Il disprezzo verso coloro che abbandonano i ruoli di genere

L'omofobia si presenta anche attraverso l'intolleranza verso gli uomini effemminati e le donne mascoline, tutte quelle persone che non rispettano i ruoli di genere accettati dalla società.

1 AGO 2017 · Tempo di lettura: min.
Il disprezzo verso coloro che abbandonano i ruoli di genere

Alcune persone provano fastidio, se non addirittura intolleranza, nei confronti degli uomini effemminati o delle donne dall'aspetto mascolino.

L'omofobia può avere diverse sfumature. Non è difficile sentir pronunciare persone la frase: "non sono omofobo ma…". Questa espressione è spesso utilizzata da chi, pur non ritenendo sé stesso un omofobo, prova chiaramente intolleranza nei riguardi degli uomini effemminati e delle donne mascoline, ossia tutte quelle persone che non rispettano i ruoli di genere accettati dalla società.

Essenzialmente, in alcuni casi, a non essere tollerato è che il collettivo omosessuale esca allo scoperto e che omosessuali e transessuali non siano abbastanza "discreti". È il caso, ad esempio, delle manifestazioni del collettivo LGBT spesso stigmatizzate per i costumi appariscenti, per il make up pronunciato e per giocare con i ruoli di genere. Molti ne sono infastiditi affermando che le rivendicazioni sono ormai inutili in quanto gli omosessuali hanno già acquisito i propri diritti, dimenticando quanto sia ancora lunga la strada per l'affermazione dei diritti di questa minoranza.

Questa fobia in spagnolo viene denominata "plumofobia", in cui "pluma" significa "piuma", espressione utilizzata anche dai principali quotidiani spagnoli come El País. In spagnolo, infatti, l'espressione "tener pluma" (avere piuma) indica una persona che ha caratteristiche considerate femminili dagli altri, ad esempio i gesti o il modo di parlare. L'intolleranza verso questa condizione non si presenta solamente negli eterosessuali ma spesso anche nello stesso collettivo LGBT. In diverse app dedicate agli omosessuali, infatti, si sta registrando un fenomeno che discrimina quegli utenti "troppo effemminati" o quelle donne "troppo mascoline". Spesso, si cercano, al contrario, persone molto mascoline, nel caso degli uomini, o donne femminili, come se sembrare più simili alle aspettative della società, quindi agli eterosessuali, rendesse meno "grave" agli occhi degli altri l'essere gay o lesbica. Secondo uno studio del Gay Times, infatti, il 57% degli intervistati che si consideravano "straight-acting" (gay che non mostra nessun comportamento o caratteristiche considerate solitamente proprie degli omosessuali) pensa che gli omosessuali effemminati diano una cattiva reputazione al collettivo gay.

Questi stereotipi di genere, sia da parte degli omosessuali che degli eterosessuali, spesso si possono trasformare in veri e propri episodi di violenza. Secondo l'ultimo rapporto di Arcigay, presentato il 17 maggio 2017 e riguardante i dodici mesi precedenti, sono stati 196 gli episodi relativi all'omofobia e alla transfobia in Italia. A soffrire maggiormente questi episodi di violenza sono tutte quelle persone che mostrano quegli elementi definiti "indicatori di omosessualità", ossia quegli stereotipi che spesso accompagnano chi appartiene al collettivo LGBT come l'abbigliamento poco "maschile" per gli uomini o i capelli molto corti per le donne. Secondo lo studio citato precedentemente, eseguito su 280 omosessuali del Regno Unito e della California, i partecipanti che si consideravano straight-acting avevano sofferto un 33% in meno di episodi di omofobia. Molti di questi si identificavano maggiormente con il collettivo eterosessuale che con quello LGBT.

È necessario ricordare, inoltre, che questa discriminazione non avviene solamente verso gli omosessuali ma anche verso tutte quelle persone che non corrispondono agli stereotipi di genere, quindi anche persone eterosessuali. Questa situazione dimostra che, oltre a un chiaro pregiudizio nei confronti del collettivo LGBT, la cosiddetta "plumofobia" riguarda tutto ciò che non rispetta le norme sociali o che si rivela diverso rispetto alle nostre aspettative.

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