Ho 20 anni e non so nuotare: la cosa non mi ha mai dato troppo fastidio, fino a quest'estate. Mi sento inferiore a tutti i miei amici che sanno farlo e penso che sia un elemento fortemente invalidante agli occhi di una futura ragazza. Il problema è che sono terrorizzato dall'acqua: riesco a stare fino al collo ma non oltre. Da piccolo sono caduto in piscina ma mi hanno tirato fuori subito, quindi non penso sia dovuto a questo. Ho il terrore di immergere completamente la testa, che mi entri dell'acqua nelle orecchie e che non ci senta più o che mi faccia del male. Per via di questa paura, non ho mai immerso la testa in vita mia. Appena provo ad appoggiare la faccia sulla superficie dell'acqua, provo come un forte senso di claustrofobia e il cuore batte all'impazzata. Ho deciso di iscrivermi in piscina, ma le lezioni non sono individuali (nessuno le fa così in città) e temo che le mie paure siano più grandi di me. Come posso fare a rilassarmi in acqua e a non farmi prendere dal panico? Da un lato vorrei imparare a nuotare, per non perdere delle occasioni (anche se non sono tutto nella vita) ma sento che la spinta maggiore è perché non saperlo fare mi fa sentire a disagio benché sappia che non è possibile saper fare tutto nella vita. Potete consigliarmi dei metodi per affrontare al meglio questa fobia, delle letture? Grazie.
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28 SET 2017
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Caro Lorenzo,
se non è interessato a seguire un percorso terapeutico cognitivo comportamentale, che le consiglio vivamente, può iniziare ad avvicinarsi all'acqua (oggetto temuto) in maniera graduale, magari partendo da situazioni che provocano poca ansia. Le sconsiglio di lanciarsi in un corso di nuoto all'improvviso, poichè se non si sente pronto, proverà maggior mente il senso di fallimento.
Se vuole approfondire l'argomento può contattarmi in privato
Dott.ssa Nadia Fasano
27 OTT 2021
· Questa risposta è stata utile per 0 persone
Buongiorno.
Sono il dott. Massimiliano Castelvedere, di Brescia. Sono tra quei professionisti che ritengono che il cambiamento personale sia un processo lungo e complicato. Purtroppo non ci sono scorciatoie percorribili e i consigli che uno psicologo potrebbe dare in una chat lasciano il tempo che trovano: non esiste la “bacchetta magica”. Per inquadrare l’eventuale problematica di un paziente serve invece una consulenza approfondita (almeno 4 sedute). A seguire, se nella consulenza si evidenzia un problema significativo, per trattarlo e cercare di risolverlo è necessaria una vera e propria psicoterapia o una psicoanalisi.
Illudersi che si possa fare qualcosa scrivendo in una chat serve solo a perdere tempo e significa che non si è pronti a mettersi in discussione. Se lei è una persona veramente motivata a capirsi e a cambiare, le do la mia disponibilità per fissare un appuntamento (anche online).
3 OTT 2017
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Gentile Lorenzo,
come molti miei colleghi le hanno già detto è opportuno che lei intraprenda un percorso psicologico con un terapeuta prima di affrontare la sua paura dell'acqua.
Mi sono occupata molto di questo disagio nei miei studi e nella pratica clinica, e quello che sento di dirle è proprio focalizzare ciò che la turba. Dalla sua lettera emerge un disagio verso l'acqua legato ad una ragazza: la percezione che lei ha di se stesso è fortemente condizionata dal riuscire o meno a saper nuotare, da cui discendono tutte le difficoltà rispetto all'autostima e all'autoefficacia.
Rispetto invece alla paura dell'acqua in sè per sè, il tema del controllo che ne è alla base spiega anche questa urgenza di "fare bella figura" con la ragazza. Sembra quasi che sia stato l'incontro con lei e i suoi amici a portarla a contatto con la sua ancestrale paura.
L'episodio della sua infanzia può essere un evento concomitante ma non necessariamente scatenante. Tuttavia, è certamente un problema legato a fatti passati che è bene far riemergere per sciogliere la tensione che sta vivendo prima ancora di dimostrare agli altri, se non soprattutto a se stesso, di essere all'altezza di farcela.
