Salve, vorrei chiedere un parere autorevole circa l'atteggiamento di mio figlio (3 anni compiuti) che predilige notevolmente i cosidetti giochi da femmina (giocare con pentoline, mettere e portarsi il burrocacao (rossetto) all'asilo, accudire in toto bambolotti, quindi lavarli, vestirli, dare il biberon) anche se mostra anche interesse per giochi più tradizionali come macchinine, disegni, bicicletta. Specifico che nella sua classe sono 12 bimbe e 11 bimbi ma i suoi "amici del cuore" sono per lo più bambine e 2 -3 maschietti. È normale per la sua età oppure è sintomo di qualcosa?
Grazie.
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7 MAR 2013
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Ci tengo a specificare che la risposta comparsa a mio nome su questa bacheca era riferita al post di un'altra utente e non c'entra in alcun modo con la questione da lei esposta.
Spero di non averle causato alcun turbamento.
Cordiali saluti
28 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Cara Samuela, mi sento di poterti assolutamente rassicurare sul fatto che il tuo bambino sperimenta il gioco come tutti i bambini della sua età, nella sua principale funzione di esplorazione del mondo, sia esterno che interno. Siamo noi adulti che tendiamo a categorizzare i giochi dividendoli in maschile e femminile, ma i bambini sono assolutamente neutri e giocano per divertirsi, per muoversi, per sperimentarsi, per codificare ed elaborare gli stimoli. Probabilmente il tuo bimbo passa tanto tempo con te e nei suoi giochi di imitazione differita riproduce ciò che vede più spesso. Stai serena e gioca con lui senza porti il problema se siano giochi femminili o maschili, ma per il piacere di stare e giocare insieme.
Cari saluti
Ti è stata utile?
Grazie per la tua valutazione!
28 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
gentile utente,
concordo con lei che questo ragazzo ha profonde difficoltà che meriterebbero di essere esplorate in uno spazio terapeutico adeguato. Se il problema è quello economico si può ovviare rivolgendosi al servizio pubblico, ovvero all asl territoriale di competenza o ai molti centri ospedalieri specializzati in disturbi del comportamento alimentare. Mi sembra che in questo caso ci sia anche una sintomatologia ossessiva che andrebbe approfondita, ma è difficle farlo qui in poche righe....
Se poi il problema è lo "stigma" sociale/familiare che lui sente su di sé nel chiedere un aiuto psicologico le cose possono essere più complesse in questo forse potrebbe aiutare un consiglio da parte del dietista, di cui probabilmente lui ora si fida molto.
In bocca al lupo per tutto, il suo non è un ruolo facile da gestire e sostenere
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento
Cordialmente
DR.ssa Scipioni, roma
28 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno gentile Samuela,
stia tranquilla, il suo figliolo sta scoprendo le attività degli adulti e all'asilo ripropone e riconosce con le sue compagne le cose che vede fare a Lei, anche perchè è più improbabile che gli rimanga impresso il papà al lavoro. Lo stare di più con le femminucce può voler dire che si sente più tranquillo e meno scalmanato ma è anche probabile che gli altri maschietti giocano a turno con le bambine. Non si lasci condizionare da stereotipi che servono solo a inquadrare e massificare le cretività individuali. Più il suo bambino sperimenta, più le sue scelte di vita saranno libere e sincere.
Cordialmente
27 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Ciao Samuela, capisco la tua apprensione, ma ti invito, col cuore in mano, a non cercare patologia o disagio dove questi sono assenti!
I bimbi piccoli sono alla scoperta del mondo e delle esperienze, a tre anni cercano di sperimentare e sperimentarsi, magari tuo figlio vuole solo imitare te che accudisci lui e sentirsi "grande"!
Non imporgli di gicare con i "giochi da maschio", lascialo sperimentare!
Vedrai che stando più serena tu, anche lui starà meglio.
La tua richiesta, però, è carica di ansia!Hai mai pensato di fare qualche colloquio tu ed il tuo compagno?Ti lascio un pensiero!
Rimango a disposizione.
Dr.Francesco Riccardi - Pesaro
27 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buongiorno signora stia tranquilla, a tre anni ( ma se vogliamo anche dopo...) e' assolutamente normale che i bambini giochino con qualunque tipo di gioco; siamo infatti noi adulti che abbiamo la necessita' di distinguere i giochi da maschi e da femmine. Di fatto i bambini esplorano cio' che trovano nell'ambiente e cio' che mano a mano che crescono riescono a fare con le proprie gambe e mani (camminare, arrampicarsi correre ma anche manipolare, aprire e chiudere sportelli, costruire, etc...).
Poi bisogna anche vedere con chi sta il bimbo, se passa piu' tempo con figure femminili (nonna , mamma o amichette) siccome impariamo per "imitazione" puo' essere portato a fare le cose che vede, cioe' mettersi il rossetto o i tacchi o giocare con le bambole... Ma anche questo e' assolutamente normale e non ha nulla a che vedere con l'identificazione sessuale.
I giochi piu' specificatamente "da maschio" li vedra' comparire tra poco, dai 4/5 anni...
Si diverta con suo figlio, arrivederci
Dott.ssa R.M. Scuto, Pisa
27 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 2 persone
Buonasera Samuela,
a questa età i bambini giocano ad imitare: armeggiano con le pentoline perché i grandi (solitamente la mamma) le usano per preparare le cose buone che fanno crescere, giocano con i bambolotti per sperimentare le proprie capacità di accudimento e auto-accudimento e così via. Non esistono giochi più adatti ai maschi e giochi più adatti per le femmine, solitamente queste differenze sono imposte dalla società e derivano da credenze e pregiudizi vari.
Un cordiale saluto
dr.ssa Alessia Serra
27 FEB 2013
· Questa risposta è stata utile per 3 persone
Gentile Samuela,
non è assolutamente un segnale "strano". A tutti i bambini piace giocare sperimentandosi in ruoli diversi perchè hanno bisogno di esprimere le loro emozioni positive e negative e di sperimentare gli aspetti della loro personalità. permettere ad un bambino di giocare spontaneamente con le bambole e di “far finta” di accudirle, gli consente di non reprimere i suoi vissuti più vicini al femminile, come la tenerezza e la dolcezza. Solitamente, con la crescita e con il raggiungimento di una maggior definizione della sua identità, questo desiderio di fare giochi femminile tende a scomparire.
Mi contatti se ha altri dubbi
cordialmente
Dott.ssa Valentina Barbagli (Arezzo)