Come posso aiutare la relazione?
Sto con questo ragazzo da quasi due anni. Io ho 23 anni e lui 24. Ci siamo conosciuti per caso e ho sentito con lui un'affinità mai percepita con nessuno. Siamo molto innamorati ed è la prima persona con cui vorrei andare a vivere insieme (in passato altre persone mi avevano chiesto di andare a convivere ma io ho sempre preferito l'idea di vivere da sola, anche se fidanzata). Mi sento naturalmente portata verso di lui e riusciamo a farci forza a vicenda quando viviamo periodi bui (io sto cercando di scoprire il motivo dei miei estremi sbalzi d'umore: sospetto una sindrome di personalità bipolare. Lui vive con un padre alcolizzato e recidivo ad ogni tipo di terapia, una madre ossessivo compulsiva che ha fatto di lui la sua ancora di salvezza e un fratello ventenne dipendente dai videogames che al pari del padre detta legge in casa in base al suo umore). La nostra relazione si basa sul dialogo, sulla condivisione e, almeno a parole, sulla fiducia. Il problema di base sta proprio qui: nonostante lui si renda conto a livello razionale che spesso sono paranoie, è schiavo di pensieri a volte al limite dell'assurdo. Se parlo con qualcuno vede ammiccamenti, se esco senza di lui non dorme, è ossessionato dalle persone che ho frequentato in passato. Quando è preda di queste paranoie si vede benissimo, ma lui tende a sminuire quello che sente perché si rende conto di quanto siano assurde e non vuole mai dirmi cosa c'è che non va. Io ormai lo conosco e preferisco tormentarlo un po' per fargli dire cosa non va, piuttosto che fare finta di niente e lasciare le la paranoia si alimenti nella sua testa. Preferisco litigare un po' per fugare dubbi e paure, rassicurarlo e magari indignarmi per le assurdità che riesce a tirare fuori (una volta è riuscito a sentire la mia voce in un video porno amatoriale in cui una ragazza faceva sesso con due uomini!), piuttosto che ignorarlo. Oltretutto, forse per colpa delle dinamiche familiari, si pone sempre in una posizione inferiore rispetto a me: "come vuoi tu", "va bene tutto", "scegli tu cosa vuoi fare". Io, per contrastare questo atteggiamento cerco sempre di comunicargli che la sua opinione conta quanto la mia, oppure cerco, in sordina, di metterlo in condizione di esprimere le sue preferenze. Quando riesco a mascherare il tutto, va tutto bene (es: vorrei uscire ma non ho idee. Tu che dici?), ma quando lui capisce che gli do libertà di scelta, va nel pallone e cerca di indurmi a scegliere per lui (es: decidi tu. E lui: tu che vuoi fare?). La domanda è: faccio bene a sollecitarlo in questo modo? Come posso far si che sia più sereno? Anche perché sentire le sue paranoie mi fa stare male, perché per certi versi, a volte, mi sembra di camminare sulle uova, e che ogni accenno alla mia vita al di fuori della nostra relazione possa scatenargli le paranoie più assurde su cui, lui se ne rende conto, non ha il minimo controllo. Mi dice sempre che gli dispiace e che si sente in difetto ma credo che non sappia davvero come risolvere questo nodo. Giusto ieri mi ha detto: "ogni mattina mi sveglio e spero che tu mi ami ancora", e a me è venuto da piangere perché mi immagino come debba essere straziante vivere con una simile angoscia, per di più ingiustificata, perché io amoavedo davvero tutto, di lui: intelligenza, creatività, sensibilità, delicatezza, curiosità, e vedo la nostra relazione come una profonda sicurezza.