Ansia generica e ansia sociale

Inviata da Noname · 10 mar 2023 Ansia

Buongiorno, sono una donna di 30 anni e ho un problema da quando sono piccola ossia l'ansia sociale. Nonostante l'ansia mi divori all'interno perché ogni volta che devo sostenere un esame mi crea dolori fisici come mal di pancia e sudorazione. Non riesco a parlare davanti a più persone, ma nonostante questo mi sono sempre sforzata. Ho visto che l'ansia sociale ti porta a chiuderti dentro casa e se bene questo non è stato nel mio caso perché esco, prendo i mezzi, guido, vado a ballare, lavoro a contatto con singole persone, però ho comunque paura del giudizio delle persone. Mi sottovaluto pensando di non parlare bene, ho paura di sbagliare qualche verbo o congiuntivo e questo mi porta a non parlare proprio con le persone ed evitarle. Sono prossima alla laurea di scienze aziendali, e solo il pensiero di discutere la tesi davanti alla commissione mi devasta, mi fa mancare l'aria e mi si chiude la gola.
Se è vero che prendiamo il carattere di uno dei nostri genitori senza ombra di dubbio ho ripreso da mio padre ha un ansia generalizzata, prende psicofarmaci.
Ricordo che all'asilo mi mettevo dietro la sedia per non parlare con nessuno, questo per farvi capire che sono stata sempre cosi.
Non so se è rilevante ma all'età di 12/13 anni mio zio "acquisito" di 27 anni ci provava con me, mi toccava esternamente e io ero consensiente. Con il senno di poi ho capito che questo mio zio ha fatto una cosa che non doveva fare perché ero minorenne e anche questa cosa ora mi fa vivere male perché primo si è approfittato della mia timidezza, anche se consensiente non doveva farlo, due perché mi rendo conto che è stato un reato di pedofilia, anche se sembravo molto piu grande l'età anagrafica era quella.
Come posso gestire ora quest'ansia? Da cosa e da chi deriva? Vorrei tante risposte

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Miglior risposta 11 MAR 2023

Gentile Noname,
da quello che racconta l'ansia sociale la perseguita da anni, ma adesso lei ha deciso di gestirla ed io le confermo che può essere gestita. Quindi al di là delle cause, possiamo parlare di significati, possiamo parlare di come lei la percepisce, del valore che dà all'ansia sociale, ma attribuire colpe e cause non ci aiuta molto, ci occorre, invece, risolvere il problema che l'affligge e non semplicemente contemplarlo.
Infatti rispondere ai "perchè" soddisfa solo la nostra sete di conoscenza, ma ci disseta parzialmente, invece capire "come" funziona la sua ansia sociale e come si manifesta, ci permette di formulare delle strategie per gestirla e addirittura per vincerla.
In che modo? Guidandola a ritrovare le sue risorse per rendersi conto da lei, che può farcela. Utilizzando stratagemmi apparentemente semplici, ma sofisticati ed efficaci, per far sì che sia lei a uscire dalle trappole in cui è incappata.
Spero di esserle stata utile e resto a sua completa disposizione per un'eventuale consulenza psicologica, anche online.
Un saluto.
Dott.ssa Deborah De Luca

Dott.ssa Deborah De Luca Psicologo a Monterotondo

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27 LUG 2023

Buongiorno,
dai suo messaggio emergono molti spunti per una psicoterapia,
si prenda uno spazio ed investa su se stessa.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Alice Noseda

Dott.ssa Alice Noseda Psicologo a Lecco

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13 MAR 2023

Salve Noname,

sicuramente le difficoltà di cui scrive sono molto limitanti. L'impressione è che abbia una percezione del mondo come "pericoloso" e difficile da affrontare, una percezione delle persone come continuamente giudicanti e critiche, per cui non rimane che evitare l'esposizione e rimanere in un cantuccio sicuro ad osservare.

Sembra che si sia costruita delle convinzioni su di sé come di persona incapace di affrontare il mondo, una persona che non ha valore, per cui non vale la pena esprimersi, "tanto agli altri non interesserà niente di ciò che dirò, tanto sbaglierò sicuramente, tanto non sarò in grado di affrontare le situazioni in cui sono esposta al giudizio degli altri". Quindi un'idea di sé come incapace e inadeguata e un'idea degli altri come critici e come giudici severi. I giudizi così spietati che rivolge verso se stessa, sono quelli che attribuisce agli altri. Da qui l'emozione di ansia che in realtà nasconde altre emozioni quali la paura ed altre.

