Senso di colpa e troppo autocritica

Inviata da skyfullofstars · 27 gen 2020 Autorealizzazione e orientamento personale

Salve, sono una giovane ragazza di 20 anni e vi scrivo per chiedervi un aiuto dal momento che una determinata situazione che mi è accaduta un paio di mesi fa non riesce a farmi andare avanti con la mia vita.

Come scritto già sopra, qualche mese fa un ragazzo fidanzato da parecchio tempo, aveva iniziato a corteggiarmi.
Le conversazioni iniziali avvenivano per cause lavorative, tuttavia spesso oltre al lavoro capitava che si parlasse anche di altro. Non nego che questa persona mi piacesse tanto. C'era una bella chimica tra noi, stessi interessi e stesse passioni e mi faceva stare davvero bene dopo una situazione difficile da cui ero uscita precedentemente. Tuttavia, dopo una settimana di conversazioni interminabili (anche quando lui usciva con la fidanzata non smetteva di inviarmi dei messaggi) gli chiedo il perché di questo suo continuo cercarmi (preciso infatti che, a contattarmi, è sempre stato lui con la scusa del lavoro). Lui mi confessa di provare un forte interesse per me ed io non gli nego di provare lo stesso. Decidiamo di incontrarci per un caffè per non parlare di una situazione delicata dietro ad un telefono, evitando così di creare inutili incomprensioni dal momento che ci conoscevamo già da alcuni anni e che ci saremmo poi rivisti anche a lavoro. Nuovamente dichiara i suoi sentimenti per me, mi dice che non gli era mai capitata una cosa del genere nonostante per lavoro fosse abituato a sentirsi con tante donne. Dice inoltre di essere felice quando sta con me, che non sa se è mai stato innamorato della sua ragazza o se ha mai provato amore nella sua vita ma che tuttavia con lei non c'erano problemi o litigi.
Nonostante le sue parole lusinghiere, metto subito in chiaro le cose: essendo lui fidanzato non avrei mai accettato di frequentarlo fino a quando non avrebbe chiuso la sua relazione. Gli chiedo quindi di non sentirci più fino a quando non si sarebbe chiarito le idee, essendo lui abbastanza confuso. Lui accetta ma dopo avermi accompagnato a casa, mi bacia. È stato anche il mio primo bacio.
Il giorno dopo, nonostante gli avessi detto di non sentirci più, mi ricontatta. Mi dice che non riesce a smettere di pensare a quello che è successo, che quello che è accaduto è sì sbagliato per la situazione in cui si trova ma non riesce a pentirsene. Io gli ripeto le mie condizioni e lui, come sentitosi sotto pressione per la mia scelta di volerlo “solo per me” senza ricorrere a uscite clandestine, dice che non può chiudere una relazione di tanti anni di punto in bianco dal momento che con lei non c'erano problemi, che lui è una persona molto razionale, difficilmente segue i sentimenti e che per questa sua “razionalità” avrebbe sicuramente scelto lei, per la paura di cimentarsi in qualcosa di nuovo. Consapevole che la sua fosse una scusa, chiudiamo direttamente.
Passano alcuni giorni, e per motivi lavorativi si fa risentire. Va avanti così per una quindicina di giorni: mi contatta lui ogni giorno con la scusa del lavoro per poi arrivare a parlare di altri argomenti. Non mancano da parte sua le richieste per vederci, che sia un appuntamento, un semplice passaggio a casa o a raggiungerlo sul posto di lavoro. Io declino qualsiasi tipo di invito, nonostante la tentazione fosse tanta ed io realmente provassi un grande interesse per lui. L'unica cosa che accetto sono soltanto i passaggi per tornare a casa, riuscendo ogni volta a non permettere che si ricreasse la situazione del bacio. Ad un certo punto, si rende conto di come a cercarmi fosse sempre e soltanto lui e passa all'attacco lanciando delle provocazioni. Mi dice che non è vero che io avessi un grande interesse per lui, che non ero una ragazza coraggiosa e che se veramente ci tenevo a conoscerlo al di fuori sarei dovuta essere io quella che avrebbe dovuto convincerlo a lasciare la sua ragazza (intromettendomi nella sua relazione), senza capire che questa era una scelta che solo lui poteva prendere. Io gli confido nuovamente i miei sentimenti, gli dico che se veramente non provassi niente per lui non accetterei di farmi accompagnare a casa, né risponderei ai suoi messaggi, ma che tuttavia non riuscivo a spingermi oltre frequentandolo di nascosto perché per me non era giusto. Al mio ennesimo rifiuto, restando io sempre ferma sui miei principi, decide di chiudere. Si scusa per quello che mi ha detto, si complimenta per il mio leale comportamento e la chiudiamo qui, stavolta definitivamente.
Ora, nonostante siano passati due mesi, io sono continuamente attanagliata dal senso di colpa, nonostante sia consapevole di essermi comportata più che bene. Non so per quale motivo, sarà forse quell'unico bacio che ci siamo dati e che non ho rifiutato o i passaggi a casa che ho accettato, ma ogni giorno penso continuamente a quello che è successo e mi sento in colpa, pensando che la sua ragazza è felice e non sa nulla. Sono sempre stata una persona molto autocritica, mi sono imposta tante cose da non fare perché non giuste e proprio il fatto di essermi sentita libera quando ho “accettato” quel suo bacio rubato, mi fa sentire tremendamente in colpa, stupida e a tratti usata, poiché sono consapevole che nonostante io fossi restia alle sue richieste, dentro mi sentivo una donna desiderata, cosa che non mi era mai capitata. Inoltre, il suo comportamento nei miei confronti dopo quello che è successo è ovviamente cambiato in peggio, e questo non fa altro che rincarare la dose sul fardello che sento. Quando può evita di salutarmi e su alcune situazioni è stato scorretto a lavoro. Questa situazione mi sta bloccando anche per lo studio, pensando continuamente a quello che è successo, raramente apro i libri. A volte, questa situazione mi ha fatto pensare di non essere una brava persona.
Scusatemi per la lunghezza e grazie a chi leggerà, ma avevo bisogno di liberarmi di questo peso raccontando a qualcuno di “estraneo” questa vicenda.

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Miglior risposta 28 GEN 2020

Gentilissima,
credo si stia giudicando troppo severamente.
Era emotivamente molto coinvolta e quindi è normale che il suo comportamento in qualche modo lo abbia manifestato.
Le situazioni non sono sempre lineari, bianco o nero, e noi non siamo fatti di ferro.
Io vedrei l'accaduto come una fase transitoria, in attesa (e con l'aspettativa) che questo ragazzo chiarisse definitivamente la sua situazione (purtroppo lui non ne aveva intenzione).
Complimenti quindi perché nonostante tutto ha saputo rimanere coerente con se stessa non accettando una storia parallela che non avrebbe rispettato il suo desiderio e la sua stessa idea di relazione.
Cordialmente
Dott.ssa Barbara Trevisan
Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa Trevisan Barbara Psicologo a Rovigo

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