Buongiorno, ho 41 anni. Soffro sin da bambina di una grave forma di ansia da separazione da mia madre. Purtroppo l'ansia è stata sempre molto forte che sfocia nella derealizzazione e soprattutto non mi permetteva di vestirmi, lavarmi al pensiero di uscire. Ho frequentato solo un po' le scuole con mia madre vicino. Ora riesco a fare qualche piccolo spostamento in giornata ma solo sentendola al telefono tantissime volte. Purtroppo tutto ciò mi ha portato uno stato di depressione. Non so come fare, non riesco proprio a migliorare. Ho seguito vari percorsi di psicoterapia ma non riesco proprio.
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15 FEB 2024
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Gentile Francesca,
purtroppo le informazioni che fornisce sono insufficienti per poterle dare una risposta accurata in quanto occorre innanzitutto conoscere il suo contesto familiare e la sua storia di vita per comprendere le origini e la persistenza fino a questo momento delle sue insicurezze e della sua ansia di separazione. E' anche molto probabile che nella genesi del suo disturbo abbia inciso in modo particolare lo stile educativo che ha ricevuto negli anni dell'infanzia e dell'adolescenza.
Molto ci sarebbe poi da sapere sui percorsi di psicoterapia già fatti riguardo al tipo, alla durata e alla eventuale esecuzione di homework assegnati.
In ogni caso il suggerimento è per una psicoterapia cognitivo-comportamentale di durata adeguata da intraprendere insieme a sua madre .
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
10 APR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Salve Francesca
Immagino che lei abbia una storia molto interessante e che merita uno spazio dedicato per essere approfondita.
Mi colpisce la frase “non riesco proprio a migliorare”. A tal proposito, è sicura di non riuscire? Oppure, da qualche parte, sente di non volerlo fare? Qual è la sua idea di miglioramento?
Inoltre, ha menzionato passati percorsi terapeutici. Li ha interrotti o portati a termine? Cosa si aspetta da un eventuale nuovo inizio con la psicoterapia?
Esplorare questi aspetti può consentirle di fissare un obiettivo terapeutico che sente possibile e raggiungibile.
Infine, mi sembra che il disagio esistenziale che sta vivendo derivi da un conflitto dettato dal desiderio di mantenere questo legame con sua madre e la contemporanea volontà di reciderlo o quantomeno mutarlo (veda i piccoli spostamenti che sta riuscendo a fare da sola).
Che ne pensa?
7 MAR 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Francesca,
per analizzare al meglio la sua situazione, bisognerebbe conoscere più a fondo quella che è stata la sua infanzia.
Quello che si avverte è la consapevolezza da parte sua di percepire un disagio e di non sentirsi libera di vivere la sua vota in maniera appagante e di affermarsi in essa.
Il disagio che lei prova, dunque, può essere una conseguenza del desiderio di trovare la propria indipendenza e di costruire delle relazioni interpersonali; la separazione dai genitori può apparire la possibilità di "spendere" l'eredità che ci lasciano e di conseguenza anche una grossa responsabilità.
L’approccio psicoanalitico può essere particolarmente indicato nel trattamento di tale disturbo, in modo da cercare una soluzione per se stessa, partendo dal chiedersi cosa lei voglia veramente ottenere da un percorso analitico.
Un caro saluto,
dott. Giancarlo Gramaglia
19 FEB 2024
· Questa risposta è stata utile per 1 persone
Gentile Francesca, grazie per aver condiviso con noi una parte così importante di sè. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso al vivere così faticosamente le sue giornate.
Sarebbe utile sapere che tipo di percorsi ha seguito in passato per trovare un strada alternativa: si percepisce che ha voglia di stare meglio e lo merita tanto quanto chiunque altro.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
18 FEB 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno,
Mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo attualmente.
È evidente come le difficoltà che porta necessitino di un intervento efficace e piuttosto veloce anche, vista la loro qualità invalidante nella vita quotidiana.
Le problematiche che cita si situano nel quadro di una forte dipendenza e conseguente insicurezza personale nell'affrontare il mondo esterno, da soli.
Un percorso psicoterapico potrebbe esserle d'aiuto e indicato nel costruire quelle sicurezze interne che sono mancate nel corso degli anni.
Inoltre, visto che è presente anche un quadro di depressione e il ridotto aiuto che ha tratto dai percorsi psicoterapici provati, mi sentirei di consigliarle anche un supporto farmacologico, da interrompersi eventualmente qualora si valuti l'effettivo miglioramento clinico.
Sperando di esserle stata d'aiuto,
Rimango disponibile anche per consulenze online,
17 FEB 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Cara Francesca,
hai provato con l'ipnosi clinica? Deve essere condotta da un medico o da uno psicoterapeuta psicologo qualificato che ti consenta di superare i tuoi conflitti e le tue paure.
Vedrai che anche se hanno fallito altri sistemi potrai contare su questo.
Un caro saluto e rimango a tua disposizione per ulteriori chiarimenti
DOtt.Gabriele Lenti Psicoterapeuta Genova
16 FEB 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Francesca,
comprendo appieno il suo stato depressivo che deriva da tale situazione.
