Il lavoro stanca?

Il lavoro non è necessariamente legato al salario, ma sempre al pensiero.

28 NOV 2018 · Tempo di lettura: min.
Il lavoro stanca?

Rivoluzioniamo il concetto di lavoro. Il lavoro non è necessariamente legato al salario, ma sempre al pensiero. Un soggetto sano si rivolge all’universo, pensa, desidera e incontra, quindi scambia e attraverso l’interesse di questo lavoro con altri individui raggiunge la propria soddisfazione.

Se riuscissimo a superare il gradino del “lavorare stanca” alla Cesare Pavese, potremmo vedere le cose con un’altra prospettiva, più proficua e meno frustrante.

Recuperando il bimbo sano che che c’è in noi diventeremmo adulti consapevoli, operanti nel nostro diritto a vantaggio della nostra economia.

Soddisfazione e movimento si sostituirebbero a frustrazione e stanchezza, onorando noi stessi.

Potremmo cadere nel gap di considerazioni come l’impossibilità di dedicare il nostro tempo solo a ciò che piace, poiché è necessario “portare a casa la pagnotta”. Ma sarebbe già un gran passo in avanti se onorassimo i nostri desideri e ciò che piace a quel bimbo che ognuno di noi può recuperare lavorando su se stesso. Allora si smuoverebbero montagne, attraverso un lavoro proficuo di ricerca e raggiungimento della propria meta,  dove sacrificio e angoscia lascerebbero spazio a soddisfazione e benessere.

Tocca fare i conti con le inibizioni che si presentano come blocchi, limitando il godimento del tesoro-capitale di ciascuno. Sono come un freno: non permettono di accedere alla propria norma soggettiva.

Riuscire a superare queste limitazioni permetterebbe di mettersi in gioco, di provare e magari poi di riuscire. Permettere di soddisfarsi.

In pratica se non si è soddisfatti della propria mansione e o delle condizioni nelle quali si lavora, continuare in quella direzione nascondendosi dietro a frasi fatte come : “Non saprei cos’altro fare”, “Non posso mollare questo lavoro”, “Mi sacrifico per guadagnare”,”Non vedo l’ora di andare in vacanza”, non porta a nulla. Mettersi nella posizione attiva di valutare i pro e i contro e muoversi verso altro con altri potrebbe essere d’aiuto.

Il lavoro è anche pensiero, ed ha un rapporto stretto con l’amore. Fare l’amore è fare un lavoro.(…)

Se c’è rapporto è un rapporto di lavoro. L’umanità oggi è sempre  più  costruita secondo una divisione del lavoro tra essere e lavoro. Con il misticismo che ne deriva, che è il misticismo del comando puro,  dell’  ”essere” che significa: ”qui comando Io”, imperativo, dispositivo, ripugnanza  al diritto, nel suo opporsi a un primo diritto distinto da un secondo (1).

Sarebbe buono se si iniziasse ad associare al concetto di lavoro qualcosa di positivo, di piacevole che suscitasse in noi un pensiero felice “che bello andiamo a lavorare!”.

(1) Giancarlo Gramaglia, Rubrica di psicologia della vita quotidiana, LFLP Edizioni, Torino, 2006

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Scritto da

Gramaglia Dr. Giancarlo

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Commenti 1
  • Francesco drago

    Lavoro per raggiungere la soddisfazione quando lavoro raggiunge la meta.

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