spesso in questa fase molto ansiosi e si sentono in dovere di prevenire esperienze negative o delusioni dei figli, o in altri casi scelgono di non venire allo scontro con essi, favorendo in tal modo un permissivismo eccessivo.
L'adolescente non ha bisogno ne dell'eccessiva protezione ne dell'eccessivo permissivismo. Il motivo è che in entrambe gli approcci sperimenterà di non essere ascoltato, preso in considerazione.
La modalità che paga di più è quella di essere pronti ad ascoltare le sue esigenze e le sue aspettative, fare cioè, in modo che lui sappia che c'è un punto di riferimento con il quale può confrontarsi e dove può cercare supporto.
Ovviamente ciò non implica assecondare tutte le sue richieste. Il genitore dovrebbe sempre comunicare la sua posizione, ma il modo in cui farlo farà la differenza.
Ascoltare, comprenere cosa nostro figlio sta sperimentando (emotivamente), condividere con lui il nostro pensiero a riguardo, comunicare la nostra decisione,
Cordiali Saluti,
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Riconoscere il suo bisogno di crescente autonomia (del tutto normale, nella preadolescenza) ma anche la sua età cronologica ed evolutiva che non consente ancora a suo figlio di orientarsi da solo. Per cui, occorrono piccole e crescenti modifiche nello stile educativo, che però mantengano saldo e non discutibile il ruolo genitoriale di orientamento sulle scelte più importanti. Occorre perciò in questa fase:
- un buon dialogo con suo marito per riformulare concordemente le "priorità" nella crescita di suo figlio, su cui non si può transigere, e le questioni o materie su cui si può cominciare a concedergli possibilità di scelta e decisione.
- un'attività piuttosto impegnativa e faticosa, ma determinante, di "regolazione dei confini" (orari, permessi, concessioni, scelte nel modo di vestire o nel "look", nell'alimentazione, nello studio, nei tempi da poter dedicare a computer o smartphone, etc.), che dovranno pocco a poco estendersi con l'avanzare dell'età, ma solo e parallelamente all'assunzione da parte di suo figlio di crescenti responsabilità e dalla dimostrazione di una crescente capacità di autoregolazione.
Il compito di genitori in questa fase di crescita dei figli è essenziale malgrado le dichiarazioni di "inutilità" o gli atteggiamenti di rifiuto e contestazione che possano da loro provenire: le loro sfide all'autorità non sono mirate ad abbatterla, ma a sondare ....fino a che punto ppotersi spingere, e quindi avere una mappa più chiara di se stessi e del mondo esterno.
E' un viaggio affascinante, anche se a volte turbolento, perché porterà poco a poco lei e suo marito a scoprire anche tutte le risorse e caratteristiche del piccolo "uomo in camino" che è attualmente suo figlio.
Auguri!
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Gent.le Amalia,
Sarebbe sicuramente utile approfondire a quali comportamenti ti riferisci nello specifico per poter riflettere di più sulla vostra storia.
In generale, tuo figlio sta entrando in un'età in cui sfidare i limiti genitoriale è fisiologico e rappresenta un ulteriore gradino nella costruzione della sua identità. Questo non significa però che tu non possa continuare ad essere la sua base sicura, anzi. Questo è il delicato momento in cui il ruolo da mamma, e in generale quello genitoriale, viene messo più in discussione dai figli ma non deve vacillare, evitando magari di risultare troppo autoritari ma mantenendo comunque fermezza con qualche accenno neanche troppo moderato di empatia e comprensione.
Non demordere!
dott.ssa Cinzia Correale
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Gentile signora Tarantino, da poche informazioni per poterle fornire anche un piccolo consiglio, la preadolescenza non è un'età semplice. Magari provi a contattare un collega della sua zona di residenza per avere uno spazio adeguato ed essere sostenuto nel duro compito di genitore! Un caro saluto, dott.ssa Caccavale Carmela, Psicologa, Psicodiagnosta, Neuropsicologo, Afragola (NA).
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