4 OTT 2015
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Buonasera Lory, purtroppo la vendetta (calda o fredda) non le servirebbe praticamente a niente, rispetto ai suoi vissuti emotivi che sono ancora molto vividi. Il problema, credo, sia stato, oltre all'evento traumatico in sé, anche il fatto che, in seguito, non abbia trovato modo o qualcuno che la facesse sentire protetta ed al sicuro. E, soprattutto, non "sporca". Dico questo (ma non so se sia il suo caso), perché, nella mia esperienza con pazienti che avevano subito traumi simili, uno dei vissuti era proprio questo: la sporcizia di un evento che non andava via. Credo che, dopo questo post (non so se ne abbia mandati altri, in passato o anche ora, a siti simili a questo), tuttavia, stia prendendo maggiore coscienza del fatto che debba trovare lo specialista "giusto", con il quale entrare in un contatto relazionale-terapeutico molto profondo per poter riaccedere al contesto di quell'evento e, finalmente, liberarsene. Il fatto di tornare a quei momenti, non lo intendo in modo freudiano, ovvero catartico (lo dico in modo grossolano in quanto non è il contesto per una lezione storico-psicologica), ma nel senso di scoprire emozioni nuove che non ha mai considerato in quanto, giustamente, il suo sistema ha pensato, primariamente, a difendersi, dunque evitare anche il ricordo, per quanto possibile (tranne quando ne ha parlato con altri specialisti, mi sembra di aver capito). Quindi il trovare, ripeto, un contesto psicoterapeutico accogliente, dove non si senta giudicata (vittimizzazione secondaria), dove possa gestire affettivamente la terapia con i suoi tempi, dove il terapeuta sia esperto ed abbia già affrontato tematiche simili, e, infine, dove possa trovare un'altra persona con cui sincronizzarsi affettivamente e sentirsi di poter parlare, vivere, emozionarsi, ri-costruire, etc., credo sia la cura (non trovo altro termine, visto che non mi piace molto, e me ne scuso) migliore. In ogni caso, le consiglio di "fare", ovvero riprendere affettivamente, non solo cognitivamente, la propria vita nelle sue mani. E quello di cui ho parlato prima potrebbe essere un primo passo (forse i colleghi che ha consultato in precedenza non potevano fare di più in quanto lei ancora non era pronta). Probabilmente adesso lo è.
In bocca al lupo,
dott. Massimo Bedetti,
Psicologo/Psicoterapeuta Costruttivista Postrazionalista-Roma