Situazione di blocco che compromette molte sfere della mia vita

Inviata da Francesco · 27 ago 2017 Orientamento professionale

Buona giorno dottori. Ho deciso di scrivere perchè da un pò di tempo a questa parte vivo in una situazione di blocco e mi farebbe piacere ricevere l'opinione di qualche esperto. Cercherò di darvi un quadro più dettagliato possibile sperando di non dilungarmi troppo e annoiarvi. Questo blocco nasce dal fatto che feci una scelta universitaria sbagliata 4 anni fa e questo malessere sta compromettendo un pò tutto intorno a me. Solo a febbraio , 6 mesi fa, ho deciso di lasciare questa facoltà (infermieristica) nonostante mi abbia fatto imparare molte cose sia dal punto di vista scientifico sia dal punto di vista umano. Quando scelsi questo percorso ero preso dall'euforia di aver terminato la scuola e non ho valutato altre opzioni, ho pensato che fosse comunque un lavoro sicuro che mi avrebbe dato sicurezza e in più avrei aiutato a far star bene anche le persone. Il primo anno tutto grandioso, forse perchè vivevo un esperienza nuova nuovi colleghi, avere un indipendenza lontano da casa. Dal secondo anno ho iniziato però ad avere segnali che qualcosa non andava e l ho capito solo adesso. Ho trovato scuse sul università e il posto in cui stavo che non mi piacevano, che la didattica era un po cosi cosi, volevo continuare il percorso in un posto più professionale ed in una bella città cosi mi sono trasferito in una città più grande e in una università che è il top per questo tipo di facoltà. Li ho perso due anni, per due anni non sono più entrato in un reparto stavo perdendo la cognizione di quella professione. A lezione ci andavo poco, studiavo sempre meno, non avevo molti rapporti con i colleghi (ed io non ho mai avuto problemi nel farmi amicizie ecc anche nel avere storie amorose), i quali mi cercavano, venivo persino cercato dai prof e mi inventavo scuse di ogni tipo. Ho iniziato ad uscire sempre meno, perchè ogni volta che uscivo, si passavo delle belle serate ma poi tornavo a casa e ripiombavo un pò nello sconforto in quella sensazione di insoddisfazione dalla quale non facevo nulla per cambiarla mi ci sono lentamente abituato. Non sono riuscito a godermi nulla come dovevo, era più come un palliativo, cercavo di distrarmi invece di guardare quale fosse il mio problema. Sentivo di non essere più sereno e tranquillo e mentivo a me stesso su quello che portavo avanti anche se era sbagliato. Ho detto molte bugie a me stesso , quando qualcuno mi chiedeva come andava o cercava di incuriosirsi di più io più o meno mentivo e finivo per credere io stesso alle mie bugie. Essendo un tipo orgoglioso mi ero messo in testa che dovevo farcela, ma difronte a due anni con scarsi risultati ho deciso di guardarmi davvero in faccia e di smetterla perche mi stavo facendo male. Iniziavo davvero a rendermene conto e a svegliarmi. In questo periodo ho conosciuto una ragazza che è stata l'unica con cui ho avuto un contatto per riuscire ad aprirmi e stando insieme avendo un rapporto speciale ed di perfetta intesa comunque me ne sono innamorato. Nemmeno lei sapeva di questo mio malessere silenzioso, aveva capito qualcosa ma io non le ho detto niente. Stavo veramente bene solo con lei. Riuscivo a trovare quella tranquillità solo con lei. Però questo mio malessere portato avanti per troppo tempo, anni, ha compromesso la sua fiducia, e gia era una relazione a distanza quindi è stato molto difficile gestire il tutto. Ho fatto molto sforzo mentale per farla stare tranquilla ma non le ho mai detto che non ero sereno, non volevo compromettere nulla, ho fatto poco e niente per lei, non ero molto presente non ero reattivo a tutte le belle iniziative che aveva per stare insieme ha fatto