Affrontare e superare la paura dell'acqua deve quindi venire per se stesso e non essere il manifesto di una sua adeguatezza. Colga invece l'occasione per tuffarsi gradualmente nel suo passato, sfruttando gli elementi di sè che descrive nella lettera per conoscere meglio ciò che la blocca.
Cordialmente.
Dr.ssa Francesca Orlando
30 SET 2017
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Gentile Lorenzo,
comprendo il suo disagio, in quanto pur non essendo fondamentale saper nuotare, può diventare come lei dice imbarazzante o limitante in alcune circostanze.
Mi permetto un duplice consiglio. In primis affrontare la sua fobia attraverso un percorso terapeutico. In secondo luogo, a livello pratico, potrebbe iniziare con le piscine terapeutiche (acqua tiepida, gradoni) che spesso offrono la possibilità di un rapporto uno a uno con l'istruttore.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Vanda Braga
29 SET 2017
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Gentile Lorenzo,
L'esperienza traumatica in età infantile ha contribuito a consolidare tale reazione fobica.
L'idea di rivivere il trauma è ammirevole, il contatto con l'acqua la riporterà ai pensieri, sensazioni, emozioni precedenti. In tal caso necessiterà di essere sostenuto emotivamente per evitare ulteriori reazioni di evitamento o esperienze di fallimento.
Le consiglierei un supporto psicologico per comprendere le cause e individuare strategie per il superamento della fobia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Donatella Costa
29 SET 2017
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Buongiorno Lorenzo la fobia è indice di un elemento traumatico non elaborato. Può essere la caduta in piscina ma anche altro. È vero non è fondamentale saper nuotare ma è auspicabile eliminare questo senso di disagio. Ritengo che la terapia elettiva per le fobie sia l'emdr. Sul sito www.emdr.it potrà trovare un terapeuta nella sua zona. In bocca al lupo
29 SET 2017
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Salve Lorenzo,
Con un terapeuta sarebbe più facile e costruttivo, come descrive da solo sta già provando ad affrontare la sua fobia e leggo tra le righe la frustrazione di non riuscire.
In ogni caso, se interessato, le consiglio 2 libri che non sono specifici per le fobie, ma che possono aiutarla a capire meglio le emozioni che bloccano la sua possibilità di esplorare e a fare qualche riflessione sulle cause. Di solito è un problema di controllo e in più su questo può innescarsi la paura del giudizio.
"L'autoterapia razionale emotiva" di Ellis
"Paura di sentire" di Giannantonio
29 SET 2017
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Gentile Lorenzo,
La fobia dell’acqua, come molte altre fobie, è un modo per gestire l’emergenza emotiva spostando lontano da sé il motivo della paura in modo da poterlo evitare. In generale le fobie rappresentano la paura di perdere il controllo, come forse ha sperimentato nell’episodio dell’infanzia, ed è un aspetto che si innesca spesso a partire dalle relazioni significative.
Va bene imparare a nuotare, ma è un percorso che deve essere preparato ad affrontare altrimenti rischia di amplificare il problema è tirarsi indietro.
Ne parli prima con uno psicoterapeuta e poi con l’istruttore quando si sente pronto.
28 SET 2017
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Gentile Lorenzo,
è invece molto probabile che la fobia dell'acqua sia derivata proprio da quell'incidente della caduta in piscina di quando era piccolo e che ha citato.
Ad ogni modo, come forse lei stesso ha compreso, il miglior modo per superare le fobie è quello di affrontarle direttamente, preferibilmente con la guida di un tutor o di un esperto.
L'idea di iscriversi in piscina è buona ma prima deve parlare con l'istruttore e verificare la sua disponibilità nell'aiutarla a superare questo problema.
Contemporaneamente sarebbe utile un percorso di psicoterapia per comprendere meglio i meccanismi di insorgenza delle fobie in genere e le strategie per superarle.
Cordiali saluti.
Dr. Gennaro Fiore
medico-chirurgo, psicologo clinico, psicoterapeuta a Quadrivio di Campagna (Salerno).
28 SET 2017
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Buongiorno Lorenzo, come mai pensa che la fobia dell'acqua sia invalidante di fronte ad un'ipotetica ragazza? E' una questione che meriterebbe un approfondimento. Mi contatti se è interessato.
Saluti