Innanzitutto andrebbero indagate varie sfaccettature della sua storia, anche per capire al meglio qual è la paura che questa ansia anticipa. Alla base potrebbero esserci la sensazione di non essere in grado a farcela da soli, o sentimenti di inadeguatezza, o di timore verso l'indipendenza, che molto spesso ci spingono a mettere in atto comportamenti che vanno, paradossalmente, a confermare quel nostro pensiero.
È comunque una situazione che andrebbe affrontata in maniera più approfondita.
Non si demoralizzi nonostante i percorsi terapeutici intrapresi, si dia la possibilità di stare meglio e di vivere serenamente.
Resto, ovviamente, a disposizione per qualsiasi chiarimento,
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Brandini
16 FEB 2024
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Gentile Francesca, grazie per la sua condivisione. È difficile risponderle non conoscendo la sua storia di vita. Comprendo la difficoltà nel gestire la separazione da sua madre, ad oggi. Se i suoi percorsi di psicoterapia non sono andati bene finora, non vuol dire che non ci sia una soluzione. È importante che lei non smetta di mettersi in gioco. Potrebbe essere utile esplorare insieme a sua mamma in terapia, quali sono gli aspetti che la inibiscono per poter trovare insieme delle nuove strategie per gestire il qui e ora.
Rimango a disposizione per qualsiasi necessità.
Ricevo a Torino e online.
Dottoressa Laura Galati
15 FEB 2024
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Buonasera Francesca,
dalle sue parole comprendo che prova una forte paura e angoscia a vedersi affrontare da sola le situazioni quotidiane. Alla base, a mio parere, un profondo senso di non esistere, di non valere e probabilmente emozioni di inadeguatezza e convinzioni di non farcela da sola.
La mia sensazione è che tutti questi vissuti abbiano origini molto antiche e che alla base ci sia stata la percezione di essere indispensabile per sua madre. Spesso accade così, ma in maniera profonda e completamente inconsapevole... che quando si è molto piccoli, se non addirittura nel ventre materno, si percepisca attraverso il corpo e le sensazioni una sofferenza che la propria madre sta vivendo e si 'decide' di essere indispensabili per lei. Da qui una profonda angoscia al solo pensiero di allontanarsi e sperimentarsi nel mondo, perché significherebbe abbandonare la propria madre con tutto l'enorme senso di colpa conseguente. Continuando a rimanere attaccati alla propria madre, però, si finisce per sentirsi incapaci di affrontare qualsiasi situazione da soli.
A mio parere potrebbe essere molto utile una terapia familiare, in cui lei e sua madre possiate lavorare insieme sul vostro legame così forte e escludente tutto il resto del mondo.
Spero davvero che riesca a sperimentarsi in autonomia per comprendere concretamente che ce la fa, che è in grado di cavarsela da sola, per provare entusiasmo e fiducia in se stessa e nelle innumerevoli potenzialità che sicuramente tiene nascoste dentro di sé.
15 FEB 2024
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Buon pomeriggio Francesca,
Grazie per aver condiviso la sua storia qui.
Il suo stato depressivo potrebbe dipendere dal desiderio di una propria indipendenza, impossibilitata dall' ansia percepita, dovuta alla separazione da sua madre.
Di sicuro, la situazione richiede maggiori approfondimenti. Le vorrei dire però, che talvolta, nonostante un disagio perduri da anni, non è detto che la terapia debba essere altrettanto lunga. Trovando l'ingranaggio giusto è possibile ritornare a vivere serenamente, anche in tempi brevi.
Nonostante i vari percorsi già intrapresi, si dia la possibilità di mettersi nuovamente in gioco. Stare bene è una sua priorità!
Resto a disposizione per chiarimenti e/o dubbi,
Un caro saluto,
Dott.ssa Gloria Casella
15 FEB 2024
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Gentilissima Francesca, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrive, e comprendo la fatica nel separarsi da una figura così importante e fondamentale come la propria mamma. Credo che la possibilità di intraprendere un nuovo percorso di terapia potrebbe aiutarla, valutando insieme allo specialista un eventuale aiuto anche dal punto di vista farmacologico.
Cordialmente,
AV
14 FEB 2024
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Buongiorno Francesca,
è davvero da molti anni che sembra sentirsi in questo stato e questo è davvero logorante. Non so quando abbia iniziato a sentirsi depressa, ma la tristezza e la paura che ci stanno dentro mi pare che se le porti dietro proprio da quando è piccola ed ancora sembra che una parte di lei sia bloccata là, in un tempo lontano che però continua a riproporsi oggi nello stesso identico modo.
Immagino che i molteplici percorsi tentati e non funzionanti abbiano creato un certo sconforto. Mi verrebbe però da dirle che, in questi casi, a volte ci vuole anche un pizzico di fortuna nel trovare la giusta combinazione con un terapeuta che riesca a cogliere precisamente i punti nascosti da cui parte tutto questo malessere. Se se la sente, si dia la possibilità di provare di nuovo, magari provando a cercare uno psicologo che segue un orientamento differente da quelli provati in passato.