tutto lei dal prendere spesso gli aerei per stare con me a pagarmi il biglietto per andare da lei ha sacrificato molto per me persino mi costringeva a lunghe videochiamate per controllarmi mentre studiavo perche sapeva che avevo il problema con l'università sapeva solo che non riuscivo ad andare avanti non tutto il resto. Senza dilungarmi ancora tanto abbiamo smesso di sentirci, io poi ho finalmente lasciato quella facoltà perchè finalmente avevo capito, ci ho messo tanto ad accettarlo ma l ho fatto poi. A lei ho smesso di sentirla per un mese perche volevo pensare ed elaborare qualcosa un po le idee ma senza dargli spiegazioni senza dirle cosa sentivo. Ho provato a riavvicinarmi ma lei non ce l ha fatta a darmi di nuovo fiducia e che era stata troppo male per il distacco tanto da avere problemi fisici gravi. Perciò ho deciso di lasciarla tranquilla e che le facevo solo del male. Non ho mai smesso di pensare a lei. Io nel frattempo cercavo disperatamente una via da prendere ed un idea piu o meno che mi convince c'è l'ho anche grazie al fatto che in questi due anni ho potuto conoscere persone con esperienze simili e allargarmi un po’ gli orizzonti dato che forse ho sempre pensato di poter fare solo quello e mai ho valutato altro. Solo che in tutto questo tempo nessuno sapeva, ne la mia famiglia ne i miei amici ne la mia ragazza nessuno. Mi sono chiuso in me stesso e nel mio malessere. Sono molti mesi che non esco per niente e questo ultimo periodo è peggio. Potrei anche uscire qualche volta l ho fatto però preferisco stare da solo fermarmi un attimo a pensare, ricaricare, basta palliativi inutili mi sento come appesantito da tutto questo. Ho avuto paura di avere la depressione un periodo avevo dei sintomi simili, però mi bastano poche cose per capire che su questo punto di vista posso stare tranquillo ma ci voglio stare attento comunque, posso essere un pò autolesionista ma ci tengo a me stesso e alla mia salute mentale. In realtà ne sono più che sicuro credo di vivere in uno stato di esaurimento nervoso da ormai parecchio tempo diventato acuto solamente adesso. Credo di essermelo portato sempre dietro e non l ho mai riconosciuto ma adesso è troppo evidente. Finalmente sono riuscito a parlare con la mia famiglia almeno con mio padre e a dirgli che non vivo piu sereno da troppo tempo. Lui si è fatto in quattro per me anche adesso che insieme ci stavamo organizzando per la nuova scelta e nella preparazione al test a numero chiuso per un altra facoltà. Però sono riuscito a dirgli che non sto bene e che non sono sereno. Ora come ora non me la sentirei nemmeno di iniziare un altro percorso sono scarico totalmente. Sento l'esigenza come di disintossicarmi da questo malessere. Il mio problema è stato il non fidarsi di nessuno e soprattutto il non far preoccupare nessuno non deludere nessuno. Più perdevo tempo piu vedevo i sacrifici dei miei genitori più reprimevo tutto facendo autodistruzione verso me stesso. Questa non-decisione o indecisione mi ha logorato molto. Vorrei tanto tornare a non avere pensieri di questo tipo e tornare sereno come ero. Pensavo che prima di intraprendere un percorso unviversitario (ho 23 anni) debba tornare sereno e in pace con me stesso, e siccome sono un appassionato di viaggi di avventure pensavo di andare un anno all'estero. Iscrivermi ad un corso di lingua trovare un lavoretto, mantenermi e divertirmi un po(perche questo non mi succede da troppo tempo) mantenermi da me, per non pesare sulla mia famiglia, e in contemporanea, appena ritrovo la pace riprendere i manuali per la preparazione al test di ammissione e prepararmi per bene vivendo sereno, perchè in questi mesi non sono stato concentrato per niente e la mia preparazione al test in vista è