Sicuramente l'esperienza con suo zio quando era minorenne ha contribuito ad accrescere queste convinzioni e questo senso di inadeguatezza e molto altro.

Non ci sono formule magiche per venirne fuori e penso non le serva neanche avere delle interpretazioni e delle spiegazioni sul perché. Per uscire da questo tipo di problematiche c'è bisogno di un lavoro psicologico su di sé che la aiuti a riconoscere e a sentire il suo valore come persona che ha diritto di esprimere se stessa, oltre a lavorare sulle origini delle sue difficoltà.

Spero di esserle stata utile.

Un caro saluto.

Dott.ssa Claudia Cioffi

Dott.ssa Claudia Cioffi Psicologo a Ancona

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13 MAR 2023

Gentile Noname,
non sempre sapere le cause dei problemi aiuta a risolverli, anche se l'essere umano anela a queste risposte con l'intento di trovare una quiete. Soprattutto quando si parla di comportamenti e sentimenti umani. Piuttosto è più utile capire come funzionano i problemi, nel suo caso come si manifesta l'ansia e in che contesti, per trovare soluzioni diverse insieme a un professionista che la aiutino a sbloccare le sue risorse e a gestire le situazioni temute in modo più efficace. Tra i vari approcci validi, la terapia breve strategica ha buoni protocolli di trattamento per la gestione dell'ansia.
Le faccio tanti auguri
Dott. Giovanni Iacoviello

Dott. Giovanni Iacoviello Psicologo a Bergamo

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13 MAR 2023

Ciao,
sono domande importanti le tue, la cui risposta potrebbe arrivare prendendo contatto con i tuoi vissuti, in un modo che non sia per te sovverchiante. Sovverchiante come il panico.
Ci sono alcune cose che mi sento di condividere. La paura del giudizio è una condizione che ci riguarda tutti, ma se la senti pervasiva mi domando se sia presente una forte autocritica che puoi sentire su te stessa, un senso di "non vado bene, non sono ok, sono cattiva". Se percepisci questo puoi esplorare cosa fa per te (forse ti prepara, ti dà un senso di contollo) e quando è nato. Un passo successivo potrebbe essere nella direzione dell'autoaccettazione, trovare un qualcosa che ti fa sentire "sono ok, non sono cattiva". In questo senso la relazione terapeutica con uno psicologo altamente validante e tendenzialmente non direttivo potrebbe essere d'aiuto, ma anche il rapporto con amici o altre persone che fanno percepire questo. Quello sarebbe un passo verso l'interiorizzazione dell'accettazione.
Il panico ti direi che ha almeno 4 fattori di mantenimento, che se gestisci puoi evitare il panico senza dover rinunciare alle situazioni che lo potrebbero suscitare.
Il primo e più importante è il fatto di imporsi duramente di far qualcosa che non si desidera fare, tirare troppo un "dovrei" a discapito del "vorrei". Andando col freno a mano tirato in altre parole. Questo è il fattore più da psicoterapia, in cui aiuta l'autoaccettazione: "anche se sbaglio sono ok, anche se manifesto l'emotività è ok, se non ho voglia di farlo è ok" cercando di seguire i "vorrei". Naturalmente se sentissi che non riesci ad accettarti quello sarebbe il primo "è ok" che potresti dirti :)
Il panico è mantenuto anche dall'iperventilazione: se ti accorgi che il cuore va a mille e il respiro è irregolare puoi provare semplicemente a notare la tua respirazione e portarla ad un ritmo che senti calmante.
Il panico può dare un senso di giramento/dissociazione. Qui c'è anche un coinvolgimento dell'apparato dell'equilibrio, l'apparato vestibolare. Se ci si siede (no camminare su e giù), e si mette a fuoco un punto fisso questo giramento può ridursi notevolmente.
Quest'ultimo punto può aiutare anche con un quarto fattore connesso al panico: i pensieri a mille, scenari mentali, distacco dalla situazione. Trovare qualcosa che ti ancòri al momento presente restituendoti un senso di controllo e portandoti in contatto con la realtà esterna può essere d'aiuto (puoi provare anche qui ad usare la vista mettendo a fuoco un punto quando noti che ti distacchi).

