Depressione e ansia sociale che sembrano non terminare mai
Buona sera a tutti. Ho quasi vent'anni e sin dall'infanzia soffro di disturbi psicologici; quando ero piccola una serie di traumi piuttosto significativi (malattie gravi in famiglia, bullismo subito nella tarda infanzia in diversi contesti, conflitti fra i miei e conseguente divorzio, problemi psichiatrici gravi di un familiare a me molto vicino e altri ancora) non mi hanno consentito di stabilire un giusto rapporto con me stessa e , nell'adolescenza , sono sfociati in problematiche ancora più devastanti, fra cui dipendenza da alcol, pensieri suicidi, forte panico che mi costringeva a scappare dalle situazioni sociali , paura di parlare in pubblico, abbuffate compulsive, autolesionismo e disturbi psicosomatici. A sedici anni ho chiesto l'intervento di una psicoterapeuta perché sentivo di non reggere più questo enorme peso, la terapia è durata due anni e di sicuro mi ha aiutata a riprendere normali contatti sociali con l'esterno e ad acquisire un minimo di fiducia nella mia persona, ma non ha prodotto risultati davvero significativi oltre questi (ho continuato a soffrire di ansia anche se in forma minore e il mio umore si è mantenuto depresso). L'ho interrotta e mi sono trasferita, da sola, in un'altra città lontana moltissime ore dalla mia d'origine, per 'incominciare una nuova vita', ed esprimere al massimo le mie potenzialità seguendo un corso di studi a me affine, fiduciosa che questa volta sarebbe andata meglio, e in parte così è stato. Tuttavia, ancora oggi spesso mi capita di ricadere in quel baratro nero e di piangere per ore, apparentemente senza motivo. Mi sento molto in colpa verso me stessa e mi critico per ogni sottigliezza. Provo una profonda noia verso la vita, paradossalmente nei momenti in cui scopro che è così vasta e ricca di opportunità, opportunità che però a me, per motivi che non conosco, sembrano precluse. Non ho mai avuto un ragazzo, non sono mai stata innamorata; dentro di me penso che sia troppo 'marcia' per chiunque. Ho delle amiche nella mia città di origine, quando torno passo molto tempo con loro, e , seppur lentamente, sono riuscita ad instaurare rapporti anche dove vivo attualmente. Il punto è che quello che ai miei coetanei riesce facilissimo, nel mio caso richiede forze inimmaginabili. Impiego un enorme fatica a sedermi da sola in un bar, a camminare in pubblico, a parlare davanti ad altri figuriamoci. Se qualcuno che non conosco bene mi chiede di uscire sono in ansia da giorni prima, di solito mi presento all'appuntamento ma ricolma di agitazione e paura. Ogni giorni svegliandomi penso a tutto quello che di brutto potrà accadere, ma il paradosso è che non provo disperazione, bensì noia, e profonda stanchezza verso l'esistenza. Quando sento di un successo di una mia amica o conoscente soffro tantissimo: sono invidiosa, invidiosa di quello che gli altri vivono mentre io affogo nei miei problemi. In più, i miei hobby sembrano essere molto diversi da quelli della gente che conosco. Leggo moltissimi libri, disegno, ascolto la musica, faccio lunghissime passeggiate nella natura, ma non ho mai praticato sport, non mi piace fare tardi la sera, uscire esageratamente per divertirmi. Mi sento 'vecchia dentro' rispetto ai miei coetanei, anche se a molti di loro proprio per questa mia stranezza 'sto simpatica'. Ho conosciuto molte persone di valore nella mia vita ma ogni volta che provo a vivere come vivono gli altri, fallisco. Perché sono nata così 'diversa' e inadatta al mondo? Perché non posso essere come tutti gli altri ragazzi della mia età?
Potrò davvero stare meglio o la mia condizione è talmente connaturata alla mia personalità da essere immodificabile?