scarsa. Pensavo di farmi un anno all'estero dove vive questa fantomatica ragazza(è italiana) e tentare senza troppe pressioni e senza rimetterci io stesso se può rifunzionare, perche adesso ho capito i miei errori in ogni cosa che ho fatto e voglio recuperare tutto e comprendere anche lei, ci tengo davvero tanto a lei perché c’è sempre stata ma io l’ho allontanata. Sento di guardare già tutto il mio quadro da un altra prospettiva più ottimista e so di potermi riprendere tutto quello che conta, devo solo buttarmi, e sopratutto avere un po fiducia di chi mi vuole bene, mi servirebbe in questo momento,e di questa mia idea ne parlerò alla mia famiglia il prima possibile. Andrei dove ce lei perche in questi mesi mi ha comunque cercato per sapere come stavo si era sempre interessata anche se era "finita" ma io ero sfuggente e non lasciavo trapelare ancora nulla, ero molto nervoso e mi sentivo abbandonato quando ho permesso io tutto ciò ma ultimamente abbiamo avuto modo di parlare di nuovo, anche se le ho tenuto tutto nascosto sempre il mio stato d’animo personale, ma ora sa tutto, le ho detto tutto in questi giorni, e avrei tanto voluto farlo prima ora mi rendo conto e sento che lei mi voglia ancora o meglio vorrebbe qualcosa di concreto da parte mia,più fatti che parole che le ho detto da sempre vorrebbe tornare a sperarci in me ma non si può fermare per me come ho fatto io. Non vuole più soffrire ha paura di questo e io le do ragione. So che non devo farmela scappare, tuttavia questa città dove andrei è abbastanza stimolante e molto giovanile e credo nonostante l'adattamento iniziale possa aiutarmi anche a ritrovare il divertimento. Ho un forte spirito di adattamento e di questa cosa non ho minimamente paura. In realtà non ho paura di nulla ma le non scelte mi destabilizzano, è questo il mio problema. Ho vissuto troppo tempo con la paura addosso e sento di essere cambiato in meglio, vorrei tornare ad aprirmi di più. Ho messo anche in conto che se andassi dove ce la mia lei potrei avere anche una delusione ma almeno ci proverei concretamente ad aggiustare le cose tra noi e fare per la prima volta qualcosa io per lei, una "dimostrazione". Però partirei in primis per me stesso, questa è l'idea principale. Penso che buttarmi, imparare una lingua, cimentarmi in un lavoretto(ho delle esperienze quindi non partirei proprio da zero), possa solo stimolarmi e farmi tornare un po di sicurezza e soprattutto avere la mente occupata e non pensare per il momento allo studio all università e al male che ho vissuto. Quando sentirò di stare di nuovo sereno mi metterò sotto da subito con la preparazione. Non credo che mi sto dando altre scuse adesso. In questi mesi sento di aver sopravvissuto e vissuto poco, sento di essere come andato in letargo le giornate sempre uguali. Prima di reagire e di intraprendere un percorso ho bisogno di serenità. Spero di essermi espresso in modo corretto ed avervi dato un quadro più ampio possibile anche se avrei ancora molto da dire, so che scendere nei dettagli si fa in una seduta o più ma l'essenziale l'ho scritto. Spero in una vostra opinione in un vostro sincero consiglio.
Grazie per l'attenzione.

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Miglior risposta 28 AGO 2017

Gentile Francesco,
lei ha vissuto una chiusura marcata verso se stesso e gli altri.
Dopo aver iniziato un percorso professionale stimolante non è riuscito a terminarlo.
Alcune difficoltà si sono presentate anche sul piano relazionale.
Prima di prendere ulteriori decisioni le consiglierei di effettuare qualche colloquio di counseling per chiarirsi e prendere la decisione migliore per se stesso.
I miei migliori auguri
Dott.ssa Costa

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