Penso che aver visto per anni i non-verbali connessi all'ansia e al panico di tuo padre possa aver avuto un ruolo nelle tue sofferenze attuali: vedere cioè che l'ansia non si può gestire. Anche le esperienze con lo zio potrebbero aver avuto un ruolo. Questo però porta ad una maggiore esplorazione dei vissuti ed eventualmente ad esercizi esperienziali. Ti consiglierei nel caso la Emotion Focused Therapy. Sono a disposizione in questo senso.
Spero di esserti stato d'aiuto.
Un caro saluto
Dott. David Maddalon

Dott. David Maddalon Psicologo a Treviso

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12 MAR 2023

Gentile Anonima,
è rilevante e incoraggiante che la sua ansia sociale non sia tanto pervasiva da comportarle forme gravi di isolamento con conseguenze pesanti in ambito scolastico e socio-lavorativo.
I residui deficit come il timore delle critiche e dei giudizi negativi, le difficoltà comunicative e la paura di inadeguatezza nell'affrontare gli esami ( sia quelli di profitto che quello più semplice di laurea) sono correlati al basso livello di autostima che può essere migliorato tramite un percorso di psicoterapia preferibilmente cognitivo-comportamentale che, con annessa tecnica E.M.D.R., può essere utile anche per elaborare il pregresso trauma sessuale.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).

Dott. Gennaro Fiore Psicologo a Quadrivio

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12 MAR 2023

Buonasera, da tante informazioni importati in questo suo scritto. Ha questo problema di ansia fin dall'asilo, fin da quando ricorda. Inoltre in famiglia il tema dell'ansia è già noto. Anche l'esperienza della violenza, perchè così va definita quella con suo zio, è un elemento fondante per la sua organizzazione di personalità, che potrebbe aver inciso con il suo disturbo d'ansia. Adesso si trova a fare un passo importante come quello della discussione della tesi ed è molto forte questo tema del giudizio delle persone. Sarebbe importante indagare per avere le risposte che cerca, ovvero imparare a gestire l'ansia e capirne la derivazione, i significati dei temi che porta. E' importante indagare anche il sintomo che porta: mancanza d'aria, si chiude la gola che sembrano poter rappresentare un senso di costrizione ma che andrebbe meglio indagati con lei in un percorso psicologico. Se vuole approfondire questi elementi, resto a sua completa disposizione per una consulenza psicologica, anche online.

Dott.ssa Fausta Martino Psicologo a Forlì

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11 MAR 2023

Buongiorno
Lei ha subito un trauma quando era piccola lcon suo zio.
Le sarebbe utile fare un percorso di psicoterapia per elaborare tale trauma.
L ansia, la fobia sociale del parlare in pubblico, e gli attacchi di panico sono la conseguenza del suo trauma
Dott.ssa Patrizia Carboni
Psicologa Psicoterapeuta
Roma

Dott.ssa Patrizia Carboni Psicologo a Roma

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11 MAR 2023

Gentile
Intraprenda un percorso psicologico per elaborare i suoi vissuti, presenti e passati, per poter creare un equilibrio dentro lei che può portarla a stare più tranquilla anche all'esterno.
Le auguro buona fortuna e serenità.
Dr.ssa Amanda D'Ambra.

Dr.ssa Amanda D'Ambra Psicologo a Torino

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11 MAR 2023

Ciao, capisco che stai attraversando un periodo molto difficile a causa dell'ansia sociale. La buona notizia è che ci sono molte strategie di coping che puoi imparare per gestire i sintomi e migliorare la tua qualità di vita. La terapia potrebbe essere un modo efficace per esplorare le origini dell'ansia sociale e sviluppare un piano di trattamento personalizzato per te.
Ti suggerisco di cercare uno psicologo e iniziare a lavorare insieme per trovare soluzioni. Ci sono diverse tecniche terapeutiche che possono aiutare a gestire i sintomi di ansia sociale. Potresti anche beneficiare di un sostegno farmacologico, se il tuo medico lo ritiene appropriato. Tuttavia, è importante sottolineare che i farmaci non sono l'unica soluzione e che la terapia può essere altrettanto efficace.
Inoltre, potrebbe essere utile esplorare l'esperienza traumatica che hai vissuto con tuo zio e discutere di come questo potrebbe aver influenzato la tua ansia sociale. Uno psicologo ti può aiutarti a elaborare questi traumi e a sviluppare strategie per superare le conseguenze negative.
Infine, ricorda che l'ansia sociale è una condizione comune e trattabile. Non sei sola e non c'è nulla di cui vergognarsi. Prenditi cura di te e cerca aiuto quando ne hai bisogno.
Mi trovi Online.

Dott.ssa Nicoleta Senni Pop-Span Psicologo a Asti

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