Buongiorno a tutti, sono un ragazzo di 25 anni e sin da quando avevo 11/12 anni soffro di una forte ansia/angoscia quando sono lontano da casa. Tutto é scoppiato la prima volta durante una vacanza in estate di solo 1 settimana e per di più con i miei zii, lì si è manifestata per la prima volta tanto é vero che il secondo giorno dopo aver pianto ininterrottamente mio padre si fece km per venirmi a prendere. Da quel momento fino ad oggi questa sensazione mi ha accompagnato per tutta la mia vita, ed ho rinunciato a tantissime cose purtroppo. Negli anni ho visto vari psicologi e anche uno psichiatra ma adesso tra pochi giorni devo allontanarmi da casa per lavoro e sto malissimo. Pensavo di aver fatto qualche passo in avanti con il tempo ma adesso tutto si è catapultato su di me come un’intensa nube oscura. É come se non riesca a vivere fuori dalla routine che mi sono creato, iniziò ad accusare tremolii e forti mal di pancia per non parlare poi di questa sensazione di angoscia che mi fa sentire piccolo, inadeguato e non pronto ad affrontare una vita al di fuori delle mura domestiche. Tutto questo poi è legato a bruttissimi pensieri, riguardanti sia i miei familiari ai quali penso sempre che possa succedere qualcosa di brutto durante la mia assenza, sia alla mia persona perché i pensieri sono troppi e sono brutti e vorrei solo spegnere la mia testa. Tutto questo poi si intensifica quando cala la sera e sono fuori, Ho così tanta paura che voglio subito lasciare tutto e correre diretto a casa ma questo purtroppo o per fortuna non è più possibile perché il lavoro non me lo permette e non vorrei rinunciare a quello che sto creando per il mio futuro per questo malessere. É normale che mi manchino i miei genitori, Le mie sorelle, la mia stanza? Ad un certo punto inizia a mancarmi veramente tutto anche le cose a cui non davo particolare attenzione/significato e tutto questo lede i miei rapporti sociali facendomi chiudere a riccio e peggiorando la situazione. Cosa posso fare più? Aiuto.
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27 FEB 2022
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Buongiorno,
lei racconta di aver visto negli anni vari psicologi e anche uno psichiatra. Nonostante ciò le sensazioni e paure le accompagnano per tutta la vita da quando avevi 11 anni. Questo mi sembra indicare che i trattamenti che lei ha fatto (e che non sappiamo di che tipo è con quale durata) non sono stati efficaci o sufficienti. Perciò la risposta che posso dare alla sua domanda " cosa posso fare? Aiuto" è una sola. Lei deve intraprendere una nuova psicoterapia. In questo caso deve valutare bene l'orientamento e la persona del terapeuta. D'accordo con la mia esperienza e prendendo in considerazione il tipo di situazione che lei riporta le suggerirei una psicoterapia di base psicoanalitica accettando l'idea di dover vivere un processo intenso e di lunga durata: per non ritrovarsi più avanti nella situazione in cui si trova ora, dovendo ricominciare da capo.
Un saluto e una buona giornata.
26 FEB 2022
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Buongiorno,
sento come forti e intense la sua ansia, angoscia e il suo bisogno di aiuto. Allontanarsi da casa significa prendere le distanze dal luogo intriso di sicurezza e protezione, cosa che più si cresce e più ci si trova ad avere a che fare. Quando il "distacco" da esso è sano sappiamo che non lo perdiamo allontanandocene, esso non subisce cambiamenti, ma resta lì ad aspettare che torniamo riservandoci lo stesso amore di prima. Se invece allontanarsi implica stare male vuol dire che per superare questa paura occorre approfondirla. I bambini imparano a camminare esplorando il mondo, nessuno dice loro come farlo, quindi cadono, piangono, si rialzano e riprovano finché non iniziano a camminare davvero. La paura si apprende. La invito a riflettere su questo: quando ha imparato che restare fermo nel luogo protettivo, ovvero con i suoi familiari, è più sicuro che camminare?
Un professionista può aiutarla a comprenderlo.
Se si ritrova in ciò che ho scritto o le è stato utile, resto a disposizione, anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Martina Pallottini
26 FEB 2022
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Gentilissimo,
sento davvero l'angoscia nelle sue parole nel raccontare quello che le capita lontano da casa, dal suo posto sicuro, dai suoi affetti. La miglior strategia per non perdere ciò che ha conquistato in questi anni di lavoro su si sé è concedersi di chiedere nuovamente aiuto ad un professionista. Le suggerisco una terapia breve strategica perché si possa individuare ciò che sta funzionando,permettendole ad esempio di andare a lavorare o stare fuori di casa con serenità, e applicarlo in maniera più diffusa in altri ambiti della sua vita.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda o chiarimento, un cordiale saluto
26 FEB 2022
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL